CAPITOLO 18
HomeAveva usato la scusa di sentirsi stanco e stressato per via della promozione dell'album, nonostante fossero passati solo pochi giorni dalla presentazione.
Le continue esibizioni live nei programmi televisivi in cui partecipava avevano messo a dura prova la sua voce e la sua resistenza e gli sbalzi di temperatura dell'inverno che era ormai alle porte, non lo stavano aiutando affatto.Aveva bisogno di rimettersi in salute, di poter ricaricare le energie, per questo aveva deciso di concedersi un paio di giorni per andare nell'unico posto in cui riusciva a trovare un po' di pace, ma non avrebbe mai potuto rivelarlo al suo manager o Jungkook lo avrebbe segregato in casa, chiuso le porte con doppia mandata e lucchetto pur di evitare di fargli fare altre sciocchezze.
Già, perché da quando aveva rimesso piede in Corea sembrava commettere una stupidaggine dopo l'altra.
Gli venne da ridere, alla guida della sua macchina, mentre pensava a quanto fosse melodrammatico e pessimista il suo amico quando si trattava della sua vita.
A volte si sentiva un po' soffocare dalle continue manie di controllo di Jungkook e non gli dispiaceva l'idea di poter staccare la spina anche un po' da lui.
In fondo però lo capiva, faceva solo il suo mestiere assicurandosi che andasse tutto per il meglio. Dopotutto, se non fosse stato per lui, non avrebbe mai avuto l'opportunità di realizzare il proprio sogno di fare musica, di riscattarsi dalla sua vecchia vita da gangster e dedicarsi alla sua passione più grande.Jungkook era stato una manna dal cielo, così come lo era stato Hoseok in passato.
Entrambi erano giunti nella sua vita nel momento in cui ne aveva più bisogno, quando sentiva di aver smarrito la bussola e gli serviva qualcuno che gli desse un motivo valido per continuare a vivere.Da piccolo aveva pensato di farla finita così tante volte da averne perso il conto, ma poi aveva sempre trovato una motivazione valida che lo tenesse in vita.
Prima era stata la sete di vendetta contro il mostro che gli aveva rovinato l'esistenza; poi il suo senso di responsabilità di proteggere le persone più care a lui, sua madre e Hoseok; e ancora Jungkook, quel piccolo "testa di rapa" che, fin dal primo momento, aveva creduto in lui e nella sua musica.
E infine, Jimin.
Poter ottenere il suo perdono, rimediare agli innumerevoli errori fatti, ritornare da lui..
Era stato lo scopo principale degli ultimi 6 anni.Ma non aveva tenuto conto di così tante cose...
Che Jimin si fosse rifatto una vita con un altro uomo al suo fianco; del suo profondo e inaspettato cambiamento; del fatto che sembrava si fosse completamente dimenticato di lui e di ciò che erano stati...Gli mancavano quei giorni insieme all'ex biondino, anche se ogni cosa era destinata ad andare in scatafascio, quelli con Jimin, erano stati gli unici sprazzi di felicità in una vita piena di sofferenze.
Ecco perchè ora si stava dirigendo verso quell'unica fonte che conservava ancora i ricordi di quei giorni "spensierati".
Erano già trascorse quasi tre delle quattro ore che avrebbe impiegato per arrivare a Gwangan e il sole non si era ancora elevato a nordest.
Si era svegliato ancora prima che albeggiasse -non che avesse dormito poi così tanto, ma ormai era abituato a dormire quelle 4 ore scarse a notte-
Complice l'impazienza e l'inquietudine, si era alzato dal letto che ancora in cielo vi erano residui di stelle che brillavano distintamente.
Non aveva perso nemmeno tempo a preparare una valigia da portarsi dietro perché si accontentò di uno zainetto con dentro un paio di maglie e la biancheria intima.
In due giorni, avrebbe tranquillamente potuto sfruttare lo stesso paio di jeans e le stesse sneakers abbinate al Caban nero senza portarsi del peso extra.
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...