CAPITOLO 3
Shadow InterludeEra trascorsa una settimana da quando aveva rivisto Jimin,
Yoongi e Jungkook si erano finalmente trasferiti nei loro rispettivi appartamenti messi a disposizione dall'agenzia fino alla fine della loro permanenza a Seoul, ma il menta aveva trascorso quei giorni buttandosi a capofitto nel lavoro, rinchiudendosi nel suo studio personale all’interno della Hybe.Era già abbastanza frustrante non riuscire a dormire la notte, non poteva permettersi di distrarsi anche durante il giorno, dopotutto si trovava a Seoul per un motivo ben preciso.
Con Jungkook si evitava anche solo di tirare fuori il discorso di quella sera o di pronunciare il nome di Jimin, ma Yoongi aveva tante domande nella testa e solo il rosa avrebbe potuto dare una risposta.
Il solo pensiero di quanto fosse bello con quel suo nuovo aspetto gli faceva accelerare i battiti del cuore.
Amava la sua vecchia chioma dorata, ma con questa tinta rosa, che gli ricordava il colore dei marshmallow, era semplicemente divino.
<<Hai finito di leggere?>> lo risvegliò il giovane manager dalle sue fantasie a occhi aperti.
<<Cosa? Si, certo!>> rispose di getto il menta colto in flagrante..
<<Gli hai almeno dato un’occhiata a quei fogli?>>
Yoongi si passò la punta della lingua da una guancia all’altra non sapendo cosa dire e il corvino emise un sospiro esasperato.
<<Okay, credo che sia il caso di affrontare questo argomento>>
Il menta corrucciò le sopracciglia non volendo assolutamente addentrarsi in quella conversazione.
<<Non c’è assolutamente nulla di cui parlare>>
<<Davvero? Sono 10 minuti che sei su quelle pagine, mi vuoi per caso dire cosa c’è scritto a pagina 2?>>
Yoongi sbuffò, allontanando i fogli da sé.
<<Fanculo>> borbottò.
<<Già, come immaginavo>>
<<Gguk, davvero, non ho voglia di parlarne>> insistette il maggiore.
<<Credimi, anche io preferirei evitare questa conversazione così noiosa, ma è inevitabile se quel ragazzo continua a distrarti dal tuo lavoro!>>
Aveva ragione.
Da quando aveva rivisto Jimin, Yoongi non faceva altro che pensare a lui e si pentì di non aver spiccicato parola quando aveva avuto l’opportunità di farlo, seppur solo per pochi minuti.
Più ripensava a quella sera e più si rendeva conto di quanto Jimin fosse cambiato, cresciuto, ed era impossibile non domandarsi cosa avesse fatto in tutti questi anni.
Si era sempre chiesto se lo avesse odiato per averlo abbandonato in quel modo -lui al suo posto lo avrebbe fatto- ma non sapeva dirlo da come i suoi occhi lo guardavano.
Desiderava davvero poterlo incontrare di nuovo e parlare con lui, ma credeva che le probabilità che si incontrassero casualmente di nuovo fossero pressappoco scarse, se non nulle.
Aveva tentato persino di chiamarlo, stupendosi di come riuscisse a ricordare ancora a memoria il suo numero di telefono, ma sembrava che quel numero non fosse più attivo e ciò ridusse drasticamente la possibilità di poterci parlare ancora una volta.
Jungkook prese la sedia con le rotelle libera da sotto la scrivania e la trascinò accanto a Yoongi e fece leva a tutta la sua calma e compostezza per parlare all’altro.
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...