CAPITOLO 19 ~ Slow Dancing

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CAPITOLO 19
Slow dancing

Jungkook era nervoso, tanto per cambiare.
Aveva programmato di passare quei due giorni di riposo in totale relax, rinchiudendosi in un qualche centro benessere e poi magari facendo un po' di allenamento, oppure avrebbe fatto il contrario, ma non riuscì a fare nulla di tutto quello perchè qualcosa, o meglio, qualcuno, continuava a insinuarsi nei suoi pensieri prepotentemente, facendolo irritare più di quanto già non fosse normalmente.

Non riusciva a smettere di pensare alle cattiverie dette nei confronti di quel ragazzo dai capelli rosso fuoco. Era stato troppo duro con lui dandogli del "ragazzo facile" solo perchè era andato a letto con Yoongi.
Se n'era reso conto immediatamente, ma la sua testa aveva pensato e la sua bocca aveva parlato troppo in fretta.

Ancora aveva ben impressa nella mente lo sguardo colpevole di quel ragazzo con quegli occhi tristi che non lo fecero dormire affatto quella stessa notte.
E neanche quelle a seguire furono migliori, perchè ogni volta che il corvino stava per addormentarsi, quelle iridi plumbee gli apparivano come se fossero proprio lì davanti a lui, e allora ogni proposito di dormire svaniva nel nulla.

Era stanco e frustrato di provare quelle sensazioni sgradevoli per una persona che a malapena conosceva e continuare a farsi rovinare l'umore da un perfetto sconosciuto non era affatto nei suoi programmi, per cui decise di dover porre rimedio a quella incresciosa situazione, e se chiedere "scusa" era sufficiente a fargli ritornare la voglia di dormire, allora lo avrebbe fatto.

Avrebbe cercato quel dannato ragazzo e avrebbe fatto in modo di ripulire la sua coscienza propinandogli qualche frase carina, di quelle ad effetto, alle quali il modello, di certo non avrebbe saputo resistere.

Lo avrebbe invitato a uscire per un caffè? No, meglio ancora per una cena, gli avrebbe fatto guadagnare più punti, anche se l'idea di sopportare quel ragazzo per un'intera serata non lo allettava particolarmente.
La considerava però una punizione sufficiente per scontare la sua pena per essere stato sgarbato con lui.

Il problema era.. Come fare a rintracciare quel ragazzo?

Ricordava a malapena il suo nome e che fosse terribilmente fastidioso, ma questo dettaglio non lo avrebbe di certo aiutato a trovarlo.

Per fortuna però, poteva fare affidamente sulla sua ottima memoria e anche se non era affatto interessato ai racconti del modello, si ricordava perfettamente che il giovane gli avesse riferito di lavorare presso un'agenzia che lui conosceva molto bene.

Sarebbero bastate un paio di telefonate e avrebbe ottenuto le informazioni che gli servivano.

Un gioco da ragazzi!

Era in casi come questi che andava fiero del suo lavoro e del suo nome.
Nessuno avrebbe detto di no a JK, lo spietato.

Non aveva perso tempo.
Quella sera stessa, il corvino decise di mettere in atto il suo piano.
Prima si sarebbe tolto questa spina nel fianco, prima sarebbe potuto tornare alla sua normale quotidianità di ragazzo insensibile e menefreghista.

Quella sera, sarebbe stata solo un'eccezione.

Si era presentato davanti alla porta dell'appartamento del modello sfoggiando tutta la sua bellezza.

Aveva indossato per l'occasione uno dei suoi completi neri firmati, nulla di troppo esagerato, ma comunque ricercato e attento al dettaglio, soprattutto per ciò che riguardava le rifiniture della giacca e la qualità eccellente del tessuto della camicia scura che indossava al di sotto con l'aggiunta di una cravatta lunga.
Il tutto, coperto da un lungo cappotto, anch'esso nero, in cashmere, lasciato appositamente sbottonato. I capelli erano perfettamente tirati all'indietro e i suoi nuovi piercing, comprati per l'occasione, brillavano più delle stelle nel cielo.

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