CAPITOLO 41
Lie<<Tu pensi davvero che Jimin non sapesse chi fossi? È lui ad aver ingannato me e non il contrario!>>
Cadde un silenzio tombale dopo le parole di Namjoon.
Yoongi, in breve tempo, cercò di ricostruire mentalmente tutti i discorsi fatti da Jimin nelle ultime settimane per trovare un appiglio qualunque che potesse giustificare le parole dette dal CEO e no, non c’era modo di sospettare che Jimin fosse al corrente della vera identità dell’uomo.
Se Jimin fosse stato davvero a conoscenza di questo fatto, mai e poi mai avrebbe accettato di trascorrere un solo secondo accanto al figlio dell’uomo che gli aveva rovinato la vita.
Di questo ne era assolutamente certo.
Namjoon aveva notato che il rapper fosse completamente perso in pensieri per i quali solo lui avrebbe potuto dare una risposta.
Doveva immaginarlo che Jimin avesse “tenuto fuori” dal suo piano anche Yoongi.
<<La prima volta che l’ho incontrato si era presentato a me come l’essere più audace e sicuro di sé che avessi mai incontrato. Un vero diavolo tentatore>> Namjoon aveva iniziato a raccontare catturando l’attenzione di tutti i presenti, soprattutto quella del rapper che non staccava un attimo gli occhi dal ragazzo incosciente.
Yoongi si era sempre fatto delle domande su cosa era effettivamente accaduto negli ultimi sei anni e quelle poche volte che avevano affrontato l’argomento con Jimin, finiva col ritrovarsi con più dubbi di prima, ma evitava di chiedere perché non voleva costringerlo a rivivere quel periodo buio della sua vita.
Ma ora..
Stava davvero per scoprire la verità dalla bocca di Namjoon?
<<Tu lo sai com’è avvenuto il nostro primo incontro?>>
Il CEO gli aveva posto quella domanda diretta e a Yoongi parve talmente assurdo che quella conversazione stesse avvenendo realmente in quel modo.
Lui, con il figlio di Kim e Jimin in un letto d’ospedale.
Che strano scherzo del destino era mai quello?
Annuì lievemente col capo perché sì, Jimin gli aveva raccontato di come i due si erano conosciuti, ma ebbe come l’impressione che dietro la versione raccontata dal più piccolo, c’era ben altro.
<<Bene. Questo semplificherà le cose. È inutile stare a raccontarti il motivo che mi ha spinto a tornare dall’Inghilterra sei anni fa. Tu dovresti sapere meglio di me cos’è accaduto>>
Yoongi discostò all’istante gli occhi da Jimin per guardare il castano.
Lui lo sapeva.
Nella sua testa ora si era figurato un nuovo scenario, ancora più assurdo del precedente.
Lui, l’assassino di Kim Seung, Namjoon, il figlio dell’uomo che aveva ucciso e Jimin, vittima degli abusi di Kim.
Perché all’improvviso sentiva il pavimento tremare sotto i suoi stessi piedi?
Perché sentiva che, da un momento all’altro, un paio di poliziotti sarebbero entrati per ammanettarlo e per sbatterlo in carcere separandolo -e questa volta non per sua scelta- da Jimin?
E perché Namjoon non l’aveva già fatto arrestare se aveva sempre saputo chi fosse l’assassino di suo padre?Iniziò a mancargli l’aria. Yoongi era convinto che sarebbe crollato lì per terra nell’arco di pochi secondi e quel suo terrore venne percepito chiaramente da Hoseok.
Se lui non si fosse avvicinato a lui e non l’avesse sorretto per fianchi, neppure avrebbe fatto caso che in quella stanza erano ancora presenti il suo migliore amico e Jin.
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...