CAPITOLO 40
HeartbeatErano trascorse cinquantuno ore da quando Jimin era stato portato in ospedale e ancora non accennava a svegliarsi.
Erano cinquantuno ore che Yoongi non si allontanava dal suo letto, se non per quei pochi minuti in cui l’infermiera di turno eseguiva i controlli di routine.
Cinquantuno ore, un tempo relativamente breve, ma per il menta sembrava molto, molto più lungo.Jimin, fortunatamente, aveva superato quella crisi cardiaca. Come gli era stato riferito dai medici, la sua vita era stata salvata per un pelo e le ore successive sarebbero state decisive per stabilire un’eventuale ripresa del ragazzo.
Ogni volta che gli si avvicinava un uomo in camice bianco, Yoongi temeva il peggio; il suo corpo cessava di respirare e il cuore smetteva di battere fino a quando il dottore non terminava di enunciare la sua prognosi.
Per fortuna, il peggio sembrava ormai scongiurato.
Dovevano aspettare soltanto il suo risveglio.Yoongi se ne stava seduto, accanto al suo letto, stringendogli la mano per tutto il tempo, assicurandosi che il sangue continuasse a pulsare nelle sue vene, nonostante efficienti macchinari tenessero costantemente sotto controllo i suoi parametri vitali.
La pelle di Jimin era ancora fredda, ma lo era di meno rispetto al primo giorno in cui era arrivato in ospedale; anche il suo colorito sembrava leggermente meno pallido e l’espressione del suo viso dormiente era più rilassata e non sofferente come la notte precedente.
Eppure, nonostante quei lievi miglioramenti, Jimin continuava a tenere quei suoi splendidi occhi color cioccolato chiusi.
Cosa avrebbe dato, Yoongi, per rivedere le sue bellissime iridi brillare di vita..
Ora che finalmente aveva fatto chiarezza nel suo cuore, che aveva accettato e riconosciuto i suoi sentimenti per quel ragazzo, non potevano portarglielo via in quel modo, senza prima aver avuto la possibilità di amarlo, così come meritava di essere amato.
C’erano così tante esperienze che avrebbe voluto vivere insieme a lui, ma ancor prima, aveva tante cose per cui doveva ancora farsi perdonare.
Probabilmente, un’intera vita non gli sarebbe bastata per scusarsi con lui, per tutto la sofferenza che aveva dovuto patire da quando era entrato a far parte del suo mondo.Yoongi non aveva mai smesso di ritenersi responsabile di ogni sua disgrazia.
Era la pura verità.
Jimin non avrebbe mai potuto vivere una vita felice e serena finché lui ne avrebbe fatto parte.Aveva tentato di allontanarsi dal più piccolo, aveva messo letteralmente quasi 9 mila chilometri di distanza tra loro così da non potersi rincontrare neanche per sbaglio.
Ma a cosa erano serviti?
La vita li aveva fatti ritrovare anni dopo, in una nuova città, entrambi con delle nuove vite, eppure il loro legame sembrava essere rimasto immutato con lo scorrere del tempo.
Certo, Jimin era molto diverso dal piccoletto dai capelli dorati che aveva lasciato sei anni prima. Era un giovane più maturo, più indipendente e con un carattere forte, a tratti indomabile, ma in fondo conservava ancora quel suo lato da dolce diciottenne con le sue paure, le sue insicurezze, e la sua voglia di sentirsi amato da qualcuno.
E Yoongi voleva essere quel qualcuno, ora più che mai.Ma era davvero meritevole dell’amore di quel ragazzo quando non era mai stato in grado di proteggerlo?
Se solo non si fosse così intestardito a volerlo a tutti i costi per sé, se solo non si fosse innamorato di lui, Jimin oggi sarebbe stato un ragazzo felice, un ballerino di successo, pieno di amici e di persone che avrebbero portato solo gioia e spensieratezza nella sua vita.
STAI LEGGENDO
ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...