CAPITOLO 15 ~ People

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A floragattoni, tantissimi auguri di buon compleanno e grazie sempre per i tuoi preziosi pensieri

CAPITOLO 15
People

Non era riuscito a raggiungere il capanno quel fine settimana perché erano sorti degli imprevisti a lavoro ed era stato costretto ad andare in agenzia anche di domenica, ma si ripromise di raggiungere la casa al mare durante il suo primo giorno di riposo.
Scrisse però un lungo messaggio a Hobi in cui lo metteva al corrente della sua visita a Gwangan e delle pessime condizioni in cui avversava la casa, aggiungendo la sua volontà di voler apportare dei lavori, a sue spese, per sistemarla e renderla un posto abitabile.

Non voleva che quella casa si dissolvesse nel nulla, come se non fosse mai esistita e perciò era necessario impedire che si degradasse più di quanto già non fosse.

Aveva sempre sognato di poter vivere in quella casa un giorno, ma, ora come ora, era talmente malmessa che perfino i ratti si rifiutavano di abitarci, e così gli era venuta l'idea.

Hoseok però non gli rispose, ovviamente.

Ultimamente era sempre più impegnato con la sua compagnia di ballo ed era quasi impossibile riuscire a parlare con lui anche solo per pochi minuti. Per questo aveva preferito mandargli direttamente un messaggio, piuttosto che chiamarlo, -come aveva fatto giorni addietro senza alcun riscontro- così che potesse leggerlo quando avrebbe avuto un momento libero.

Nel frattempo, Yoongi aveva dovuto riprendere la sua schedule lavorativa. C'era molto a cui pensare in vista del suo debutto. Il suo manager non gli dava un attimo di respiro, voleva che fosse preparato al meglio per quel giorno.
Per questo lo aveva obbligato a seguire anche dei duri allenamenti fisici nella zona pesi di casa sua, perchè, oltre a curare gli aspetti legati alla musica, il rapper doveva anche prendersi cura della sua immagine e del suo corpo che sarebbe stato presentato al mondo per la prima volta.

E Yoongi, da tempo, non era più abituato a compiere sforzi fisici.
Da quando aveva riscoperto il suo amore per la musica, si era concentrato solo su quella, lasciandosi andare con tutto il resto.

Solo la musica lo teneva in vita.

Per sua fortuna, godeva di una costituzione già magra e inoltre, non mangiava mai più del dovuto e raramente si concedeva qualche sfizio, per cui era riuscito, negli anni, a conservare una linea magra, talvolta fin troppo.

Dei muscoletti che aveva un tempo era rimasto solo il ricordo, ma non li rimpiangeva affatto. Di sicuro, rimpiangeva il momento in cui aveva accettato di allenarsi insieme a Jungkook, nella sua mansarda adibita a palestra.

JK era terribile come manager, ma come personal trainer era persino peggio.

Yoongi continuava a ripetersi perchè quel giorno di quattro anni fa si fosse esibito proprio in quel locale a Oakland e non se ne fosse rimasto nel suo monolocale dell'epoca a suonare la chitarra e a rappare davanti allo specchio?

Eppure se non l'avesse incontrato quella sera, la sua vita non sarebbe mai cambiata; non avrebbe mai potuto realizzare il suo sogno da bambino; non avrebbe mai viaggiato e non sarebbe mai tornato in Corea.

Non avrebbe mai più rincontrato Jimin..

Doveva essergli grato per molte cose, in realtà, e lo era, sinceramente, ma in quel momento avrebbe soltanto voluto rispedirlo in America a calci in culo per come lo stava massacrando.

<<Gguk, ti prego basta, r-rischi *ampf, ampf* di spap-polarmi gli arti così!>>

Ancora non riusciva a capire come avevano fatto le sue braccia a non cedere al peso del corpo del corvino seduto sulla sua schiena, mentre lo obbligava a fare una serie di 15 flessioni.

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