CAPITOLO 38 ~ Sea

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CAPITOLO 38
Sea

La sua vita sembrava un maledetto film che veniva ritrasmesso in loop.

Yoongi guardava le due figure che conversavano a bassa voce, poco più distanti da lui, nella sua cucina, e sentiva quell’opprimente sensazione di deja vu che gli creava un nodo in gola e un incombente formicolio alle mani e lo faceva desiderare di voler distruggere ogni cosa fosse presente davanti a sè.

<<Yoon, il tuo manager è andato a casa di Namjoon?>> il ballerino richiamò l’attenzione dell’amico, non accorgendosi dello sguardo turbato che fece invece il giovane dai capelli rossi accanto a lui.

Al rapper però, non passò inosservata quell’agitazione negli occhi di Taehyung al solo sentir pronunciare, indirettamente, il nome di Jungkook.

<<Sì. Come avevamo immaginato, non era in casa. Nè lui, nè Jimin>>

Yoongi tornò ad affondare le sue mani tra le ciocche verdi, sbuffando sonoramente e ripiegando il capo in basso, quasi fino a farlo urtare contro la superficie del tavolo.

Hoseok si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla. Voleva tanto poter essere d’aiuto al suo amico, ma si sentiva impotente.

<<Ti preparo un infuso? Dovresti cercare di riposare un po’, non dormi da giorni, Yoon>> fu la prima cosa che gli venne in mente di fare. Anche se Yoongi non amava mai quelle bevande alle erbe, non poteva negare che in passato avevano sempre avuto effetti benefici sul suo nervosismo e sulle sue continue ansie.

<<Non voglio nulla>>

<<Dovresti dargli retta. Il tuo aspetto fa schifo>> si intromise il modello con la sua solita schiettezza.

Come se davvero gliene importasse qualcosa di avere un aspetto impresentabile.

Yoongi aveva gli occhi rossi e gonfi, a malapena gli si intravedevano le pupille.
Aveva l’aria di chi non dormiva da giorni, ma non gli importava.

Sbuffò un sorriso forzato invece.
Poteva essere cambiato nell’aspetto, ma Taehyung restava il solito Quattrocchi di una volta.

Voleva solo trovare Jimin, proprio come lui.

Sperava di non dover rivivere più quella terrificante sensazione di non sapere dove fosse, consapevole di come la sua vita fosse in pericolo.

Stavolta, la paura era ancora più intensa e soffocante, e resa tale dalla certezza che il ragazzo fosse in mani pericolose. Forse Namjoon, non era un criminale e un sadico come suo padre, ma restava pur sempre il figlio di Kim Seung, e ora era un uomo ferito, tradito, furioso e assetato di vendetta e dio solo sapeva cosa avrebbe potuto commettere uno nel suo stato.

<<Nessuno sa dove siano finiti, né Jimin, né Namjoon. Sembra che anche il suo segretario Jin sia sparito>> riferì frustrato al biondo ossigenato.

<<Li troveremo, sta’ tranquillo>>

Anche se il menta non aveva dato una risposta alla sua domanda, Hoseok andò ugualmente verso i fornelli a preparare quella tisana, destreggiandosi tra gli stipi, come se fosse casa sua. 

In realtà, quello era anche per lui un diversivo efficace per allontanarsi da Taehyung, si sentiva un po’ in soggezione in sua compagnia ed era evidente anche negli occhi del modello quanto pure lui si sentisse a disagio, visto quello che era successo tra di loro.

La verità era che Taehyung si sentiva in colpa.
Quando l’aveva chiamato per metterlo al corrente di Jimin, il rosso non aveva esitato a farsi venire a prendere dal ballerino per dirigersi insieme a casa di Yoongi, ed era stato proprio durante quel breve tragitto in macchina che il modello gli aveva confessato che si stava frequentando con qualcuno e che ora, saputo del loro bacio, non voleva avere più niente a che fare con lui.

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