CAPITOLO 4 ~ Face Off

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CAPITOLO 4
Face Off

RING RING, RING RING

<<Mh…>>

Se avesse dovuto scrivere una lista dei suoni più fastidiosi al mondo, sicuramente il suono della sua sveglia sarebbe stato in cima ad essa e quel dannato frastuono segnava l’inizio di un’altra pesante giornata per Jimin.

Il ragazzo si girò nel suo letto a due piazze un paio di volte, arrotolandosi tra le lenzuola, non avendo ancora le forze necessarie per spegnere quell’aggeggio progettato, senza dubbio, da un essere perfido.

Quella mattina avrebbe preferito volentieri dormire ancora un po’. La sera precedente, a lavoro, era stata abbastanza intensa e faticosa e come succedeva da una settimana a questa parte, la notte aveva dormito poco.
La sua agenda però era, come al solito, fitta di impegni e appuntamenti e se voleva riuscire a portare a termine tutto per tempo, non avrebbe dovuto perdere un solo minuto in più in quel letto tanto morbido e tanto comodo.

Si era concesso una doccia veloce per potersi godere un po’ di più la sua colazione.
Qualcuno gli aveva fatto già trovare un vassoio di Hoddeok* sulla tavola apparecchiata.

“Non ho sentito entrare nessuno”. Pensò fra sè, ma in fondo, non se ne stupì più di tanto.

Non era la prima volta che quel qualcuno si intrufolasse nella sua camera senza chiedere il permesso e gli facesse trovare la colazione pronta, qualche volta un mazzo di fiori, altre volte dei regali per poi sgattaiolare via senza farsi vedere.

Si sedette a tavola e lesse il bigliettino posto accanto al piatto vuoto, e non ci fu alcuna reazione nel leggere quelle dolci parole a lui dedicate.

Capovolse il biglietto con l’inchiostro rivolto sul tavolo e lo spinse lontano dal suo posto. Con l’aiuto delle posate prese un paio di Hoddeok e li sistemò nel piatto per poi guarnirli con dello yogurt e della granella di nocciole.

Buoni, ma non avrebbero mai battuto il sapore inconfondibile dei pancake che gli preparava… Yoongi.

Yoongi.
Ancora non riusciva a crederci di averlo rivisto dopo quanto? 5 anni? No, 6. Ne erano passati 6.
Il loro incontro era stato così breve che Jimin, nei giorni successivi, si era chiesto se davvero non se lo fosse solo immaginato.

Dopo tutto questo tempo, si era rassegnato all’idea di non rivedere più i suoi occhi e di ascoltare la sua voce.

Non aveva avuto molto modo di pensare troppo a quella sera perchè, nell’ultima settimana, non aveva avuto un attimo di pace. Aveva dovuto fare degli extra a lavoro e a malapena aveva avuto il tempo di consumare i suoi pasti.

Solo la notte, il ricordo di quei capelli verde menta gli sfiorava la mente, almeno fino a quando non si addormentava stremato.

<<Cazzo, sono in ritardo!!>> addentò velocemente mezzo Hoddeok e si alzò da tavola in fretta e furia e scelse, altrettanto rapidamente, una tuta da indossare.
Optò per un pantalone blu acetato, perchè sapeva che quella mattina avrebbe dovuto sudare molto.

Nell’ultimo mese aveva aumentato le giornate in palestra da 3 a 5 perchè gli era stato fatto notare che avesse preso qualche chilo di troppo che andava assolutamente eliminato se voleva conservare il suo lavoro.

E Jimin voleva assolutamente tenerselo stretto, non perchè fosse il lavoro dei suoi sogni e nè perchè la paga fosse buona, ma perchè ne aveva bisogno.

Gli era stato offerto anche un lavoro più dignitoso e remunerativo, con il quale non avrebbe avuto più pensieri e preoccupazioni per il resto della sua vita, ma lo aveva rifiutato.

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