CAPITOLO 17
Alone<<Buongiorno signorino. Il signorino Kim mi ha mandato qui perché non vi sentivate molto bene. Mi sono permesso di portarvi un infuso alle erbe>>
Jin si era svegliato di buon ora -come ogni mattina- pronto ad occuparsi delle faccende quotidiane che riguardavano la casa di Namjoon. In realtà, non era più il suo compito pensare alle mansioni domestiche, ma essendo nato e cresciuto per servire l’uomo -essendo stato a servizio della famiglia Kim per tutta una vita, fino a diventare il suo assistente più fidato- gli veniva naturale dare un mano alla donna che adesso aveva preso il suo posto come governante.
Quella mattina in particolare però, era stato lo stesso proprietario di casa a richiedere i suoi servigi e Jin fu ben felice di accontentare le sue richieste.
Si era presentato nella camera da letto padronale dove il rosa stava ancora riposando.
Avendo avuto la giornata libera a lavoro, Namjoon aveva preteso che Jimin la trascorresse in sua compagnia.Jimin si tirò subito su dal letto, anche se non gli sarebbe dispiaciuto poter dormire un po’ di più, ma sarebbe stato scortese nei confronti dell’uomo che si era prodigato a preparargli quella bevanda calda.
<<Grazie Jin-hyung, e quante volte ti devo dire che non serve usare le etichette con me? Ormai mi conosci da diversi anni, non è necessario rivolgerti a me in quel modo>>
<<Chiedo scusa, è che.. ormai mi viene naturale>> Jin poggiò il vassoio sul comodino di fianco al letto e il rosa si accorse che accanto al tazzone con la tisana vi erano anche dei biscottini con gocce di cioccolato, posti in piattino di porcellana dalle rifiniture dorate.
Non aveva molto appetito a quell’ora presto del mattino e, effettivamente si sentiva un po’ nauseato, ma apprezzò quella piccola cura dei dettagli da parte del moro.
<<Dovrebbe venirti naturale considerarmi un tuo dongsaeng e non uno per cui lavori>>
<<Shh, sapete meglio di me che le mura di questa casa hanno occhi e orecchie dappertutto. Se il signorino Kim lo venisse a sapere…>>
Jin si era avvicinato al più giovane, ancora seduto nel letto e aveva abbassato di qualche decibel il suo tono di voce per bisbigliare quelle parole.<<Ho capito. Namjoon è in casa, non è vero?>>
Il più grande tornò alla sua posizione iniziale, busto eretto e braccia tese dietro la schiena, mentre una mano teneva ben saldo il polso dell’altra.
<<È di là in cucina. Sta finendo di fare colazione>>
Jimin annuì senza rispondere e mentalmente ringraziò l’uomo di non averlo obbligato a presenziare con lui durante il pasto.
Non avrebbe avuta la forza, ma soprattutto, non ne aveva la voglia.L’uomo in uniforme si accorse dello sguardo spento del giovane, che di certo, non era dovuto al fatto che si fosse svegliato solo da pochi minuti.
<<Vi sentite bene? Avete bisogno che vi porti qualcos’altro?>>
<<No Jin, non ho bisogno di nulla. Dio, detesto quando sei così formale..>>
<<Siete pur sempre il compagno del mio signore>>
Ancora una volta, Jimin si chiuse in un silenzio angosciante e Jin ne aveva approfittato per aprire tende e far entrare un po’ di luce in camera. Evitò di aprire anche la finestra perchè aveva già constatato, svuotando i cestini dell’immondizia, che l’aria fosse abbastanza fredda a quell’ora.
Avrebbe aspettato che Jimin si fosse alzato per far arieggiare la stanza.
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ALIVE
FanfictionIl tempo e la distanza cambiano le persone, ma sarà così anche per i sentimenti? Sequel di "Survivors". Tratto dalla storia: Il desiderio di lui traspariva dalle iridi scure del maggiore e il più giovane si accorse di come ora i suoi occhi stessero...