Capitolo 30.

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Il campanello suonò e Jungwon corse alla porta. Heeseung, sorridente come al solito, lo salutò, tenendo sulle spalle il suo zaino, sempre pieno zeppo di spartiti. Dalla tasca laterale sporgeva il suo microfono fortunato.

"Sei in ritardo." Esordì Jungwon, con un sorrisino malizioso sulle labbra.

"La lezione è durata più del previsto."

"Un' altra volta." Sbuffò

"Un' altra volta."

Il ragazzo lo fece entrare e lo accompagnò in salotto: una stanza abbastanza piccola, provvista di un divano, la tv, in quel momento accesa, e di un tavolo da sei posti, e scarsamente illuminata da una finestra, le cui tende filtravano i raggi del sole e rendevano l'atmosfera alquanto malinconica. Sembrava che in quell' ambiente mancasse qualcosa, come nell' animo di Jungwon, che, malgrado sorridesse e si ripetesse che stava benissimo, aveva sempre l'impressione che una parte di sé non fosse più lì, che alla sua anima mancasse un pezzo.

Erano passati tre mesi da quella notte, dall' ultima volta in cui il suo sorriso era stato sincero per davvero.

"Vuoi qualcosa da mangiare, prima di iniziare a studiare? Credo di avere le tue merendine preferite."

"Davvero?"

Jungwon annuì.
"Te le vado a prendere." Si diresse verso la cucina adiacente al salotto, ma tornò a mani vuote e con una strana espressione in volto, quasi afflitta.

"Scusami, Heeseung, ma mi sono dimenticato di fare la spesa e non ho niente."

"Tranquillo, Jungwon." Gli posò una mano sulla spalla. "Stai bene? Sei pallido..." Fece una pausa. Lo squadrò da capo a piedi, con aria preoccupata. "Sei anche dimagrito, ora che mi ci fai pensare."

Jungwon allontanò la mano e, sempre sorridendo, disse: "sto bene sto bene. Non preoccuparti."
Dopodiché si appropinquò al tavolo, su cui già stavano appoggiati i suoi libri e gli evidenziatori. Il libro di storia era aperto e la pagina era sottolineata solo a metà.
"Che ne dici di iniziare a studiare? Non abbiamo la verifica di storia domani?"

Heeseung guardò quel libro disgustato: "sì purtroppo."

Entrambi si sedettero e l'amico tirò fuori il libro dallo zaino, dopo averci ravanato dentro per cinque minuti buoni, come se esso fosse stato sepolto in mezzo a tutti quegli spartiti. Jungwon lo guardava divertito.

"Com'è andata la lezione di canto, Hee?" Gli chiese.

"Come al solito."

"Che vuoi dire?"

"Lo sai. Il mio insegnante dice che sono un fallimento e che dovrei fare qualcos'altro." Il suo viso si riempì di tristezza. "Forse ha ragione, ma io amo quello che faccio, più di ogni altra cosa."

"Non dirlo nemmeno per scherzo. Tu hai talento! E anche se non lo avessi, non dovresti rinunciare a fare ciò che ami, solo perché qualcuno ti ha detto che non sei portato."

"Non faccio progressi, per quanto ci provi."

"Beh tu non mollare però. Il prossimo mese voglio sentirti cantare la mia canzone preferita."

"E qual è?"

Jungwon fece spallucce. "Ne ho così tante di preferite. Ultimamente sto ascoltando molto Tattoo di Loreen, ma non mi fa impazzire."

"Allora perché la ascolti?"

"Non lo so... Qual è la tua canzone preferita, Hee?"

"What falling in love feels like."

Il sorriso di Jungwon si fece acido.
"Non sono sicuro di volerla sentire..." Disse. "Ti do un mese per preparare Arcade di Duncan Laurence."

Heeseung scoppiò a ridere. "Certo, professore."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora