Capitolo 65.

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Passò qualche ora e Jaeyun fece ritorno dall' amico, che gli infermieri avevano messo su un lettino e a cui avevano ingessato il braccio.

Sembrava stanco. Jaeyun vedeva i suoi occhi segnati dalla spossatezza e il suo sguardo triste, come i sorrisi che si erano scambiati entrambi.

"Come sta la mia moto?" Chiese Jungwon, preoccupato, come se fosse la cosa più cara che gli era rimasta.

"L'hanno rimossa e l'hanno portata nella concessionaria più vicina. Sarà come nuova tra qualche giorno e l'assicurazione ha coperto gran parte dei danni."

Jungwon tirò un sospiro di sollievo. "Menomale."

"E tu come stai, piuttosto?"

"Potrei stare meglio. Il braccio mi fa male."

"Immagino..." Lo sguardo di Jaeyun vagò curioso attorno a sé. C'erano solo un altro paio di pazienti, a tener loro compagnia, sdraiati nei loro lettini, ad ascoltare i loro discorsi con indifferenza. Puntò un occhio sul suo comodino e vide una rosa rossa così scura, che pareva nera. Era adagiata su un pezzo di carta color panna, piegato con cura.
"Hai avuto altre visite, vedo." Osservò.

"Di che parli?"

"Della rosa, naturalmente."

Jungwon girò lo sguardo e solo allora la notò. Sentì la rabbia ribollirgli dentro e non esitò a prenderla e a buttarla nel cestino affianco al letto, e a fare in mille pezzettini il biglietto, senza neanche leggerlo.
"Ma quando mi lascerà in pace?! Come può pretendere che lo dimentichi, se continua a fare così?!"

"Sei troppo duro con lui." Lo rimproverò Jaeyun.

"Mi ha lasciato, Jaeyun, ma a volte continua a inviarmi rose e lettere. Io non so più cosa fare, per dimenticarlo; me lo sta rendendo così difficile!"

"Magari è il suo modo per chiederti perdono, oppure semplicemente è dura anche per lui dimenticarti e non riesce a fare a meno di mandarti lettere e rose."

Jungwon girò la testa verso la finestra e si accorse che il sole stava calando.
"Oggi l'ho rivisto e..." Sembrava quasi che stesse parlando al cielo. Le parole gli si bloccarono in gola. Deglutì e continuò: "mi ha baciato. Pensavo che non l'avrebbe più fatto. Forse, anche se vorremmo, non è finita tra di noi. Forse il destino vorrà che torneremo insieme e che poi lui..." Deglutì ancora. "Beh lo sai. Te l'ho già raccontato."

Jaeyun annuì e lo guardò pensieroso, senza dire niente, per qualche secondo, poi sospirò e disse piano: "lui ti manca. Dico bene?"

"Sì, e con questo?"

"Tu ora sei felice?"

"No." Rispose Jungwon risoluto, ancora guardando il cielo. "E credo che nessuno lo sia."

"Questo non è vero. Ognuno ha i suoi attimi di gioia, basta solo sapere cosa li provoca e cercarlo, che sia un oggetto, ricchezze, valori o semplicemente una persona che ci completi, con cui ci sentiamo a casa e a cui sentiamo di appartenere."

"Non ti facevo tanto filosofico." Commentò di rimando l'amico.

"Sono stato molto da solo ultimamente e questo mi ha fatto riflettere."

Jungwon si voltò di nuovo verso Jaeyun e lo guardò dritto negli occhi.
"Dici che io e Jongseong ci apparteniamo?"

"Devi stabilirlo tu. Pensaci, da quando se n'é andato, non ti è sembrato che ti mancasse qualcosa?"

"Come l'hai capito?"

"L'ho ipotizzato. Sai, sei cambiato molto in questi anni... Non... Non ti riconosco più."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora