Capitolo 64.

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La giornata trascorse normalmente e Jungwon era riuscito con successo a non pensare all' accaduto, anche se a volte gli pareva di risentire sulle labbra il delicato tocco di quelle dell' amato e se ispirava, percepiva ancora il suo profumo inequivocabile. Se ne rese conto, quando durante una verifica, lui stava compilando dei moduli. Una lacrima aveva impregnato la carta stampata. Pensò in quel momento che non avrebbe mai e poi mai trovato nessuno come Jongseong, perché lui era l'unico che avesse mai amato e non c'era nessun altro che si amava, come si amavano loro due; il loro non era solo comune attrazione fisica, ma anche spirituale: un completamento, era devozione, dolce desiderio, era la forma più alta di amore che Jungwon avesse potuto desiderare.
Quando finì di compilare i moduli, prese un foglio e iniziò a scrivere, qualunque cosa gli passasse per la testa, accettabile o no...

Oggi, dopo tanto tempo, ci siamo rivisti e ho capito che
Voglio essere tuo, per sempre tuo
Ma poiché il destino ce lo impedisce
Sulle mie labbra rimarrà sempre il tuo respiro
Nel mio cuore l'amore
che ancora provo per te
Sulla mia pelle il tuo calore
Nella mia mente il ricordo di ciò che eravamo
Nella mia anima un vuoto,
che non verrà mai e poi mai riempito
Quanto voglio stare con te per sempre, amore mio!
Darei la vita per esaudire questo mio desiderio
Darei la vita per baciarti un' altra volta
Farei durare quel bacio per sempre...

La sua mano danzava sulla carta e sembrava muoversi da sola, la mente vagava e le lacrime scorrevano più numerose.

Darei la vita per essere il tuo fiato; per nascere e morire sulle tue labbra...

Ad un certo punto la carta iniziò a impregnarsi di nuove lacrime, questa volta non sue; macchie scure si allargavano e assottigliavano la carta e facevano sbavare appena l'inchiostro.
Improvvisamente una nuova scritta si materializzò davanti agli occhi del ragazzo.

Jungwon, ti prego, dimenticami. C'era scritto.
Mi si spezza il cuore a vederti così. Ti prego, vai avanti.

Jungwon strinse la presa sulla biro e scrisse: mi hai ridotto tu così.
Premette così forte, che bucò il foglio. Lo accartocciò e lo buttò nel cestino.

Sembrava che non solo Jungwon scrivesse poesie d'amore. Quel giorno, all' ultima ora della giornata, si era accorto che una sua studentessa stava scrivendo qualcosa, su un foglio a parte, proprio come aveva fatto lui. Quando la lezione finì, Jungwon la trattenne in classe e le chiese di mostrargli cosa avesse scritto in quell' ora. La ragazza si sentì obbligata a obbedire e gliela diede. Era proprio come Jungwon pensava: era una poesia d'amore e anche molto bella.

Jungwon gliela restituì, senza dire una parola.

"Vuole mettermi una nota?"

Jungwon rise. Si chinò, per prendere un foglietto dallo zaino, posto in mezzo alle pagine della sua agenda. Lo spiegò e glielo mostrò.
"Anch'io ho fatto la stessa identica cosa, quando ero all' università."

La ragazza afferrò la carta appena stropicciata e lesse il contenuto. Abbozzò un gran sorriso e quasi si commosse.

"E' meravigliosa... Il suo professore si è arrabbiato?"

"Altroché, tant'è che per tutto il mio percorso ha sempre cercato di ostacolarmi. Abbiamo litigato pesantemente e io non sono riuscito a tenere la bocca chiusa e lui si è vendicato. Ma sai, era un uomo molto stupido, che si credeva chissà chi, solo perché aveva qualche laurea. Io non sono un uomo stupido come lui, infatti ti dico solo che è molto bella e che dovresti darla al fortunato... O alla fortunata..." Le ridiede il foglio e lei fece lo stesso con la poesia del prof. 

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora