"Eccoci qui." Disse Jongseong, aprendo la porta d'ingresso.
Jungwon era dietro di lui, che lo aveva seguito fin lì, senza dire una parola.Si tolsero le scarpe ed entrarono in quel monolocale spazioso, provvisto di numerose finestre, che fornivano parecchia luce naturale, e arredato con pochi mobili essenziali. La cucina non aveva nemmeno un frigorifero -effettivamente a cosa gli serviva un elettrodomestico che conservava il cibo che non avrebbe mai mangiato?-. Jungwon si stupì di questo particolare e Jongseong, come se gli avesse letto nel pensiero esordì: "non posso offrirti niente da mangiare, purtroppo. Qui in casa non c'è cibo."
"Com'è possibile?!"
"Ho una dieta molto particolare."
Lo sguardo del mortale si spostò altrove, verso una larga scrivania alla sua sinistra, posizionata affianco al bancone della cucina. Essa era invasa dai libri, ordinatamente impilati uno sopra l'altro in numerose "torri", e da boccette contenenti liquidi o polveri di diverso colore.
Il letto si estendeva lungo la parete opposta all' ingresso, sotto una grande finestra, da cui si poteva osservare, da coricati, il cielo stellato. Esso era largo una piazza emmezzo ed era ricoperto da delle lenzuola bianchissime.
"Come puoi vedere, preferisco vivere nel modo più spartano possibile." Esordì Jongseong, indicando i pochi mobili alla sua sinistra e il bagno alla sua destra.
Le pareti erano di color panna e il pavimento era rivestito da delle mattonelle di pietra."Che parola... È molto da te usarne una così... Sarà perché leggi molto." Jungwon indicò la pila di libri sulla scrivania.
"In effetti è così."
"Posso dare un' occhiata?"
Jongseong annuì e Jungwon si appropinquò alla scrivania, afferrò il primo libro della pila e vi lesse il titolo.
"Carpe Diem." Mormorò, prima di sfogliarlo. Le pagine erano consunte, sottili e scure; doveva essere un libro molto vecchio, ma non era questo il dettaglio che lo colpì...
"Hey ma è scritto in latino!""Certo che è scritto in latino."
"E tu leggi i libri in latino?!"
Jongseong annuì.
"Quel libro non è niente male, ma preferisco le carme di Catullo.""Se solo sapessi cosa sono."
"Poesie."
Jungwon si voltò incredulo e lo vide seduto sul letto, che lo stava guardando. I due rimasero col fiato sospeso in silenzio, in attesa che fosse rotto, ma il ragazzo aveva un turbine di domande in testa, così tante che era difficile scegliere quella giusta, e Jongseong rimase in attesa; pensava che Jungwon volesse aggiungere qualcosa, siccome era evidente che era pensieroso.
Il mortale si avvicinò al letto e gli si sedette accanto, senza mai distogliere lo sguardo. Lo fissava con una certa curiosità, come se gli occhi del divo celassero una sottospecie di enigma. In un certo senso era così e Jungwon lo sapeva; da tempo cercava una soluzione, ma senza mai riuscirci. Non capiva cosa stesse cercando in quelle iridi scurissime, magari tutte le risposte che Jongseong non gli aveva neanc'ora dato e che teneva custodite in parole che non aveva intenzione di pronunciare.
"Sono poesie d'amore?" Finalmente Jungwon riprese il discorso che si era interrotto così bruscamente.
"Alcune sì."
"E le altre?"
A Jongseong venne da ridere a ripensarci; non sapeva nemmeno come definire alcune poesie, erano così... Particolari.
"Le altre... Beh ecco... Vedile come delle lettere in poesia piene di insulti e vocaboli volgari... Un po' come quelle che vorremmo dedicare tutti al nostro caro professore di matematica."
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanfictionJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...