Era appena uscito il sole, quando il ragazzo uscì di casa. Si sentivano le grondaie gocciolare e l'aria sapeva di fresco. Approfittò di quel momento per uscire a fare quattro passi, dopo aver passato due lunghi giorni al chiuso.
Era pomeriggio inoltrato e incominciava già ad esserci più caldo. Non gli era mai mancato così tanto il sole... Riki amava il sole.Prese a camminare lungo le strade di periferia. Non aveva una meta precisa, ma poco importava. Quel senso di libertà, svincolato da piani prestabiliti, gli dava un senso di pace e leggerezza; finalmente poteva concedersi un momento per sé.
Dopo un po' di minuti, prese un sentiero, costeggiato da prati, dietro costellati da modeste montagne e che si inoltrava in un bosco ad una certa; un bellissimo querceto. Le foglie degli alberi brillavano di un verde intenso e frusciavano sotto un fresco venticello. Dalle cortecce fuoriusciva linfa dal color del miele, che profumava l'aria. In lontananza udiva, sommesso, lo scorrere di un ruscello e con esso dolci note di una lira. Riki non ci fece caso, ma man mano che i secondi passavano, non poté non accorgersene e si fermò.Appena uscirà il sole, segui il suono della lira.
Queste parole gli risalirono alla memoria, togliendogli per un attimo il respiro. Era proprio una lira.
Senza che nemmeno se ne rendesse conto, incominciò a correre, seguendo, come ipnotizzato, quella soave melodia. Non aveva mai sentito niente del genere fino a quel momento e lui conosceva bene la musica, di quasi tutti i generi, ma il suo preferito era l'hip hop.
Sì inoltrò nel bosco, guidato dalla curiosità e dal desiderio di scoprire chi stesse suonando, anche se già lo aveva intuito e voleva assolutamente rincontrare quello strano ragazzo, che aveva incontrato qualche notte prima, e quindi ricevere delle risposte a tutte le sue domande.Quando vide un' uscita dalla boscaglia, rallentò. Una volta uscito il suono si era fatto sempre più vicino; doveva essere nei dintorni, ma non trovò nessuno, solo un piccolo ruscello e, parallelo ad esso, un sentiero di erba tagliata che riconduceva alla città. Dolci note pizzicate a tempo andante, quasi rubato, ma la melodia aveva un ché di malinconico, riempivano quel luogo di un'atmosfera idilliaca. Non notò subito la voce che ne faceva da accompagnamento, forse perché era così delicata che a mala pena si sentiva, talvolta si perdeva in un sussurro. Le parole sembravano in un'altra lingua, che Riki non aveva mai sentito.
Si girò all'istante, confuso e lo vide: su una quercia, appena davanti al bosco, seduto, quasi sdraiato su un ramo e appoggiato con la schiena contro un altro; stava indossando una splendida tunica bianca. I suoi capelli castani coprivano gli occhi chiusi, le dita sembravano muoversi da sole e la sua pelle fulgeva come una stella.
Non era necessario che costui lo vedesse per capire che c'era un mortale e che lo stava osservando curioso; la sua presenza bastava.
Smise di suonare."Cosa stai cercando, mortale?" Già sapeva la risposta, voleva solo metterlo in difficoltà. "Avvicinati." Era la prima volta che un comune mortale lo incuriosiva e la cosa era reciproca.
Ovviamente Sunoo non si faceva problemi a mostrare la sua natura divina, anzi ne ricavava sempre un gran compiacimento.
Riki obbedì esitando. Si posizionò sotto al ramo, da cui il divo scese con un salto. Quella presenza quasi soffocante turbava l'animo del ragazzo, come se improvvisamente l'aria che respirava si fosse fatta più pesante.
"Tu sei il ragazzo dell'altra sera... Nishimura Riki..." Pronunció quel nome in modo quasi unico, scandendo bene ogni sillaba con un'insolita premura. "Volevi che ci rincontrassimo, ed eccoci qui..." Si interruppe un secondo, compiacendosi della sua espressione attonita. "Di solito chiedo dei sacrifici, ma ho dovuto fare un'eccezione con te." Non aggiunse nient'altro; non si sarebbe mai abbassato a un livello tale da dire: "anch'io volevo vederti"; sarebbe stato degradante.
"S-sacrifici?"
"Sì, sacrifici."
Passò qualche secondo di teso silenzio. Sul volto di Riki traspariva un certo imbarazzo; quel ragazzo gli sembrava matto, o almeno in un primo momento, ma qualcosa non lo convinceva in quella ipotesi, forse il fatto che brillava.
"Che stupido! Non ti ho nemmeno detto chi sono! Suppongo che tu sia qui per questo, giusto?"
Riki annuì riluttante. La cosa che i mortali temevano più di tutte era l'ignoto e il ragazzo, sorti innumerevoli dubbi nella sua mente, non fece a meno di rimanere paralizzato davanti a qualcuno che celava così tanto mistero dentro di sé. Deglutì, nella speranza che le parole si sciogliessero al sole, ma ciò non accadde.
Sunoo capì l'impazienza del mortale di sapere qualcosa che non avrebbe potuto comprendere; così riprese la sua amata lira, fece scivolare la schiena contro la corteccia dell'albero e si mise a sedere sull'erba morbida, indicandogli con la mano un posticino accanto a lui. Il mortale obbedì e non appena lo raggiunse sul soffice manto erboso, il nuovo Febo ricominciò a suonare la lira. La sua pelle profumava di oli profumati, i suoi capelli castani di fiori di campo. Chiuse per un attimo i suoi occhi d'ambra e lasciò andare le dita nella loro danza sulle corde.
Guardò un attimo il cielo e disse: "Atlante... Lo conosci?"
Riki scosse il capo, anche se era quasi sicuro di aver già sentito quel nome.
"Sorregge la volta del cielo... E' la punizione per la sua sconsideratezza e quella di tutti gli altri che hanno osato sfidarlo."
"Chi?"
"Zeus naturalmente: signore dell'Olimpo e generatore di molte stirpi divine."
"Tu credi a queste fantasie?" Gli scappò di bocca questa frase e subito dopo Riki si morse la lingua.
Non fece a meno di abbozzare un sorrisino compiaciuto. "Sapevo che lo avresti detto..." Si alzò in piedi "Ma che tu ci creda o no, hai davanti a te l'ultimo discendente di Apollo: dio del sole, delle belle arti, della medicina e della veggenza, arciere portatore di epidemie..."
La risata del mortale lo interruppe di colpo. Si alzò anch'egli, pronto per andarsene.
"Pensi seriamente che ti creda?! Lo sanno tutti che quegli dèi non esistono!""Lo dite tutti; voi mortali siete diventati così noiosi! Credete in noi solo se vi infliggiamo punizioni! Comunque tu sei venuto qui per ricevere delle risposte e io te le ho date. Se mi credi pazzo o qualcosa del genere, sei libero di andartene."
Così Riki fece, pensando di non aver mai sentito una storia simile, imponendosi di finirla qui, di non tornare più in quel luogo, ma era inconsapevole che era solo l'inizio.
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Spazio autrice:
Capitolo orribile, lo so, ma non sapeva veramente come concluderla questa volta. Credo che sarò inattiva in questi prossimi giorni, perché non ne sono molto in vena.
Byee!
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...