Jungwon si voltò di scatto. La porta era chiusa, come tutte quelle dei gabinetti accanto. L'aria era ferma e maleodorante, tipica dei bagni delle scuole, la finestra era chiusa, ma nella stanza non sembrava esserci nessuno. Strano molto strano. Alzò le spalle con nonchalance.
"Starò impazzendo?" Ipotizzò. Si girò nuovamente verso lo specchio e quasi gli venne un colpo.
"TU?!" Gridò a denti stretti. Il suo cuore da mortale riprese a palpitare impazzito, la pelle del suo viso era indecisa se sbiancare o arrossarsi. Era una reazione di spavento o c'era qualcos'altro che la scaturiva? In ogni caso il potere travolgente del pronipote di Cupido ebbe un effetto sul ragazzo non indifferente.
Jongseong si ergeva dietro di lui, alto, il suo viso impeccabile catturava i raggi del sole, le sue labbra erano lievemente tirate in un sorrisino arrogante. Era convinto che avrebbe vinto la scommessa in quello stesso momento, d'altronde nessuno gli aveva mai detto di no, nemmeno davanti alle sue richieste erotiche; se lui voleva una cosa, bastava che la chiedesse e la otteneva, in caso contrario non esitava a usare le maniere forti. Non era raro che gli dèi violentassero fanciulle o fanciulli e Jongseong non era da meno, comandato dalla sua natura divina colma di vizi. Molti anni prima- se non due secoli o tre; per gli immortali il tempo non è assolutamente niente e di certo per loro cento anni passavano celeri, come se fossero pochi mesi- aveva giaciuto con una ragazza in un tempio sacro ad Atena; gli adulatori e i sacerdoti della dea erano diffusi in quasi tutto il mondo, perciò non è difficile raggiungere le sue are sacre. La glaucopide quando lo seppe gli si palesò davanti infuriata, gli puntò la lancia alla gola e gli promise che gliel'avrebbe strappata mille volte con le sue stesse mani, ma sfortunatamente non voleva scomodarsi tanto e di certo Afrodite, la sua rivale da sempre, proprietaria della sua tanto sospirata mela d'oro, non l'avrebbe presa bene, perciò le sue minacce non si concretizzarono, ma il rancore rimase e l'ira di un dio può durare per millenni.
"Che cosa vuoi da me, si può sapere?!" Jungwon si girò verso Jongseong e lo guardò con occhi di fuoco.
Il divo colse quello sguardo come un gesto di sfida, se non persino di tracotanza, perciò lo spinse contro il muro accanto a loro. Le sue mani premevano contro quelle spalle larghe. Il mortale cercava di spingerlo via, ma invano; quella stretta era così salda che ogni sforzo era completamente inutile e man mano che i secondi passavano la forza delle braccia di Jungwon si indeboliva. Ogni secondo trascorso ad osservare quel viso gli faceva perdere il senno, così provò a distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì.
"La tua faccia da panico mi intriga... Adorabile!" Commentò Jongseong, passandogli rapidamente un dito sulle labbra, le premette, immaginando di provarle, si domandò che sapore avessero. Erano così morbide che questa curiosità si tramutò presto in voglia ed era certo che essa sarebbe stata soddisfatta al più presto, o almeno così credeva.
Quegli occhioni lucidi si spalancarono, le sue larghe guance diventarono ancora di porpora. Il respiro gli si bloccò di nuovo nella trachea e intanto la sua rabbia gli cresceva dentro.
"Toglimi le mani di dosso!" Esclamò.
"Come prego?!"
"Hai capito benissimo. Lasciami o ti prendo a calci in culo!"
"Che paura..." Si avvicinò. Le sue mani tornarono entrambe a premere contro le spalle larghe del mortale e i loro visi si facevano sempre più vicini. Jongseong cessò di avanzare quando erano a fior di labbra.
"E' la prima volta che qualcuno mi rifiuta, soprattutto in questo modo." Abbozzò un sorriso amaro "Purtroppo io ho un grandissimo difetto: non so il significato della parola <no>."
"Allora procurati un vocabolario e lasciami stare." Ringhiò Jungwon.
"Non ti lascerò finché non avrai fatto quello che voglio."
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...