Il mortale dormiva tra le braccia del divo. Da tanto tempo gli incubi insidiavano il suo sonno e in quel momento sembrava che gli avessero finalmente lasciato un attimo di respiro.
Sorrideva, come se finalmente avesse trovato la pace. Non tremava più; il tepore che Jongseong emanava lo avvolgeva come una coperta. Ogni tanto il tocco delicato delle sue dita gli faceva aprire gli occhi e, ogni volta che lo faceva, i loro sguardi si incrociavano, dando origine a discorsi che solo i loro cuori potevano sentire.Jongseong non aveva mai avuto un momento così intimo con nessuno dei suoi amanti. La cosa lo stupì parecchio, siccome era un dio seduttore per eccellenza e ciò che sapeva fare meglio, era proprio avere momenti intimi con i suoi amanti.
Si rese conto che la connessione spirituale era molto più forte di quella data solo dai desideri carnali, ed era la prima volta che la sperimentava."Qualcuno ti ha mai dato un soprannome?" Gli chiese, ad un certo punto.
"No mai. Perché me lo chiedi?"
"Per fare conversazione. Mi sembra stupido stare qui a guardarci, senza dire niente."
"Invece è fantastico; posso concentrarmi meglio sul fatto che sei diventato ancora più bello, rispetto a un anno e mezzo fa."
Jungwon abbozzò un gran sorriso, senza evitare di schernirsi, come al suo solito tendeva a fare, quando qualcuno gli faceva un complimento.
"Ma smettila. Pensiamo a un soprannome per te, piuttosto.""Perché dovrei averne uno? Noi dèi non ci chiamiamo con soprannomi... Piuttosto con epiteti, ad esempio mi chiamano Nuovo Eros, l'Incantatore, la Rosa in Madreperla, Affabile Seduttore..."
"Sì ho capito. Non c'è bisogno di fare il presuntuoso, dio della seduzione." Fece una smorfia strana, come se quelle parole gli avessero lasciato un retrogusto strano in bocca. "Per te ci vuole un soprannome che solo io posso usare..."
"Amore mio non va bene?"
Jungwon scosse il capo.
"Quello non è un soprannome.""Ah già."
"Gli amici mi chiamano Won; quello è un soprannome. Tu puoi chiamarmi Wonie. Suona così bene!"
"Voi mortali siete strani." Sospirò Jongseong.
Jungwon ignorò il suo commento e cominciò a storpiare il nome del suo amante in ogni modo possibile, anche se non gli piaceva come suonava.
"Seongie? No... Jong... Mmh... Te ne serve uno corto e possibilmente stupido.""Seongie mi sembra molto stupido." Rise Jongseong.
"Sì, ma non mi convince e di sicuro mi rifiuto di chiamarti con uno di quegli stupidi epiteti."
"Amore, credo che l'ipotermia ti abbia ghiacciato qualche neurone." Sempre continuando a ridere, gli baciò la fronte e si rese conto che era tornato alla temperatura di sempre: né troppo calda, né troppo fredda.
"Sta' zitto, Nuovo Eros, e fammi pensare... Ho trovato! Jay." Sprizzava gioia e soddisfazione da tutti i pori. Le sue guance erano solcate da due profonde fossette.
"Jay? Perché Jay?"
"Non lo so, ma mi piace. Scommetto che nessun'altro tuo amante ha avuto la premura di affibbiarti un soprannome."
"No di sicuro." Bofonchiò Jongseong.
A volte i mortali erano imprevedibili e serbavano numerose piccole o grandi sorprese. La sua vita senza di loro sarebbe risultata piatta e monotona; infatti in cuor suo sapeva di aver fatto la cosa giusta, presentandosi al cospetto di Zeus per poi giocare ogni sua carta per salvare tutti loro. Un anno di sacrifici lo stava ripagando; riti e banchetti erano stati allestiti in suo onore e le sacerdotesse nei templi avevano sacrificato agnelli e montoni: una piccola nicchia di mortali che aveva ancora a cuore il culto classico.
Al di là di tutti i doni, il grasso di agnello abbrustolito, l'oro e le feste, il regalo più gradito dal divo era il sorriso da tempo perduto del suo amante."Stai meglio, Jungwon? Senti ancora freddo?" Chiese, dopo un' attenta perlustrazione del viso del mortale; era la ventesima quel giorno.
"No, non ho più freddo e sto molto meglio, grazie a te." Sospirò. Il suo sorriso sfumò pian piano. "È passato più di un giorno; mi sono assentato dai miei doveri per fin troppo tempo... Domani è meglio se torno a lavorare, o mi licenziano... E devo studiare."
"Sembra estenuante. Dopotutto devi pagare l'affitto e le tasse universitarie, ma se ti dicessi che ho la soluzione?"
Jungwon sgranò gli occhi.
"Quale?""Vieni a vivere con me. Lo so, starai pensando che è ancora troppo presto per chiedertelo, ma vedi... Non dovrai pagare l'affitto e i soldi risparmiati serviranno per pagare le tasse universitarie. Inoltre mi sentirei più tranquillo se vivessi con me; ora il mio amico ti dà la caccia e non è come un semplice assassino mortale; lui è dappertutto e ha occhi fin dove i raggi del sole riescono ad arrivare."
"E faresti questo per me?" Jungwon quasi si commosse. "Ne sei sicuro?"
Jongseong annuì e sul viso del mortale si dipinse un' espressione piena di gratitudine.
Le loro labbra si toccarono di nuovo, delicate come una farfalla che si posa sui petali di un fiore, che cela tutti i segreti di una nuova vita, piena di gaudio, ma anche di paura e di sogni infranti."Ora ho capito." Mormorò il ragazzo, non appena il bacio fu spezzato da uno schiocco, che avrebbero potuto sentirlo solo loro due.
"Cosa?"
"Come facevi a capire quando avevo bisogno di sostegno, a intrufolarti in camera mia e, con un semplice tocco, a modificare i miei sogni, a farmi smettere di tremare..." Ancora sentiva quel tocco, che a distanza di anni, persisteva nella sua pelle, come un marchio. "Sei straordinario, Jongseong, davvero. Qualsiasi altra divinità avrebbe fatto un gesto simile?"
"Certo che no."
"Non ne avevo dubbi. E la tua antenata? L'avrebbe fatto?"
Jongseong fece spallucce.
"Afrodite beh... Potrebbe.""Mi piacerebbe conoscerla."
"Non è facile. Un giorno, se vorrà, la potrai conoscere..." Sospirò. "Ma non ci sperare troppo; ha appena ricominciato a rivolgermi la parola."
"Perché?"
"Perché vedi... Fino a poco tempo fa, non avevo una buona reputazione: è una cosa che succede, se si è una divinità minore. Dopo che ho persuaso Zeus da sterminare i mortali, a cui anche lei è affezionata, ha smesso di fingere di non conoscermi."
"È ingiusto quello che ha fatto; tu hai il suo stesso sangue!"
"Questo conta poco, quando l'unica cosa che si guarda è l'onore."
La conversazione si concluse nel silenzio. Jungwon rimase molto deluso da quelle parole; pensava che quel mondo fosse diverso, ma un semplice mortale non poteva nemmeno lontanamente immaginare ciò che si nascondeva dietro ai miti e alle leggende, a cui nessuno più credeva.
Egli si mise supino, a guardare il soffitto e a riflettere. Tutte quelle informazioni gli avevano fatto girare la testa.
Dopo qualche minuto, parlò di nuovo:
"Dirai agli altri che sei ancora vivo?""Non vedo perché dovrei."
"Ma cosa racconterò ai miei amici? Non riuscirò a tacere su una cosa del genere..." Improvvisamente balzò seduto. Lo scatto aveva fatto sì che avvertisse una fitta al fianco, ancora fasciato. "Cazzo!" Esclamò.
"Cosa c'è?"
"I miei amici! Li ho lasciati da soli; saranno preoccupati!" In poco tempo scapicollò giù dal letto e corse verso l'armadio.
"Jungwon, sei ancora debole; non puoi andare fuori."
"Devo. Mi avranno dato per disperso... Quanto tempo ho passato sdraiato su questo stupido letto?!"
"Quasi due giorni." Jongseong lo raggiungette. "Ma non dovresti uscire comunque."
Malgrado i suoi consigli, Jungwon si era già infilato la giacca e si stava allacciando le scarpe. Allora il divo sospirò rassegnato e annunciò infine: "vengo con te."
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...