Capitolo 1

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Spazio autrice:
Per dare un senso alla ff modificherò qualche cosa della mitologia greca, ma non la stravolgerò completamente, anzi cercherò di esserle il più fedele possibile.
Es: l'espansione coloniale degli dèi è un' idea mia ;)
Buona lettura!

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Ebbe tutto origine, secondo Esiodo, da quattro divinità primordiali: Gaia- la terra- Tartaro- gli inferi- Eros- l'amore passionale, secondo alcuni filosofi ebbe origine da Afrodite- e Caos.

Gaia diede origine alle montagne, al mare e ad Urano: la volta del cielo. Con quest'ultimo ella generò ciclopi, giganti centimani e titani come Oceano, Mnemosyne, Iapeto, Crono e Rea. Il dio stellato però, avendo paura di essere spodestato, intrappolò tutti i figli nel ventre della terra. Gaia, stanca di procreare, chiese aiuto al figlio Crono, il quale, non appena il padre si fosse steso per giacere con lei, saltò allo scoperto, gli tagliò i genitali e li buttò in mare. Dalla schiuma delle onde, fecondata dal suo seme, nacque Afrodite, dea della bellezza e dell' amore.

Da Crono e Rea discese la prima generazione di déi Olimpici, tra cui Zeus che spodestò il padre Crono e liberò i fratelli che il titano aveva divorato e con essi liberò dalle profondità della terra gli altri figli di Gaia, i quali gli regalarono il fulmine, il tuono e il baleno.

Dopo qualche millennio, con l'espansione e la scoperta di nuovi territori, ninfe, nereidi e déi, desiderosi di scoprire e di vedere tutto un altro mondo fuori dalle colonne d'ercole e ben oltre i territori conquistati da Alessandro Magno, si spostarono e nel giro di secoli si insediarono in tutto il mondo, generando stirpi di divinità dalla carnagione scura, chiara, dai tratti somatici più duri, più morbidi, dagli occhi grandi, piccoli, stretti o a mandorla. Insomma, si può definire  come un vero e proprio sovrappopolamento di ninfe e divinità che sono sopravvissute fino ai giorni nostri, vivendo sui picchi più alti, nelle foreste, nelle profondità del mare, tra i ghiacci oppure alcuni prosperano persino camuffati tra i mortali. Certi dèi vivono crogiolandosi nelle lusinghe, nei doni e nei sacrifici in loro onore, altri più riservati invece si spacciano per persone normali.

Questo era il caso di Park Jongseong: un immortale che si fingeva un adolescente come tutti gli altri e frequentava un normalissimo liceo nelle periferie di Wonju (Corea del Sud). Appena nato fu baciato da Afrodite, che gli donò eterna bellezza e una collana d'oro bianco con un grazioso ciondolo in perla, a forma di conchiglia, di un bianco opaco ma brillante allo stesso tempo. Gli avrebbe portato fortuna per sempre. Non tolse mai quel gioiello e non lo avrebbe mai fatto, lo custodiva come se fosse la cosa più preziosa in suo possesso.

Egli crebbe alla svelta, come ogni immortale del resto. Le spalle gli si allargarono, lo sguardo diventò penetrante e ipnotico, gli occhi scuri incastonati come pietre preziose tra due spesse palpebre, il naso ben dritto e lievemente appuntito, viso dai lineamenti delicati, salvo per la mascella: marcata e acuminata persino. Il corpo si era adattato a proporzioni quasi impeccabili.

Era solito a passare i pomeriggi con i suoi due amici dopo scuola, si ritrovavano tutti e tre al ruscello e parlavano per ore ed ore. A volte poteva capitare che le chiacchierate si trasformassero in scherzi o anche giochetti e intrattenimenti vari.

"Sai chi è il più veloce tra Achille e una lepre?" Domandò Sunghoon, un pomeriggio di aprile, giocherellando con un rametto, per poi scaraventarlo in acqua e osservarlo galleggiare e venire trasportato dalla corrente.

"Basta con questa tiritera, Sunghoon!" Lo ammonì Jongseong. Con un salto scese dall' albero contro cui stavano appoggiati i due amici.
"Ce l'hai detto un milione di volte!"

"Concordo." Intervenne Sunoo, le sue dita nel mentre pizzicavano le corde della sua amata lira dorata. Il ritornello di quella canzone stava nascosto nella sua bocca con la speranza di uscire, ma le parole si trasformavano in semplici melodie. La sua soave voce si sentiva appena tra le chiacchiere degli altri due amici. La sua mente ad un certo punto si perse e fantasticò storie e miti; quello sul suo antenato, Apollo e l'amante Giacinto era il suo preferito, sebbene tragico.

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora