I minuti scorsero lentamente, come i tocchi sulla loro pelle. La notte risuonò dello schiocco delle loro labbra, dei respiri affannosi e dei gemiti. Si scambiarono piaceri, sussurri e baci... Tanti baci. I loro corpi si unirono come mani, si incrociarono come dita e sbocciarono insieme come gelsomini, più di una volta, finché la stanchezza non prevalse, portandosi via l'impeto, la passione e anche la rabbia repressa dall' erotismo. Jungwon faceva fatica a respirare, il nome del suo amante gli usciva dalle labbra in un sussurro, in urla e nuovamente in sussurro. Stringeva Jongseong con tutte le sue forze, per farlo ancora più suo. Se questo si chiamava "amore", ciò che in cuor suo aveva bramato segretamente, senza nemmeno accorgersene, non voleva più farne a meno. Voleva godere in eterno di quella dolce droga, che da quella sera- quando era stato colpito dalla freccia di Eros un anno emmezzo prima- gli scorreva nelle vene, gli faceva battere forte il cuore e gli dava quell' estasi viscerale.
Ondate di piacere lo facevano fremere e gemere. Il profumo di salsedine che emanava il suo amante lo avvolgeva come i flutti del mare, gli riempiva i polmoni di una freschezza estasiante. La conchiglia che Jongseong portava sempre al collo aveva trovato appoggio sul petto del mortale, proprio sopra al cuore, che batteva ancora, come un tamburo, e chissà per quanto tempo ancora lo avrebbe fatto.
Dopo essere sbocciato per l'ultima volta, Jungwon allentò la presa e il suo corpo si afflosciò sul letto, madido di sudore. Aveva caldo, tanto caldo. Ansimava come se avesse corso una maratona. Chiuse gli occhi, cercando di riprendere fiato.
Jongseong gli si coricò affianco. Anche lui aveva il fiato corto. Era felice; non ricordava nemmeno più per cosa stavano litigando poco prima.
"Stai bene?"
"Sì... Sì..." Rispose Jungwon. La sua voce era ovattata dall' affanno.
"Hai vinto la scommessa, congratulazioni!" C'era della stizza nel suo tono, sebbene stava sorridendo.
L'aria fredda a contatto con la pelle nuda lo fece rabbrividire, perciò si infilò sotto le coperte."Te ne sei pentito?"
"No, affatto, ma credo che me ne pentirò al più presto, quando mi spezzerai le gambe."
"Che stupido che sei, a dare retta a Sunoo."
"Ricominci? Guarda che ti sbatto fuori di casa."
"Auguri! Voglio proprio vedere come riuscirai a tenermi fuori." Ridacchiò Jongseong, sfregandosi i capelli leggermente sudati.
"Ti odio." Borbottò Jungwon sconfitto.
"Non credo, dato che fino a un attimo fa continuavi a urlare il mio nome all' unisono."
"Smettila di contraddirmi sempre, Jongseong! Sei veramente fastidioso!"
"Dai, amore, non ti arrabbiare di nuovo."
Jungwon si girò su un fianco, dalla parte del suo amante e lo guardò dritto negli occhi, con aria vittoriosa.
"Allora chiedimi scusa.""Va bene. Ti chiedo scusa."
"E dammi un bacio."
Come se non gliene avesse già dati così tanti da farsi male alle labbra, gliene diede un altro a stampo. Il sorriso del mortale si allargò.
"Un altro."
"No. Basta, drogato di baci. Non ne hai già avuti abbastanza?"
"Non mi basteranno mai, se si tratta dei tuoi."
"Me lo immaginavo..." Si avvicinò al ragazzo e gli cinse le spalle.
Jungwon si abbandonò tra le sue braccia, temendo che fosse tutto un sogno dal profumo di salsedine, che si sarebbe svegliato da un momento all'altro e che si sarebbe ritrovato improvvisamente solo, come lo era stato per un anno emmezzo.
"Ti senti meglio, Jungwon?" Chiese poi Jongseong, percependo il calore dei respiri regolari del mortale sulla sua pelle.
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...