Capitolo 5

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La notte aveva già steso il suo scuro velo trapunto di stelle fin dove si estendeva lo sguardo all'orizzonte. Sunoo stava camminando per le vie quasi completamente buie. La sua figura fulgeva come Selene in una notte di plenilunio, come sua zia lontana durante una battuta di caccia. La faretra gli dondolava contro la schiena, cinta attorno alle spalle, come l'arco dorato. I dardi tintinnavano a ogni passo e rompevano il gran silenzio di quel quartiere tranquillo, completamente isolato dal chiasso e dalla frenesia della città.

Pensava a quella civetta: il bellissimo gioiello, da cui non riusciva a distogliere lo sguardo e che portava tanta preoccupazione non solo all'animo dell'amico, ma anche al suo. Aveva così tante volte provato a chiedere aiuto al suo avo, ma invano; non riceveva visioni da Apollo, nemmeno messaggi di nessun tipo.

"Ma che cosa è saltato in mente a Jongseong?! Per quale assurdo motivo ha dato sfogo a tutto il suo implacabile erotismo in un tempio?!" Pensò "Che incosciente! Chissà quali altre empietà commetterà ancora!" Calpestò una lattina senza che nemmeno se ne rendesse conto e proseguì col suo cammino senza darci troppa importanza.

Il suo sguardo si incrociò con quello di un uomo che stava camminando nella direzione opposta. Notò della malizia in quegli occhi piccoli e camuffati in parte nel buio, una fame che non gli era nuova. Decise di aumentare l'andatura. Sperava di evitare spiacevoli incontri almeno quella notte, ma ciò non avvenne.

"Ragazzino..." Disse con voce tonante l'uomo "Cosa pensi di fare con quell'arco?" Quegli occhi bavosi avevano indugiato anche troppo sulla bell'arma di Sunoo, il quale, infatti, iniziò ad innervosirsi.

Il febo si girò lentamente, senza scomporsi. "Scusi...?" 

"Non è prudente portarti in giro un tale splendore..." Allungò la mano, facendo ritrarre il divo.

"Non lo tocchi!"

"E' bello che ci tieni tanto al tuo bel giocattolino. Quanti anni hai?" Estrasse una piccola pistola dalla tasca del cappotto. Sunoo si fece scappare una breve risata.

"Cosa vuoi fare con quella?" Domandò con una certa arroganza.

"Rispondi prima alla mia domanda: quanti anni hai?" Sul volto dell'uomo si dipinse un ghigno vittorioso. I suoi occhi di fuoco bramavano quell'arco ardentemente e già pregustava l'enorme fortuna che ne avrebbe fatto.

"Quattrocentosedici." Questa fu la sua risposta e le sue labbra non fecero a meno di tirarsi in uno smagliante sorriso divertito.

"Divertente, ma se fossi in te non farei tanto lo spiritoso." Gli puntò contro la pistola.

Sunoo scoppiò in una fragorosa risata. "Cosa vorresti fare con quella?!" 

Il dito premette contro il grilletto e il rumore dello sparo risuonò nella quiete di quella strada. La pallottola si conficcò nel petto del Febo, facendone uscire fiotti di linfa dorata, dolce come l'ambrosia. L'uomo rimase di sasso, quando si rese conto che quel "ragazzino" era rimasto in piedi, impassibile, che non stava più ridendo, ma era serio.

"C-come..." Balbettò il criminale. Non finì nemmeno la frase dallo sbigottimento.

Sunoo estrasse il proiettile con pochi gesti precisi. Il piombo era impregnato di quel liquido d'oro. Lo fece cadere a terra, gli si avvicinò minaccioso e gli schiaffò l'arma dalle mani. Essa cadde a terra pochi metri più in là.

"Kim Sunoo è il mio nome ed ho quattrocentosedici anni, faccio parte della progenie di Apollo..." La sua voce si era mutata in un tuono, man mano che avanzava. Gli afferrò il collo e lo strinse con una forza innaturale. L'uomo annaspava in cerca di aria e si dimenava, preso dal panico e dalla confusione, cercava di far leva sulle braccia chiare e sottili del dio, ma niente da fare.

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora