Capitolo 37.

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Il suo corpo fu spinto a terra. Jungwon sussultò e aprì gli occhi. Era ancora vivo e non aveva nemmeno un graffio. Alzò lo sguardo e il suo cuore perse un battito. Il suo nome gli uscì in un sussurro. Incredulo notò che fiotti di sangue dorato zampillavano dalla spalla del Nuovo Eros e del pugnale si vedeva solo il manico, la lama era stata conficcata nelle sue viscere immortali.

Il madreperla della tunica si era contaminato, così come la rosa rossa che teneva i due lembi della stoffa. Con due rapidi movimenti, estrasse la lama dalla sua spalla. Jungwon non poteva vedere la sua espressione adirata, ma l'altra mano, rimasta immobile, che tremava, sì. Trattenne le lacrime a fatica.

"Jongseong, vedo che sei tornato." Il sorriso che aveva Sunoo sul volto divenne ancora più falso. Gli tremava il labbro inferiore dal nervoso.

"Cosa credevi di fare?!" Ruggì.

"Solamente quello che avresti fatto tu dopo il tuo ritorno dalla sentenza."

"Quello che faccio dei mortali non ti riguarda."

"Invece sì, se per colpa tua iniziano a seccarmi. Questo essere ha appena cercato di uccidermi." Si giustificò Sunoo. Questa volta non nascose la stizza nella sua voce.

Jongseong sembrò non ascoltarlo. Si girò verso Jungwon, il quale trasalì, appena vide la sua espressione furiosa; temeva quasi che lo avrebbe polverizzato. Tuttavia il divo tirò un respiro profondo e gli tese la mano. Il mortale riluttante la afferrò e si tirò su. Ancora tremava e avrebbe tanto voluto urlare e scoppiare in singhiozzi, picchiarlo, dirgli le cose peggiori che gli venissero in mente e alla fine abbracciarlo e scappare via.

Successivamente si rivolse ancora a Sunoo.
"Non ti permettere più di chiamarlo in quel modo. Lui ha un nome."

"A chi importa?!"

"A me!" Gridò. "E se proverai anche solo a torcergli un capello..."

"Cosa? Cosa farai? Io sono immortale, genio."

"Convincerò Zeus a infliggerti una severa punizione, come ho dissuaso tutti gli altri dèi dal fare uno sterminio di massa."

Sunoo scoppiò a ridere.
"Ti faccio i miei più cari auguri. Spero che non mi serberai rancore, quando te lo avrò tolto dalle mani. E' diventata la mia preda adesso. Tu l'hai abbandonato e non lo vedo intenzionato a perdonarti e dopo che gli ho raccontato tutta la verità su di te, ti starà ben lontano!"

"Cosa gli hai detto, infido..."

"La verità: la bella fine che hai fatto fare alla maggior parte dei tuoi ex amanti e quella che avevi in serbo per lui. Sunghoon mi ha raccontato tutto. Eri tanto arrabbiato quella notte, per tutte le parole cattive che quel moscerino ti ha detto. Progettavi di ucciderlo al più presto, non appena si sarebbe lasciato sedurre e tu avresti vinto la scommessa." La sua risata cristallina non si fermava e a Jungwon faceva venire i brividi. "Jongseong, quando glielo avresti detto? Quel mortale si fidava di te."

"Sta' zitto e vattene da qui!" Urlò.

"Ma certo. Tolgo immediatamente il disturbo." Infine guardò Jungwon dritto negli occhi, come un leone affamato fa con la preda. "Ci vediamo molto presto, Yang Jungwon."

Sunoo scomparve, portandosi via il caldo e il sole. In poco tempo tornò la neve intorno a loro e i gelidi venti invernali.

Jungwon rimase immobile, pietrificato dalla paura. Il suo sguardo si incrociò con quello di Jongseong.

"Morirai assiderato così..." Disse quest'ultimo. "Vieni. Ti porto a casa." Gli afferrò la mano e prese a camminare verso il bosco. Jungwon non si mosse di un millimetro e ritrasse la mano.

"No."

"Jungwon. Morirai se resti qui."

"Perché ti importa? Oh già... Forse perché vuoi uccidermi tu, con le tue stesse mani."

Jongseong si voltò verso il mortale, che aveva gli occhi gonfi per il pianto che stava cercando di trattenere.
"Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in questo modo. Possiamo parlarne al caldo? Giuro su Zeus che non ti farò niente."

"No!" Gridò Jungwon.

"Jungwon, ti prego..." Cercò di avvicinarsi, ma il ragazzo indietreggiava sempre di più.

"Stai lontano da me!" Le lacrime iniziarono a rigargli le guance, mentre il freddo penetrava nelle sue membra come una coperta fatta di spade. "Sei tornato, dopo un anno e mezzo e pretendi che io ti riaccolga a braccia aperte?! Perché lo hai fatto? Perché mi hai abbandonato? Per vendetta? Volevi vendicarti, facendomi credere che tu fossi morto, per poi tornare per darmi il colpo di grazia?! Avresti dovuto uccidermi e basta, al posto di farmi soffrire come un cane a causa tua! Non ti sarebbe bastato fare a pezzi il mio corpo?! Ah no... Prima devi sedurmi e vincere una scommessa del cazzo. Beh non te lo premetterò mai!" Non aspettò risposta e corse via.

"Ti prego, Jungwon, non farlo!" Gridò Jongseong, invano.

Il mortale era già entrato nel bosco e correva più veloce che poteva, saltando radici e schivando rami. Alcuni rovi gli graffiavano il petto nudo, ma non si fermava, nemmeno quando sentì i primi crampi alle gambe. Zoppicando, continuava ad andare avanti, cercando una via di uscita, ma la vegetazione sembrava ancora più fitta e sconfinata.

Il freddo gli attanagliava le membra, nella gola sentiva il ferrigno sapore del sangue e le gambe gli dolevano terribilmente, così tanto che fu costretto a fermarsi per riprendere fiato. Fu allora che sentì il sibilare di una freccia rompere il silenzio. Essa lisciò il fianco, la punta lasciò dietro di sé un lungo taglio, facendo defluire copioso il sangue, che contaminò la candida neve attorno a lui.

"Cazzo!" Esclamò, prima di ricominciare a correre. "Devo uscire da qui devo." Eppure gli sembrava che ogni passo lo riportasse negli stessi punti che aveva percorso un attimo prima. Aveva pure ricominciato a nevicare. Le fronde degli alberi si muovevano al vento e oscuravano la luce del sole, filtrata dalle nubi dense.

Ad un certo punto inciampò su una radice e cadde a terra. Scivolò sulla neve fresca e lì rimase. Non riuscì più ad alzarsi in piedi, poiché il gelo aveva preso il possesso del suo corpo, rallentando man mano i respiri e intorbidendo i muscoli. La ferita gli faceva un male cane; l'ampiezza dello squarcio era aumentata, come la quantità di sangue ivi usciva.

"Sto sognando." Sussurrò, prima di sentire una fitta lancinante, proveniente dal fianco. Urlò dal dolore. "No. Non sto sognando... Credo che questa sia la fine." Una lacrima gli scese dalla guancia e scavò un piccolo solco nella neve.
"Me lo sono meritato, in fondo."

La vista gli si offuscò e l'ultima cosa che vide, prima di perdere i sensi, fu una pioggia di frecce, che cadevano da ogni direzione.

Tirò un sospiro e poi tutto divenne nero.

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Spazio autrice

Ciao a tutti!

Come avete potuto vedere. In questi ultimi giorni non ho un cazzo da fare, quindi scrivo capitoli su capitoli.

Ora voglio sapere se questa killer ver di Sunoo vi piace (io ce lo vedo tantissimo come antagonista) e se, secondo voi Jay e Jungwon faranno mai la pace e se Jay è veramente cambiato. Voglio sapere le vostre considerazioni :)

Detto questo, scrivo subito il prossimo capitolo, siccome non ho niente di meglio da fare. Quindi non vi lascerò col dubbio per molto ;)

Ciaoo!

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora