Passarono i minuti ed entrambi non proferivano parola; si accontentavano di quel piacevole silenzio. Si sentiva solo lo scorrere del ruscello, ma Jungwon non ci fece nemmeno caso. Ad un certo punto chiuse gli occhi e Jongseong lo lasciò fare, ormai ritenutolo fuori pericolo. Quando si risvegliò, era ancora lì e gliene fu molto grato. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma sotto sotto non gli dispiaceva stare appoggiato comodamente sulle gambe del divo; lo faceva sentire al sicuro: una sensazione che non aveva mai avuto il piacere di provare: perdersi nei suoi occhi scuri e convincersi che sarebbe andato tutto bene. Anche quando il suo corpo tornò un minimo in forze, non se la sentì di muoversi, temendo che potesse riaccadere tutto da capo.
Quel ragazzo profumava di salsedine e di oli profumati. Il che non fece altro che destare in Jungwon una certa curiosità, la quale andava di pari passo con l'odio che provava.
"Stai meglio, Jungwon?" Gli chiese Jongseong.
"Sì." Gli sollevò la mano, appoggiata al suo petto fino a un momento prima, e gli esaminò il palmo con inquieta attenzione. Ovviamente era assolutamente intatto.
"Che fine ha fatto il tuo taglio?""Taglio?"
"Quando ti ho incrociato per strada, prima di perdere i sensi, sanguinavi."
"È impossibile, perché prima di perdere i sensi eri sul ponte."
Jungwon sospirò confuso.
"Che mi fossi sognato tutto? Ma io non mi ricordo di essermi buttato.""Cosa ti ricordi?"
"Di aver sognato di essere al mare, di ferirmi con una conchiglia... Mi sono svegliato, sono uscito di casa, ti ho incrociato per strada, ho notato che sanguinavi e ho perso i sensi." Spiegò fugacemente, come se quegli incubi potessero ripercuoterlo anche solo se rievocati.
Questo fenomeno, degno di essere considerato prodigioso, fece preoccupare anche Jongseong. Temeva i dispetti divini e si ricordava che alcuni erano stati a dir poco terribili. Tuttavia non era in grado di fare molto, siccome quel mortale non aveva alcuna intenzione di avere a che fare con lui. Perciò si limitò a sperare che non potesse accadere di nuovo; al momento era l'unica cosa che riusciva a fare, oltre a tenerlo costantemente d'occhio, ma gli importava così tanto la misera vita di un mortale? Sarebbe sfiorita in un battito di ciglia. La risposta era chiaramente un no.
"Perché mi hai salvato?" Continuò Jungwon, ripensando al fatto che tra di loro non c'era un buon rapporto.
"Perché non avrei dovuto? Sarebbe stato crudele da parte mia lasciarti annegare... Non è mai giusto lasciar recidere un filo, ancora prima che venga tessuto..."
"Certo che parlare a vanvera ti piace veramente tanto." Commentò Jungwon, lasciandosi scappare un sorriso malizioso. "Dimmi un po'... Mi hai messo tu la rosa nell' armadietto?"
"Naturalmente. Chi altri sennò?"
"Perché?"
"Secondo te?"
Dopodiché Jungwon si sollevò dalle gambe di Jongseong e si mise seduto davanti a lui, guardandolo dritto negli occhi, con aria di sfida.
"Park Jongseong, si può sapere cos' hai in mente di fare?!"
"Scoprire se con te avrò qualche possibilità."
Dalle labbra di Jungwon uscì una risata acida. Si alzò in piedi, pronto per affrontarlo. Il divo rimase impassibile, davanti a quella ennesima manifestazione dell' ego smisurato del mortale.
"Credi veramente che la avrai?! I presuntuosi come te mi danno il voltastomaco! Forse è per questo che mi hai salvato; speravi che potessi diventare una delle solite troie di cui ti circondi, vero? Beh ti sbagli! E ora buttami nel fiume, se è così; preferisco annegare piuttosto che assecondare uno stronzo come te!"
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...