Capitolo 86.

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Passarono i giorni, che sfumarono in settimane e successivamente in mesi e presto arrivò l'estate e con la stessa velocità se ne andò via. Arrivò l'autunno e il semestre di Persefone sulla terra dei vivi terminò. Quindi arrivò il freddo. Tuttavia era comunque piacevole vivere in quella casa sulla scogliera. Non aveva riscaldamenti e alcune stanze avevano addirittura pareti aperte, verso il mare o verso i giardini, ma si stava comunque bene. Jungwon compì ventisette anni. Si sentiva già vecchio, dal momento che era vicino alla trentina, ma Jongseong gli ripeteva che era bello come se ne avesse ancora venti. Effettivamente non si sbagliava, durante gli anni aveva conservato la sua bellezza senza tempo.

Il giorno del suo compleanno, Jungwon si svegliò intorno alle nove. Aveva un leggero mal di testa, perché la sera prima era tornato a Wonju per bere in compagnia dei suoi amici. Era un dolore lieve, ma gioioso: gli ricordava di quanto fosse felice in quel momento. Non gli mancava nulla, aveva due migliori amici che gli volevano bene, una bella casa, un amante per cui avrebbe dato la vita e aveva ottenuto anche un posto per una rivista letteraria, che pubblicava periodicamente qualche manoscritto di suo pugno, tra cui poesie, racconti o anche testi argomentativi, riflessioni e commenti su opere celebri di autori classici e contemporanei. Amava di tanto in tanto commentare qualche irriverente estratto di Catullo, con battute ironiche e a volte anche osé. La censura non le toccava nemmeno, forse perché i lettori stravedevano per le sue opere. Un' opera che era stata particolarmente apprezzata fu una sagace ed esilarante lettera a Catullo, da parte di Aurelio, in risposta alla famigerata Carme 21.
Jungwon non si firmava mai, ma usava uno pseudonimo. A volte si chiamava "figlio di moira" oppure "l'aedo d'oltre mare". Nel caso dell' ultima opera di cui vi ho parlato, si è firmato "pater esuritionum".

Che stupida che sono! Mi sono dilungata così tanto sulla carriera del nostro Jungwon, che mi sono dimenticata di dirvi che cosa gli ha regalato Jongseong per il compleanno! Se non erro, ci stavo appunto arrivando... Quando Jungwon si svegliò, pensò che voleva dormire ancora, quindi si rigirò nel letto, ma senza riprendere sonno. Non ricevette il bacio del buongiorno, perché l'amante non era lì con lui. Se ne dispiacque, ma alla fine Jongseong non si fece attendere; quando Jungwon si stava per appisolare, la serratura scattò e il divo entrò piano, per non fare troppo rumore.

"Jay..." Mormorò Jungwon, con la testa premuta sul cuscino.

"Ah sei sveglio." Sussurrò lui, avvicinandosi al letto, tenendo nascosto qualcosa tra le braccia.

"Sì."

Quando Jongseong raggiunse il letto, si accovacciò, in modo che Jungwon, una volta voltato, vedesse solo il suo viso, a pochi centimetri dal suo.

"Dove sei stato?"

"In giro."

"Grazie per l'informazione molto dettagliata."

Entrambi risero. Jungwon ad un certo punto udì un lieve miagolio, che proveniva da molto vicino e si ammutolì di colpo.

"Solo io ho sentito miagolare?"

"Miagolare?! Wonie, penso che non ti siano ancora passati gli effetti dell' alcool."

"Sono assolutamente sobrio."

"Io non direi."

"Ma taci. Sarà la mia immaginazione, forse... Oppure... Jay, metti le mani dove le posso vedere!" Ordinò Jungwon, cercando di fingersi un minimo autorevole, anche se dal suo sorriso, non lo sembrava affatto.

Jongseong sorrise ancora di più e subito Jungwon vide spuntare due zampine da dietro al materasso. Erano minuscole, così rosa che sembravano di gomma, i polpastrelli erano circondati da ciuffetti di pelo candido come la neve. Sgranò gli occhi dalla sorpresa e trattenne un gridolino di stupore, mentre si copriva la bocca con la mano.

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora