Era notte fonda, quando riuscì finalmente ad addormentarsi. Aveva tanti tanti pensieri per la testa, che si accalcavano senza sosta. Non sapeva cos' altro fare: forse andarsene, cercare una nuova sistemazione altrove, oppure dedicarsi all' editoria, o alla pubblicazione di qualche manoscritto, ma cosa avrebbe potuto scrivere? Di questo non ne aveva idea e non voleva nemmeno pensarci, in quel momento. Era stanco, distrutto, sebbene il sonno non accennava ad arrivare. Si rigirava nel letto, riportando alla memoria gli eventi di quella giornata: la faccia torva del preside, le lacrime di quella ragazza, le espressioni tristi di alcuni suoi studenti, quella sprezzante e vittoriosa di Daejung, che aveva avuto modo di fargliela pagare. Pensava che se lo fosse meritato, in fondo. Infatti disprezzava l'infedeltà e non riusciva a darsi pace, per quello che aveva fatto; quei ragazzi, d'altronde, volevano solo cercare un po' di amore e lui lo sputò a loro in faccia, come del veleno. Non sapeva cosa gli fosse preso e cosa gli stava succedendo, ma era andato contro i suoi princìpi morali e lo avrebbe rifatto. Decide quindi di non pensare più a nessun'altro, se non alla carriera, ma adesso che l'aveva persa?
Per un attimo chiuse gli occhi e i pensieri iniziarono a farsi più ovattati, come le voci di una folla, da sotto la superficie dell' acqua e il sonno arrivò magicamente, seppure per poco. Non sapeva quanto tempo fosse passato, però si risvegliò. In un primo momento gli era sembrato di sentire una voce di donna, si ammonì da solo, pensando che fosse solo la sua immaginazione. Si girò su un fianco e chiuse nuovamente gli occhi. Questa volta, però, la voce suonò più chiara e reale, facendo scattare Jungwon, che si mise seduto, in allerta.
-Forse sono impazzito- pensò.
Improvvisamente un' ombra diafana, dalle fattezze femminili e dai tratti poco distinguibili, si fece avanti, uscendo allo scoperto dal suo nascondiglio di tenebre. A Jungwon si gelò il sangue.
"Chi sei?" Chiese, con voce tremante.
La donna non rispose subito. Si avvicinò a lui e allungò quella che aveva tutta l'aria di essere il suo braccio destro e protese la mano. Sembrava intenzionata ad accarezzargli la guancia, ma non sentì il tocco delle sue dita.
Improvvisamente la sua voce delicata ruppe il silenzio. Era un mormorio poco udibile, che spesso si tramutava in un bisbiglio, ma Jungwon riuscì a distinguere le parole."Quanto sei diventato bello."
"Scusami?"
"Non mi riconosci, figlio mio?"
Jungwon si ritrasse e la sua schiena urtò contro al muro. Era completamente sbiancato. In vita sua ne aveva viste di stranezze, ma questa...
Esitò, giusto per il tempo necessario per riconoscerla. Malgrado le ombre della stanza, la sua dolce voce era inconfondibile. Gli sembrò di tornare bambino, tutto a un tratto.
"M-mamma?""Sì, sono proprio io."
"Com'è possibile? S-sei...?"
Lei annuì, senza nemmeno lasciarlo concludere la frase; già sapeva cosa avrebbe detto.
"Tanto tempo fa, quando eri poco più di un bambino."Una lacrima inumidì la guancia del ragazzo. "Chi ti ha fatto questo, chi?"
"È proprio di questo di cui ti voglio parlare. Scusa se non sono venuta da te prima, ma questo mi sembrava il momento più opportuno; sei grande e stai per compiere venticinque anni... Ma che scortese che sono! Non ti ho nemmeno chiesto come stai."
"Sto... Bene."
"Sicuro? Guarda che me ne accorgo se menti, siccome sono tua madre."
"Dipende cosa intendi per 'madre'."
"Per te non lo sono -lo so- ti ho abbandonato e non posso darti torto, se mi biasimi per questo, ma ti prego di darmi la possibilità di spiegarti perché l'ho fatto. Volevo..."
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...