52. La lettera

55 16 34
                                    

«Raquel?
Ti ho preparato uno spuntino, non vuoi scendere?» scuoto il capo.
Ho lasciato il lavoro da Berta, o meglio, si sarà accorta delle mie intenzioni dato che non mi presento da almeno sei giorni... forse sette... nove.

«Ma devi mangiare, sono passati giorni, sei dimagrita, non vuoi reagire?» scuoto il capo.
«Raquel... così però comincio a sentirmi in colpa. » e fai bene.
Non rispondo vedendo la porta aprirsi nuovamente, mio padre fa ingresso nella mia stanza ed i miei occhi si riempiono di lacrime.
Non è gioia, non è tristezza, è semplice timore.

«Ti ho deluso ancora papà!
Missy si sposerà tra una settimana e non ho nessuno che possa venire con me!» piango come una ragazzina a trent'anni.
Papà non risponde e si siede sul letto per prendermi tra le sue braccia e baciarmi la nuca.
«Raquel, non mi hai deluso affatto, sono qui per farti capire che sei una donna forte anche da sola.» mi allontano, «Papà... voleva spiegarsi con me, scusarsi probabilmente...» papà alza il suo sguardo severo alla mamma che volta il capo in direzione della finestra.

«Rosalia, tu mi hai detto che è stata lei ad averlo cercato e lui l'ha trattata male.» tiro su con il naso e guardo mia madre, a quanto pare non ce la fa a smettere di mentire.
«Cosa ti ha fatto Kyler per cospirargli così contro mamma?» le chiedo, scuote il capo, «Non mi sembra vero che un tale abbia fatto i salti mortali per averti nella sua azienda e si sia innamorato a tal punto... e se ci fosse qualcosa sotto?» «Sotto a cosa?!
Rosalia, quel ragazzo è stato in casa mia ben più di una volta e dovevi vedere la sua voglia di avere una famiglia, abbiamo parlato, mi ha spiegato il legame inesistente con il padre e mi ha confidato cosa prova per Raquel, e lì fingevano, ma in quel momento, ho capito la sua paura di perdere nostra figlia, glielo si leggeva negli occhi...» guardo mio padre, «Tu... sapevi che era il mio capo?» «Sì, prima di insegnargli a tirare di boxe, ha deciso di vuotare il sacco perché mi rispetta troppo.» non posso crederci.
«E tu non gli hai detto niente?!» scuote il capo, «Perché ho visto quanto ci tiene a te e poi... ho visto come tu guardavi lui.» ora capisco tutto.
L'affezione di Kyler nei confronti di papà, il bene che si sono voluti sin da subito.

«Papà... ora come faccio io?» mi accarezza, «Cominci a prendere le tue cose, e venire da me.» mamma si volta, «È anche mia figlia!» «Quando imparerai ad essere meno egoista Rosalia, forse potrai avere ancora a che vedere con nostra figlia e l'appoggerai, fino all'epoca, l'aiuterò io a risalire.» sposta lo sguardo a me, «Andiamo.» annuisco guardando la mamma che mi scruta con fare indignato per non aver preso le sue difese.
«Ti ho aiutata... pensavo lo avessi fatto anche tu...» non mi risponde guardando altrove e preparo una borsa con l'essenziale pronta all'ennesimo cambio di casa e seguo mio padre.

Scendo la scalinata in legno e in soggiorno vedo qualcosa che cattura la mia attenzione.
In mezzo alle lettere ce n'è una con un marchio simile a quella dell'azienda dove lavoravo prima.

L'afferro e sa del profumo di Kyler.
Mi volto verso mia madre, «E questa?» mi guarda basita, «Non ne ho idea.» è sincera, lo sento dal tono convinto, guardo mio padre dicendogli di avere un attimo di pazienza e mi chiudo in bagno con quella lettera.
È della BeautyFarm&Son.

La apro velocemente scorgendo un foglio di carta scritto velocemente, prendo posto sulla vasca e lo leggo:

"Cara Raquel, so quanto detesti le lettere visto che il tuo ultimo caso umano, come dici sempre tu, ti ha scaricata proprio con una di queste e perdonami la grafia pessima, sto scrivendo sulla mia coscia in auto, sperando di non bucare il foglio proprio di fronte a casa tua perché se non dovessi esserci o non volessi aprirmi, deve arrivarti in qualche modo il mio pensiero, lo butto giù velocemente e spero si legga bene perché non ho avuto modo di spiegarmi quel giorno, ne hai avuto tutto il diritto come è vero che io devo spiegarmi.
Ho provato a lasciarti andare ma la verità è che non ci riesco, sei in ogni fottuta cosa che faccio, quella casa è vuota senza di te, le tue colazioni, le tue insicurezze, tu che cercavi di fregarmi, aspettavi che prendevo sonno durante il film per aprire il laptop ed organizzarmi la giornata successiva.

Tu ed il cibo spazzatura che cadeva da ogni sportello perché amavi mangiare, il tuo stomaco di ferro a cui ho fatto tanta invidia, la tua risata sonora che va assopendosi quando capisci di essere udita da tutti e te ne vergogni, la tua stanza vuota, sa del tuo profumo... sa di te.

Il mio letto è vuoto, il mio ufficio e la mia casa lo sono, io sono vuoto senza di te.
Ti ho ferita, penserai lo abbia fatto apposta e che sia stato smosso dal senso di colpa ma posso assicurarti non essere come tale, avevo capito che lavoravi bene, stando con te ho capito che valevi come persona e mi sono preso, ho dovuto cacciarti dai miei pensieri più fervidi un sacco di notti, al punto di prendere la segretaria di mio padre e scoparmela perché il ribrezzo che provavo per me stesso a farlo, mi faceva vedere diverso ai tuoi occhi e speravo potessimo allonanarci.

Così non è stato, abbiamo creato tanto, tutto, abbiamo creato noi, partner lavorativi, compagni di risate, confidenti, amici, migliori amici, amanti, coppia... noi.
Non so come cazzo dirtelo Raquel ma mi hai fottuto il cervello e non in senso negativo, con te ho capito di non voler veramente impressionare mio padre, lui è una parte della mia vita, quella vita che hai acceso, a cui hai dato un senso ed ho rovinato tutto, la paura di perderti era tale da insabbiare la verità e sperare che tu non te ne accorgessi mai.

Questo non ha fatto di me un uomo, forse sono anche peggio di quello che ti ha lasciato con una lettera, la stessa che ti sto scrivendo io.
Sono un codardo ma sono mosso da ciò che provo per te che non è mai stato tale nemmeno per Katherine.
Raquel, sei speciale, la mia donna... ricordi?
Non te lo dissi per caso, siamo una bella squadra Nosy... volevo che sapessi quanto mi sento in colpa di aver sbagliato, farti perdere tutto è stato un colpo sleale ma posso dirti una cosa?
Se tornassi indietro rifarei tutto da principio, altrimenti non ti avrei mai conosciuta a fondo e non avrei potuto capire quanto ti amo e quanto cazzo sto male a non averti qui con me, tra le mie braccia, addosso...
Non spero di essere perdonato o che le cose cambieranno tra di noi dopo questo tentativo inutile... sappi che ti amo e mi dispiace, vorrei solo vederti felice piccola ficcanaso.

Kyler. "

Appoggio la lettera alla vasca con gli occhi offuscati dalle lacrime, non appena sbatto le palpebre cadono insieme sul foglio scritto male ma pieno di verità.
Sbiadisco qualche lettera ed afferro il mio cellulare, ancora una volta la voce della telefonia, sono bloccata.

Mi do una rapida sciacquata alla faccia e raggiungo i miei genitori che si sono seduti in salotto.
«Papà... prima di tornare a casa, posso fare una deviazione in centro a New York?
Mi avrà bloccata ma so dove raggiungerlo, devo parlargli.» papà annuisce e ci mettiamo in auto.
Nell'uscire dal viale mi capita di guardare mia madre e di capire il perché papà l'abbia tradita tanti anni fa.
Non è una giustificazione ma le bugie e le cattiverie non portano da nessuna parte per accaparrassi l'affetto di una persona... mi dispiace vederla sola, il tiro mancino più grande me lo ha appena giocato lei.

Favorite ▪️Bill Skarsgård▪️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora