Chapter Four

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Non ero mai stata così impressionata da me stessa da un lungo periodo. Clary rise tranquillamente accanto a me mentre io mentalmente la strangolavo. Era così incredibile a volte. Chiaramente, sarei stata in qualche fango profondo con i miei genitori se mi fossi fatta afferrare salendo la scala anticendio indossando trucco e i vestiti che mi sembrava sempre di nascondere dalla mia incompetente madre.

"Clary, stai zitta cazzo!" le sibilai in un sussurro. I ragazzi guardavano dall'altra parte della strada nella jeep, ampi sorrisetti sui loro visi mentre praticamente guardavano il perizoma rosa che apparentemente stavo mostrando.

"Il tuo carino, piccolo perizoma è in piena vista," Clary rise, gettando la sua testa all'indietro come se non mi avesse mai visto indossarne uno. Odiavo questi jeans a vita bassa. Non li avrei indossati mai più.

Alzai gli occhi al cielo mentre salivo la scala. "Siete il benvenuto per il fottuto show," sputai, sibilando in sussurri per essere certa di non causare troppo trambusto. Mia madre si sarebbe svegliata a qualsiasi cosa e letteralmente tutto. Pregai che stanotte non fosse la notte precisa per farmi scoprire dai miei misfatti.

Una volta che entrai nella camera buia, mi sorpresi di vederla come l'avevo lasciata. La porta era bloccata, e i miei libri erano gettati come al solito sopra la mia scrivania e alcuni vestiti qui e lì sul pavimento. Sentii Clary sgommare con i ragazzi mentre io chiudevo la finestra.

Inalai sollevata.

+

Camminai all'interno del parcheggio dell'enorme scuola superiore. Dalla scorsa notte mia madre non mi aveva detto una parola. Sarei dovuta essere paranoica, ma finivo per mentirle attraverso i miei denti e lei sembrava credermi tutte le volte prima di farmi una ramanzina di non farlo mai di nuovo.

I miei occhi catturarono la Honda grigia che guidava, e corsi nelle mie dolorosamente brutte scarpe basse. Volevo piangere e bruciarle nel nostro caminetto ma lei avrebbe notato le ceneri del "ben speso" regalo.

Aprii la portiera e mi sedetti. Lei stava fissando avanti la strada. La guardai attentamente mentre alzava un sopracciglio sulla sua fronte e apriva la bocca per parlare. Mia madre era elegante. Sopracciglia fatte perfettamente, burrocacao naturale sulle sue labbra, e trucco perfetto sugli occhi. Non ne metteva troppo, solo abbastanza da sembrare naturale. Lei era un talento a rendere il look delle persone perfetto.

Qualcosa che io odiavo profondamente.

"Ho provato a parlare con te la scorsa notte." lei iniziò. Il suo tono monotono con me mi fece ranicchiare leggermente. Sapeva qualcosa che stava facendo scoppiare il suo diavolo interiore all'interno delle mura della sua pelle, chiedendole di sfuggire. "Ma la tua porta era bloccata."

"Io--"

"Non lo dire," lei respirò profondamente, "Tu non sei, assolutamente mai, autorizzata a bloccare quella porta della tua camera se non ti dico io così."

Volevo urlarle per avere una presa perchè io avevo fatto più sesso di lei nella sua intera vita. Che mi avrebbe rinnegato e mi sarei trovata a vivere per le strade con le voci di una mia gravidanza diffuse come un incendio incontrollato per tutta la città.

"Ho bisogno della mia privacy," replicai a mia volta lentamente, e solo ciò fece brillare i suoi occhi di rabbia.

Scosse la sua testa, sbattendo la sua mano sul volante appena arrivammo ad un semaforo rosso. Si girò per guardarmi, luminosi occhi blu, che erano un contrasto ai miei color cioccolato, fissavano nei miei con furia. "Serenity, non m'importa di cosa tu pensi abbia bisogno. Sei troppo giovane e ingenua per capire."

"Mamma, stai esagerando. Ero irritata ieri sera." spiegai con un pesante sospiro. Si stava arrabbiando mentre io provavo a tenere la mia mano giù dallo schiaffeggiarle il viso. Il suo discorso mi faceva sembrare inferiore ai suoi ordini e davvero non mi piaceva ciò.

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora