Chapter Forty

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Harry;

Non ci fu una singola cosa che fluì nella mia testa. I miei dintorni erano bagliori e foto e, poichè non mi importava delle cose, era difficile provare qualcosa verso tutto questo. Volevo ridere perchè tutto questo era troppo fottutamente ridicolo. Non per Serenity poichè era corsa fuori piangendo. Ma queste sono quelle cazzo di cose di cui lui riesce a liberarsi ferendola.

Oh, sono incazzato. Sono fottutamente furioso che l'ho scoperto così. Ma vedo da dove stava vedendo. Capisco la sua umiliazione e rimapinto per le sue esperienze passate. Infatti quando è corsa fuori dalla porta singhiozzando come una bambina, io...sentivo come se volessi prendere a pugni un muro per non aver reagito.

I piedi mi portarono alle scale in un flash. Scattai, ad essere esatti. Sentii alcune ragazze urlare quando afferrai Derek per il colletto della sua maglietta bianca. La impugnai così forte che le mie nocche si sarebbero spaccate e rotte. Erano carta bianca per la mia presa.

La sua risata cessò appena incontrò i miei occhi. "Fai bene, stronzo, vediamo bene chi ride ultimo!" sbottai ad alta voce, il tono della mia voce venne strappato dalla gola. Sembrava freddo e doloroso a dirlo ad alta voce.

Avevo paura che mi sarei rotto i denti per come stavo stringendo forte la mandibola. Vedevo rosso e bianco per la furia. Ciò che ha fatto a Serenity mi rende così costretto e disposto a lacerare arto per arto. Sembro psicopatico, e anche quella parola è un'attenuazione. Nulla può descrivere i pensieri che mi scorrono in testa. Le sanguinose, orribili cose che volevo fargli.

Lui l'ha umiliata. Cazzo, ha fatto qualcosa completamente fuori dalla linea. Non mi interessa un cazzo essere imprigionato per aver lacerato la sua faccia.

Inalai profondamente, quasi tremando. Non avevo mai provato così tanta rabbia. Mai; e io mi sono arrabbiato innumerevoli volte nella mia vita.

Lui reagì afferrandomi le mani, provando ad aprirmi le ditia con le labbra premute in una linea ferma, respirando pensantemente attraverso il naso.

Usai l'altezza a mio vantaggio, facendolo cadere a terra, le dita dei piedi al di fuori della superficie piastrellata. Ridacchiai amaramente, "Cosa? Hai paura di me!?" gridai, leggermente grugnedo mentre iniziavo a trascinarlo per le scale. Lui guaì quando non riuscì a stare in equilibrio, quindi i piedi rimasero principalemente sulle scale.

Una folla si formò intorno a noi mentre smettevo di tormentarlo solo per un secondo quando parlai. "Dimmi, cosa ti fa pensare che avevi ragione ad umiliare Serenity?" beffeggiai con un ringhio. "Cosa, cazzo!..cosa ti fa pensare che puoi far piangere la mia ragazza?! Sai cosa, io--"

Non riuscii a continuare a parlare. Inalai bruscamente, sbattendo la sua schiena contro l'oggetto più vicino, che era un muro. Derek grugnì, stringendo gli occhi come il codardo che era. "Cazzo, guardami, pezzo di merda. Dammi una ragione per non renderti cieco stasera, amico!"

Si era visibilmente sottomesso davanti a me. La folla intorno a noi continuava a divertirsi, qualcuno canticchiando riguardo una rissa, ma fortunatamente nessuno si aggiunse.

Derek ridacchiò amaramente. "Mi dispiace. Se lo meritava."

"Sei dispiaciuto?" ruggii, gli occhi spalancati. "Fottuto cazzone," lo spinsi ripetutamente contro il muro come se fosse debole, inutile come un fottuto asciugamano. "Io," spinta, "farò," spinta, "a pezzi," spinta, "ogni tuo brandello!"

Lui tossì violentemente, deglutendo e sussultando. "Basta! Mi dispiace, fratello."

"Non dovresti scusarti con me, cazzo! Piuttosto con la mia ragazza che probabilmente starà piangendo in questo fottuto momento! Quindi quando finirò di colpirti, striscerai sulle mani e le ginocchia con il sangue rappreso sulla tua dannata brutta faccia e andrai a casa sua! E' chiaro?!"

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora