Chapter Seven

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Lasciai JCPenny's con un paio di jeans su. Erano i tipici skinny in denim ai quali mia madre non era completamente contro ma sapevo che davvero non le sarebbero piaciuti a dosso a me. I suoi occhi verdi mi guardavano mentre io facevo cadere i suoi nuovi --usati-- boxer neri nella sua busta. Soffocai una risata mentre lo facevo, provando ad ignorare il suo stupido sorriso e lo sguardo che manteneva intensamente su di me.

"Avanti, vuoi ridere," Harry spinse, pizzicando la pelle sui miei capelli prima che schiaffeggiassi via il suo tocco. Questo era un po' diverso dal solito sporco Harry che era intorno a me. Per Clary, lei lo vedeva come un ragazzo piuttosto bello. Intorno a me, tuttavia, lui si trasformava nel più grande, più fastidioso porco di tutti loro.

Harry era uno stronzo un po' bipolare. Semplice.

"E' la cosa più imbarazzante che abbia mai sperimentato. Non sei lieto di aver assistito a tutto?" chiesi, leggermente duramente e la presa in giro ancora sepolta sotto le mie parole da qualche parte.

Harry derise. "Certo che lo sono. Desidero aver fatto una foto."

"Ti odio," borbottai, scendendo per le varie sezioni ma ora sapendo davvero dove andare. Harry mi seguì a fianco, le braccia incrociate al petto.

Si girò per guardarmi mentre camminavamo. "Ma tu non sei grata che non l'ho fatto? Ti ho comprato un paio di jeans e ora sembri come se fossi stata fuori. Sembra come se avessi lasciato l'allevamento delle pecore."

"Davvero?" dissi, accigliandomi. "Un allevamento di pecore?"

"Si, Lana Incorporata" lui ridacchiò leggermente. "Se dico chiesa ho paura che tua mamma salterebbe fuori dal nulla e mi rimproverebbe sulle bontà di Dio."

Una pigra tranquilla risata scappò dalle mie labbra. "Non scherzerei su quello."

"Ma seriamente. Almeno tu potresti ringraziarmi." sostenne, e sapevo che aveva ragione. Non potevo esprimere le mie emozioni correttamente senza piangere ancora o balbettare finchè la mia lingua si fosse annodata. Ero grata che lui non mi avesse lasciata lì mezza nuda. Ero grata che lui fosse stato quello ad essere dall'altro lato di quelle porte chiuse dell'ascensore. Nessun altro poteva essere migliore. Scioccante come quanto lo suoni.

Guardai verso di lui, realizzando che i nostri movimenti si erano fermati mentre eravamo fermi all'entrata di JCPenny's. "Grazie Harry...molto." mormorai, sentendomi sollevata che riuscii a contenere il mio treno di pensieri da una parte.

"Quindi mi mostrerai le tue tette o..." fece schiocchiare le sue dita, ruotando gliocchi con quello stupido ghigno scivolato sui suoi lineamenti proprio dopo che smise di accigliarsi. Se trascurassi la stupidità che lo irradiava come un'invasione, realizzeresti che non era tanto male come era quando insinsteva su qualcuno in modo irritante.

Beffeggiai. "Siamo in pubblico." iniziai a camminare via da lui, facendo un sorrisetto quando sentii i suoi passi accellerare per stare al passo col mio.

"Non far crescere le mie speranze così. Non farmi questo," lui pressò una grande mano sul suo petto dove presubilmente c'era il suo cuore. Dubitavo che questo ragazzo avesse un battente, caldo cuore. Lui era un coglione in qualunque altro giorno, ma gli ero grata che non avesse scelto questo.

Ignorai le sue costanti suppliche di vedere le mie tette. Una vecchia coppia lo sentii mentre eravamo in piedi agli ascensori, e loro ovviamente furono terribilmente offesi dalla richiesta di Harry. Harry finì per guardare un sacco di persone, e io non fui sorpresa mentre lui faceva il terzo dito a un paio di loro come se non gli importasse cosa loro pensassero.

Harry portò la sua mano giù alla mia, tenendola lì finchè non la schiaffeggiai via di nuovo. Dovevo ancora fare acquisti in mezz'ora. Fissai il mio cellulare, esattamente quaranta cinque minuti prima che mia mamma avrebbe chiamato e aspettarsi che non avessi fatto acquisti.

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora