"Ti coprirò io. E' l'unico modo."
"No, ho capito. Vai a casa Emily,"
"No. Io ti copro solamente. Tua mamma non può mandare a puttane questo. Fine. Rimango la notte, e ti coprirò così puoi andare a nuotare con il tuo ragazzo."
"Lui non è il mio ragazzo!" le urlai per l'ottava volta stasera. Stavo tirando sui i miei pantaloncini che avrebbero coperto il mio bikini nero. Ero elementare quando riguardava queste cose, onestamente. Nero, bianco, grigio, verde, non mi importava. Purchè mi si adattasse e mi fosse piaciuta su di me. Feci lo sforzo extra per rendermi quanto meglio possibile con Emily che mi intrecciava i capelli dietro la schiena.
Lei tirò forte alla radice, facendomi trascinare la testa un po' all'indietro. "Ho intenzione di fare questo diavolo di lavoro, Serenity. Tu ed Harry starete insieme per un bel po', avrete un enorme matrimonio Americano-Inglese, e avrete anche bambini con accento inglese. OK?"
Il suo tono fermo mi spaventò un po', e alzai gli occhi al cielo silenziosamente, mormorando un basso "si" siccome stavo pensando più a come sarebbe potuta probabilmente andare questa cosa della piscina. Mezza nuda con Harry non sembrava mai così allettante prima, ma non volevo dire che mi stessi lamentando. Mi sarei lamentata tipo tre giorni fa ma era passato ormai.
Sospirai pesantemente, alzandomi dal letto mentre lei finiva. Fissai la mia figura nello specchio. Sapevate quei giorni nei quali vi sentivate assolutamente carine? E niente poteva rovinare il vostro giorno? Finchè non sentivi qualcosa che, fatto solo da piccole parole, poteva distruggere tutta quella felicità?
Quella ero io. Io ero infelice il più delle volte, ma non mi piaceva pensarla così. Mia mamma era la ragione per quello. Tornavo a casa e pensavo alla mia vita qui e improvvisamente ero un caos di depressione. Una massa grigia sulla strada a cui nessuno importa.
Il mio corpo aveva le curve, un po', o così avrei voluto pensare. Ci avevo lavorato qui e lì --altamente interessata del mio aspetto alcuni anni fa-- ed eccomi qui. Le mie braccia erano piccole e quasi volevo chiamarmi uno spaventoso tirannosauro. La mia statura non era neanche un problema, e sarei voluta rimanere così. Per la maggior parte ero felice del mio corpo. Le mie cosce erano un po' grandi, ma onestamente non mi importava. Semplicemente mi piaceva assicurarmi di tenermi lontano dai miei limiti.
Oh, e poi mi guardavo il petto e ciò che molte persone consideravano "sex appeal". Ero una diciassettenne, ma grazie al pollo di mia mamma, ne avevo sviluppato un bel po'. Mia madre era abbastanza piatta, però mia nonna aveva le più grandi tette cadenti che avessi mai visto. Davvero speravo che le mie si sarebbero tenute per un bel po' di tempo. Spesso erano troppo grandi per i miei gusti. Tenendole senza un reggiseno mi avrebbero soffocato nel sonno o si sarebbero imbattute nella faccia di Clary dal nulla. Per un abbraccio erano in qualche modo lì. Era semplicemente il modo in cui ero.
Mi girai, non essendo consapevole che Emily stesse scrivendo sul suo cellulare. Il mio sedere non era il più grande, ma accovacciata non contribuiva una misura. Mi piaceva davvero il modo in cui il nero si adattava alla mia luminosa pelle color caramello. La pelle sulla parte alta del braccio era un po' rossa e macchiata, il che odiavo, ma non attirava molta attenzione dato che le mie tette già facevano il loro.
"Smettila di fissarti. Ce l'abbiamo fatta. Tu sei fottutamente stupenda e ti odio per questo." Emily dichiarò, non guardando oltre lo schermo del suo cellulare. "Ti verrà a prendere tra cinque minuti."
Poi stabilii che ero un po' ansiosa di uscire e vederlo, il che mi rese sempre più ansiosa. "Mia mamma sta dormendo? Qualcuno dorme? Sai qualcosa?"
"Mentre ti lavavi e ti rasavi nel caso tu sia fortunata," le rise rumorosamente mentre io mi accigliavo, "L'ho detto a mia madre e ha detto che va bene anche per tua mamma."

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Mercy |italian|
أدب الهواة"Noi siamo i bambini che i nostri genitori hanno messo in guardia." Ribellione adolescienziale. Ognuno passa attraverso quella fase, con risultati quasi sempre l'opposto. Gli adolescenti sono le generazioni più sconvolgenti. La più infuriata per la...