Chapter Ten

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Mi ero sempre fidata del mio primo istinto. Ero sempre stata il tipo di ragazza che faceva le cose audaci senza pensarci su troppo. Ma non sono sicura. C'è una differenza tra correre il rischio ed essere sicuri. Correre il rischio era un tipo temerario di azione, l'atto nel quale sapevi avresti potuto fallire. Essere fiduciosi era l'abilità di essere sicuro di se stessi, di essere certi di cosa stavi facendo. Sapevi interiormente che avevi ragione.

Entrambe le cose non si applicavano nel momento in cui venivo lasciata in piedi fuori casa di Harry mentre lui si allontanava da me. Dopo che aveva detto quelle parole, ero confusa dall'idea che Harry provasse la più leggera emozione nei miei confronti, che non fosse riluttanza o fastidio. Correre il rischio era un argomento più affidabile qui. Non ero sicura della confessione di Harry. Ma ero in piedi lì a pensare che se le persone avessero entrambi, avrei dato a ciò una possibilità.

Accattonai i miei pensieri, le sopracciglia aggrottate mentre mi dirigevo verso la sua macchina, che questa volta era un auto diversa. Una Range Rover nera. Dietro di noi, Belle era seduta senza un seggiolino, i suoi occhi incollati al finestrino. Le lunga dita di Harry si allungarono verso i pulsanti della radio, mantenendo uno sguardo concentrato sulla strada d'avanti.

I miei occhi erano incollati alla sua mano sinistra, guardandola premere pulsanti per cambiare la stazione della radio. La mia bocca era un po' asciutta, e invece di trovare qualche arguto commento con cui ferirlo, non trovai niente mentre mi tormentavo il cervello per questo. Non era possibile che piacessi ad Harry. Davvero non poteva essere.

"Quindi, quale gusto vuoi prendere, piccola?"

"Cioccolata!" Belle urlò, e la mia faccia divenne rossa in un millesimo di secondo dopo perchè avevo detto:

"Vaniglia" scappò dalla mia bocca prima che realizzassi che lui non stesse parlando con me.

Gli occhi di Harry guardarono verso di me, il morbido sorriso giocava sulle sue labbra dolcemente come se non potesse essere più soddisfatto di cosa fosse appena successo. Deglutii, sentendomi così imbarazzata. Belle davvero non notò questo, siccome stava canticchiando piano "Roar" di Katy Perry. Maledii la scelta delle parole di Harry, crollando sul mio posto.

"E' fantastico, ragazze," lui replicò, sembrava che il pensiero nella sua testa stesse galoppando. Avevo risposto quando lui aveva chiamato Belle con "piccola"; un nomignolo che mi dava solo quando messaggiava. Ero così abituata a questo che le sue parole iniziarono a ritorcersi contro di me nel modo in cui lui voleva facessero. "Sono più un ragazzo da vaniglia."

"Poo!" urlò dal suo posto.

Risi dolcemente alla sua espressione accigliata, le labbra a cuore in uno dei più adorabili sorrisi che avessi mai visto su una di tre anni. La guardai mentre il suo piccolo cipiglio diventava un ampio sorriso. "Te lo detto che ad Hawy piaci. Perchè lui vuole la vaniglia!"

"No, lui vuole me," la presi in giro dolcemente, assicurandomi che Harry sentisse. Ad ogni modo lui mi fece un gentile, divertito sorriso siccome sapevo che mi aveva sentito perfettamente. Da quando stavo bene nella stessa macchina con Harry?

Da quando ero felice in sua presenza e da quando volevo incontrare i suoi familiari e fare un tour della sua grande casa? I suoi lussi e la sua vita, c'era qualcosa là fuori per chiunque da leggere. Eppure, ebbi la prima impressione di conoscerlo.

Il ragazzo che mia mamma insisteva fosse un criminale.

Proprio mentre il pensiero dei suoi record criminali attraversava la mia mente, lo ascoltai discutere incessamente con Belle sui gusti del gelato. I bronci, le ridacchia e i sorrisi che si stavano scambiando però mi fecero sentire meno sicura e fiduciosa sul fatto che Harry fosse quel ragazzo con quella fedina penale.

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora