Chapter Thirtyfive

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Serenity;

Presi un profondo respiro quando mi fermai davanti la porta principale. Io ed Emily avevamo appena finito ginnastica e avevo deciso di tornare a casa. Mi aveva stancata, ma faceva bene a noi e alla nostra salute. Lei ancora non aveva realizzato il suo sogno di perdere qualche chilo. Anche se per me sembrava stare perfettamente bene, sapevo che aveva bisogno di sentirsi bene con se stessa prima che fosse veramente felice.

La casa era sempre in silenzio quando entravo. Tutti smettevano di parlare, facendo finta di farsi gli affari loro solo per guardarmi alle spalle. Samantha era probabilmente la più stronza di tutti, battendo mia madre. Considerando che lei non aveva paura di guardarmi in faccia piuttosto che solo alle spalle, il che mi sorprendeva dato che di solito era molto amichevole.

Chiunque poteva sentire la tensione. Era come una spessa aria umida. Percepivo la sensazione di disagio immediatamente quanto tornavo a casa, il che mi incoraggiava solamente a farmi uscire più spesso. Mio padre sembrava essere il più influenzato da questo. Avrebbe voluto provare a parlare con me, ma sembrava rinunciarci a metà frase.

"Tutti stanno scommettendo se rimarrai qui il quattro luglio o uscirai con i tuoi....amici attaccabrighe." ridacchiò Mia nel momento in cui entrai nella mia stanza  e chiusi la porta dietro di me.

Mi appoggiai contro, sentendo i miei piedi dolere per tutte le corse di questa settimana. "Non sono sorpresa." replicai, togliendomi le sneakers. Stavano parlando di me che me ne andavo. Mi irritava che volessi affrontarli ma la cosa matura era spingere tutto dentro. Credo di essere un altro argomento in tendenza ora in chiesa.

Tra due ore Harry sarebbe stato qui per venirmi a prendere. Preferivo essere pronta piuttosto che passare gli ultimi minuti a cercare qualcosa da indossare. Conoscendomi, prendevo abbastanza tempo per cercare un outfit. Di solito ero veloce, ma questa volta stavo per conoscere la sua famiglia. Questo era molto più importante di qualche festa.

"Non è giusto che lo sia. Credo che la chiesa stia parlando di te ora?" Mia stava scrivendo al telefono mentre parlava piuttosto schiettamente. "In tutta la città è colpa del tuo ragazzo se ora sei così."

Continuai a guardare nelle mie cose, chiaramente più occupata con i miei vestiti che ad ascoltare Mia divagare sul dramma di me ed Harry nel quale, evidentemente, eravamo coinvolti.

Il loro intrattenimento sociale erano i pettegolezzi e prendevano tutte queste cose dalla mamma di Elliot, Sarah, o Wendoly --la fiorista accanto al nostro ristorante. Entrambi erano tunnel dei drammi che accadevano in città. Le scorciatoie per ottenere i "succosi dettagli" che sarebbero circolati in città e arrivati in chiesa. Quando i membri della chiesa stavano parlado di te, eri ufficialemente famoso in questo pezzo di merda di città.

"Quindi stai uscendo?" chiese alla fine.

"Si," risposi velocemente, prendendo l'asciugamano e decidendo di cercare cosa indossare dopo la doccia.

"Con il tuo ragazzo?" scherzò. "Ho sentito che è stato arrestato prima."

"Buon per te."

"Non ha molestato ragazze? Questo è quello che dice Lenny." Mia parlò con noncuranza, impassibile di qualsiasi cosa le uscisse dalla bocca. Onestamente mi infastidiva a volte.

Mi accigliai e mi allungai verso la maniglia. "Lenny è un omiciattolo. E smettila di parlare di questo. Essere molestati è terribile e non c'è nulla di cui scherzare."

"Ho sentito che droga e forza le ragazze a fare cose sporche con lui. Perchè saresti uscita con uno stronzo come quello? Ti ha obbligata?"

Mi girai più veloce di quanto riuscissi a capacitarmi delle mie azioni. Le parole scivolarono dalla mia bocca senza controllo. "Zitta, Mia. Fatti gli affari tuoi e focalizzati sul trovarti un fidanzato. Magari smetterai di stare al cellulare tutto il giorno."

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora