Chapter Fortynine

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Serenity;

Tutto quello a cui pensavo era Elliot, perciò non mi ricordai che Harry non fosse nelle giuste circostanze da lasciare casa sua. Smisi di vestirmi, mettendomi dritta e posando le mani sui fianchi.

Harry si stava mettendo la maglia quando dissi, "Aspetta...tu non puoi andare."

Lui si accigliò, aprendo la bocca per dire qualcosa ma si interruppe quando realizzò che fosse sotto gli arresti domiciliari. Un gemito scappò dalle sue labbra, collassando totalmente dall'agitazione. "Odio tutto cazzo." gridò, gettando con forza a terra i pantaloni. Sembrava un bambino arrabbiato mentre cadeva pesantemente sul letto, faccia bassa.

Non era tanto arrabbiato perchè non potsse vedere Elliot, sono piuttosto sicura che non gli importi neanche. Ma perchè, per ora, non può lasciare casa sua per i prossimi due mesi. E tra quasi due settimane tornerò a scuola. Il mio compleanno è il sette settembre, ed Harry sarà ancora sotto gli arresti domiciliari.

Harry si sedette sul letto, incrociando le gambe e fissando il monitor alla caviglia.

"Scrivo a Clary e vedo se pu venirmi a prendere." scrollai le spalle, considerando che Harry sarebbe stato di cattivo umore.

Non si preoccupò di guardarmi mentre parlava. "Devi imparare a guidare," commentò con noncuranza, "Devo insegnartelo."

"Tu sei un orribile guidatore." scherzai.

Un piccolo sorriso curvò l'angolo delle sue labbra. "Sono fottutamente fantastico."

Il mio telefono vibrò per un messaggio. Lo presi e lessi il nuovo messaggio.

Clary: wtf Serenity. sono le sette del mattino. hai le palle a svegliarmi👊😤

Sapevo che sarebbe stata arrabbiata per averla svegliata così presto. Comunque, la convinsi a venirmi a prendere e insieme avremmo visto cosa poter fare per aiutare Elliot. Non mi aspettavo che lo dicesse ai suoi genitori così presto. Deve essere stata un'esperienza spaventosa per lui, e come i suoi genitori avevano reagito rendeva tutto molto peggio.

Harry mi guardava entre io mi vestivo velocemente e mi aggiustavo i capelli davanti allo specchio del bagno. Mise il broncio. E' solo il primo giorno e già era impaziente di lasciare la casa. Non riesco a immaginare quanto sarà brutto domani.

"Smettila di guardarmi così." richiesi giocosamente. L'indice colpì il suo tonico, nudo petto. Sospiro profondamente, continuando la sua drammatica azione di disperazione e noia.

"Voglio venire con te." dichiarò come un bambino di cinque anni.

Gli baciai la guancia velocemente, il mio tono basso per avvertirlo. "Non lasciare questa casa. Harry, lo giuro. Se te ne vai, sei nei guai."

"Con la legge?..." disse a bassa voce, sorridendomi sfacciatamente, "O con te?" si avvicinò a me, avvolgendo pigramente le braccia intorno alla mia vita. Io posai le mani sul sup petto, strofinandole su e giù lentamente.

Gli sorrisi. "Maggiormente con me. Romperò la tua macchina, andrai anche in prigione, e poi prenderò a calci il tuo culo."

Rise gentilmente, un sorriso ingessato sul suo volto e sollevò le sopracciglia. "Oh davvero? Vuoi vedere di chi sarà davvero il culo preso a calci?"

"Di chi?" osai, ridacchiando appena restrinse gli occhi. Mi sollevo con un ringhio, un urlo scappò dalla mia bocca mentre faceva così. Finii per ridere, gettata sul letto con lui sopra di me.

I nostri occhi fissi, i suoi pieni di divertimento; i miei li fissavano rispondendo al giocoso, malizioso sguardo.

"Faccia di merda," sputai, ridendo così rumorosamente quando boccheggiò, facendo finta di essere ferito per quello che gli avevo detto. Abbassò la testa, posando le sue labbra sulle mie, ma senza muoverle.

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora