Chapter Fifty

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nota // mancano solo dieci capitoli alla fine:(

Serenity;

Elliot era un casino appena arrivammo. I suoi occhi erano rossi per il costante singhiozzare. I suoi capelli erano un disordine di nodi e non sistemati. Nel complesso, sembrava depresso e chiaramente stressato dalle sue attuali circostanze.

Mi acciglia, sentendomi simpatica ed emotiva per lui. Aprii la porta con tale disperazione. Mi faceva male vederlo così. Di solito mi chiama puttana e scherza riguardo a quel che ha fatto il venerdì sera. La nostra amicizia è ridicola, ma è quel che mi render così emotiva ora. E' sbagliato vederlo così. Le sue lotte appartengono così tanto a me come se fossimo la stessa persona.

"Hey," sussurrai, tirandolo in un abbraccio. Lui non mi respinse, nè accettò pienamente il confortnate gesto. Ma mi permise di abbracciarlo per alcuni secondi.

Si allontanò, tirando un po' su col nado. "Quindi, i miei genitori si rifiutano di lasciarmi uscire da casa. Pensano sia una fase."

Dietro di me, Clary sospirò profondamente. "In tuttà onestà, ti terrò a casa mia. Non voglio che stai intorno a gente così."

Speravo che Clary tenesse la bocca chiusa perchè tende ad essere un po' dura.Così io ma, voglio dire, Clary a volte supera la linea. Comunque, la sua gentilezza era uno show di simpatia, ed Elliot sembrò apprezzarlo.

"Grazie, Clary. Ma penso che rimarrò a casa. Dovrà passare alla fine."

La smorfia sulle mie labbra si approfondì in disaccordo. "Non puoi rimanere qui, Elliot. Guardati ed è passato solo un giorno!" esclamai, stupita che avesse anche pensato di rimanere a casa, specialmente con i suoi genitori. I miei e i suoi sono simili in alcune qualità, ma non posso lasciarlo a deprimersi qui. Capisco che voglia evitare il problema di andarsene, ma non è buono per lui.

Elliot sospirò, strofinandosi il naso con la mano prima di scrollare prigramente le spalle. "Non posso permettere che chiamino la polizia così che possano darmi la caccia. Non sono nell'umore per un inseguimento, Serenity. In più, in miei genitori possono solo fare tanto, sai? Dovrò solo viverci."

"Ma sono i tuoi genitori, Elliot. Come fai a tollerare che ti trattino così?" chiesi.

Mi fece un triste sorriso. "A volte i genitori sono come noi ancora una volta. Hanno bisogno di tempo per afferrare le cose e apprezzarle. Penso che abbiano entrambi imparato molto quest'estate, Serenity." Elliot dichiarò piano, i nostri occhi fissi. I miei pieni di rabbia sorda, che era un pozzo senza fine, mentre i suoi avevano qualche sorta di depressione, ma pieni di speranza.

"A volte," continuò. "Il meglio che possiamo fare è apprezzare i nostri genitori anche. Tutti i loro pensieri e regole sono per insegnarci a crescere. Per la nostra sicurezza."

Non stava dicendo questo solo perchè sapeva meglio, ma perchè si stava assicurando che capissi questa azione. Lo fissavo, le labbra spalancate mentre provavo a venire fuori con le parole per formare frasi. Ma poichè non mi venne nulla, riflettei sulle sue parole.

Clary rimase in piedi lì in silenzio, guardando tra di noi. Il suo cipiglio era prominente e anche lei era piena di pensieri e, in qualche modo, sentimmo tutti un'ondata di rammarico scorrere nei tre corpi.

"Sento che sia tempo che avere buoni rapporti con i nostri genitori. Tutta questa merda che nascondevo è morta ora." vide l'opportunità di parlare di nuovo. "Voglio dire, ne esci pulito. beh, tutto quel succhiare-cazzi-tutto-il-giorno era fatto per te. Ma almeno i tuoi genitori sanno. Saremo all'ultimo anno tra meno di du settimane, ed è tempo di scacciare le nostre differenze."

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora