Chapter Fortytwo

3.1K 110 21
                                    

Undercover Martyn dei Two Door Cinema Club

Serenity;

Dovrei essere preoccupata, ma ad essere completamente onesta sono mezza morta alla vista, esperienze emotive le ho sopportate finora. Sono stanca di dover nascondere tutto. Sarà ovunque già, quindi non c'è bisogno di menti ancora. Ovviamente aveva la carta d'identità di Harry, carta di credito o qualche altra merda lì dentro che gli avrebbe detto l'identità. Non sono la più intelligente ma non sono la più stupida.

Le mie labbra premute in una sottile linea. "Quello è.." sospirai. "Di Harry."

"Si, lo so! Cosa ci faceva in camera tua --nella nostra casa!?" ruggì. Vedevo nei suoi occhi che era interamente incazzato dal fatto che avessi lasciato entrare Harry in casa nostra, quando mia madre mi aveva decisamente detto che non avrebbe esitato a chiamare la polizia. Mio padre non l'avrebbe considerato due volte, comunque. Tutto il suo volto era pieno di rabbia, rosso fino alle orecchie.

Feci spallucce. "Lui...um...era qui. La notte scorsa e questa mattina."

Il portafoglio cadde a terra dove lui mirava a gettarlo. L'indice orgogliosamente puntato nella mia direzione mentre io mi scossi un po' sul posto, mantenendo la ciotola di cereali. "Perchè mai avresti lasciato entrare quel farabutto buono a niente in questa casa!? Come ti permetti di andare oltre ogni regola che abbiamo stabilito e lasci un ragazzo nella tua stanza?!"

"Papà." dissi con calma solo per essere interrotta come al solito.

"No, Serenity!"gridò. "Hai sorpassato il limite. A cosa stavi pensando?! E se Willie l'avesse visto?"

Era un po' tardi. Ma mi irritava come sembravano parlare di lui. E' come se credessero che sia un ladro e darà fuoco ai nostri beni mettendo solo un piede in questa casa. Sono orribili a giudicarlo velocemente. Anch'io l'ho fatto, ma gli ho dato una possibilità. E' venuto fuori che è qualcuno di molto importante per me. E veramente mi fa arrabbiare cosa pensano di lui i miei genitori.

Sbuffai. "Agisci come se avesse ucciso qualcuno!" le parole mi uscirono molto più forti di quanto pensassi.

I suoi occhi si spalancarono un po' prima di iniziare a scuotere la testa. "Forse l'ha fatto!"

Mi alzai dallo sgabello portando la ciotola vuota nel lavello. Sospirai e roteai gli occhi mentre gli davo le spalle, mi girai e incrociai le braccia al petto. Restrinsi un po' gli occhi, chiaramente infastidita già da ciò.

"Giudicare le persone è sbagliato, sai. Non ne parlano in chiesa?" chiesi lentamente.

Lui sbuffò. "Non stiamo parlando di chiesa. Questo riguarda te che fai un errore. Te l'ho già detto, non ti è permesso vederlo! E cosa fai?!"

"Avrò diciottanni tra un mese!" mi colpii il petto col dito. "Non puoi dirmi che non posso vederlo, papà. Difatti non lo farò. Non importa cosa dici."

Mio padre alzò gli occhi al cielo, ridacchiando amaramente. "Serenity, sei così ingenua. E innocente. Non hai idea come sono i ragazzi come lui. Fidati di me, ti porterà fuori e ti farà ridere ora. Ma dopo ti lascerà e andrà dalla prossima ragazza."

"Io sono innocente?" risi, strinsi la mandibola un paio di seocndi dopo. "Tu non hai idea." borbottai arrabbiata.

"Ho paura che sei stata corrotta dai tuoi amici. Pensavo che fossi molto più intelligente di così."

"Non incolparmi, papà!" urlai. "Non mi conosci, e sono tua figlia! Non hai idea di come mi senta con me stessa. Dieci volte peggio di cosa te e mamma pensate, sicuro! Ci sono così tante cose che vorrei rimangiare, ma nessuna di queste è incontrare Harry."

Mercy |italian|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora