Chapter 3

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Mi voltai per guardare il ragazzo che mi aveva caricata in macchina con così tanta forza. Mi strofinai gli occhi per lo stupore. Non poteva essere lui, il ragazzo che aveva sparato, allora non era un sogno! Ripensando a ciò che aveva fatto un brivido mi percorse la schiena.

"Riportami a casa di Justin, bastardo!"

Le mie parole uscirono soffocate, soffermando si sull'ultima. Mi tappai la bocca con le mani ripensando a quello che avevo detto. Lui si girò e mi prese il polso, la sua stretta era forte e iniziava a farmi male. Iniziai a piegare il braccio dal dolore e i miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Cazzo faceva veramente male!

"Che cazzo hai detto, stronzetta?!"

Quasi sputò a quella parola. Il mio sguardo cercò il suo e finalmente lo vidi, aveva gli occhi verdi, ma in quel momento avevano delle vene scurissime che lo rendevano ancora più spaventoso, i capelli scuri e ricci, disordinati sulla sua fronte. I miei occhi stavano supplicando che lui smettesse. Lasciò la presa e io portai subito il mio braccio al petto, massaggiandolo con la mano.

"Hai visto troppo ieri.. Ora fai quello che ti dico io e, indovina un po'? Devi pure fare poco la cogliona!"

Disse con un tono di sfida. Feci una smorfia, per fortuna non se ne rese conto. Lo continuai a guardare, era veramente bello, non si poteva negare.

"Bene, 'Mister Fai Quello Che Ti Dico Io', posso sapere almeno come ti chiami?"

Si mise a ridere alla mia provocazione, facendomi conoscere un'altra parte del suo viso, delle adorabili fossette. Non sembrava minaccioso quando rideva, ma quando faceva qualsiasi altra cosa mi terrorizzava.

"Harry Styles, strano che non hai mai sentito parlare di me.."

"No, non sei così famoso dopotutto.."

Rise di gusto e si girò di nuovo verso la strada.

"Io sono Eleanor, grazie per avermelo chiesto"

Dissi io.

"Lo so già, o non avrei saputo dove abitavi"

Stavolta riso io. Mi trovavo stranamente a mio agio, forse troppo. Quel ragazzo aveva qualcosa di strano, abbassai lo sguardo sulle mie mani evitando di guardarlo in viso.

"Ma io non abito li.. Come hai fatto a saperlo che non ero in casa mia?"

"Non lo sapevo, prima sono passato a casa tua e ho trovato una donna che mi ha detto che forse ti avrei trovato a casa della tua migliore amica, Sylvia."

Cazzo. Adesso sapeva anche dove abitava lei. Come aveva potuto mette in pericolo sia lei che Justin!

"Quando ritornerò a casa mia?"

"Non lo so. Per adesso starai da me e non dovrai rimanere in contatto con nessuno, capito?!"

"Come cazzo potrei fare a 'rimanere in contatto'? Non ho il telefono!"

Mi guardò con quello sguardo di prima, quello sguardo che mi fece risalire un brivido lungo la schiena. Riabbassai immediata,ente lo sguardo verso le mie mani, pentendo mi di ciò che avevo detto.

"Adesso smetti la di fare la coraggiosa, o va a finire male per te."

Annuii, visto che era l'unica cosa che in quel momento ero capace di fare. Quello che aveva detto mi rese terribilmente fragile, se non fossi stata seduta sarei caduta sulle ginocchia. Continuai il resto del viaggio in completo silenzio, con il timore che solo una parola sbagliata mi avrebbe procurato un altro segno come quello sul polso (che ancora era evidente sul mio polso). Aspettai soltanto, sperando che quell'incubo finisse presto.

SYLVIA'S POV

Ero in camera mia insieme a Austin, mentre gli altri erano sotto ad aspettare. Il ragazzo davanti a me mi prese per i fianchi attirando i verso di se, in modo da strofinare il suo petto sul mio. Mi avvicinai lentamente a lui prima di baciarlo appassionatamente e permettendo alle nostre lingue di giocare. Quel ragazzo mi piaceva da più di un anno e finalmente stavamo insieme. La sua mano scese fino ad arrivare al mio sedere, stringendolo delicatamente. Una risata mi uscì dal petto anche se continuano a mantenere il mio contatto con Austin. Una voce ci interruppe. Era Justin.

"Ma che cazzo fai Sylvia?! El non si vede da più di un'ora e tu non ti preoccupi nemmeno! Dopo di tutto è la tua migliore amica cazzo!"

Nella sua voce c'era rabbia e disperazione. Mi staccai da Austin e mi resi conto che era vero ciò che aveva detto mio fratello, non vedevo Ellie da quando era andata ad aprire, ed era passata quasi un ora. Mi scusai con Justin e lo accompagnai a casa di Ellie, sperando che fosse li. Rimanemmo delusi quando notammo che la casa era completamente deserta, non c'era neanche Elisabeth.

"Dove può stare?"

Disse Justin, era veramente scosso e la vena sul suo collo stava iniziando a pulsare dalla rabbia.

"Non lo so.. Ma tranquillo la troveremo.."

Dissi per tranquillizzarlo, lo abbracciai velocemente e continuammo a cercare.

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