Chapter 35

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"Non mi chiamano 'Dark Angel' a caso"

"Solo perché hai ucciso Luke? Fammi il piacere"

Disse Paul aspramente, mentre percorreva con gli occhi il mio corpo.

"Ma 'Angel' l'ho capito"

Disse ammiccando.

"Ha ragione"

Disse Jason, che intanto squadrava Sissi. Tom le stava terribilmente attaccato, tanto che ad un certo punto mi girai cercando lo sguardo di Austin che, come sospettavo, era fisso su quello di Tom. Incazzato nero.

"Dovresti anche capire la parte 'Dark' o te la faccio capire io?"

Disse Sissi, che si stringeva sempre di più a Tom, forse per la paura dato che le gambe le tremavano leggermente.

"Tipo?"

La sfidò Jason, che intanto continuava a guardarla con lussuria. Sylvia scansò velocemente la pistola vicino alla gamba di Jason e sparò un colpo.

"Che cazzo piccola calma!"

Urlò Jason mentre saltava dallo spavento.

"Ti basta?"

Annuì silenziosamente.

"Adesso lasciateci stare ok?"

Disse Austin con tono freddo e distaccato.

"Ok, tanto ci rivedremo presto, lo sapete che non finisce qui"

Lo sguardo di Paul volò su quello di Harry, che intanto si allontanava verso la porta per andarsene, non abbassando la guardia. Lo seguimmo tutti.

"Per ora."

Aggiunsi io chiudendo. Abbracciai la mia migliore amica.

"Che cazzo ti hanno fatto?"

Urlai, le mie parole interrotte dai singhiozzi.

"Niente, Tommy mi ha protetta"

Disse con un sorriso, mentre rivolgeva uno sguardo dolce a Tom, che stava ancora dietro di lei.

"Tom!"

Urlò Austin da dietro e gli diede la mano (facendo quella che poteva sembrare una 'stretta segreta').

"Auss, amico mio, mi sei mancato"

Rispose Tom, mentre si scansava facendo avanzare Austin, che intanto prese per la vita Sissi e la strinse a se.

"Lei è Sylvia, la mia ragazza"

Marcò volontariamente le parole 'la mia ragazza' forse esagerando perché risultavano molto più minacciose di quanto mi aspettassi.

"Bene, ti lascio in buone mani.. Devo risolvere una questione"

Dissi a Sissi mentre mi allontanavo. Iniziai ad avanzare verso Justin, che intanto se ne stava andando. Una mano mi bloccò fermandomi.

"È fidanzata?"

Era Ale, nel suo sguardo un ombra di tristezza.

"Si, mi dispiace"

Lo abbracciai, ricambiò l'abbraccio rispondendo all'orecchio.

"Non importa, tanto sarei dovuto partire lo stesso"

Mi staccai velocemente da lui.

"Cosa?! Perché?"

Chiesi io velocemente.

"Devo partire per Las Vegas, i miei rivanno in America."

Disse freddo. Sorrisi cercando di trattenere le lacrime.

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