Prologo

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"Fa che per te io sia l'estate anche quando saran fuggiti i giorni estivi."

Emyli Dickinson

Flashback (Estate 2004)

"Ci pensi mai alla morte Sky?"
Di tutte le domande che il mio migliore amico poteva scegliere è andato a pescare proprio quella più macraba.
"Ma che razza di domanda è Brian?" Non risponde subito, è incantato a guardare il tramonto in tutte le sue sfumature. Sembra un quadro appena dipinto, degno di essere esposto in una di quelle gallerie d'arte dove la gente passa ore e ore a fissare opere che, diciamoci la verità, non tutti comprendono e apprezzano veramente.
"Io ci penso qualche volta. E sai cosa ti dico? Che mi fa una paura fottuta!"
"Non si dice fottuta, Brian." lo ammonisco. Lui alza gli occhi al cielo, sbuffando, e poi risponde: "Io posso perché sono più grande, in più sono un uomo." Gli do una leggera pacca sulla spalla e continuo, prendendolo in giro. "Io ho 10 anni, tu 15. Cinque anni in più rispetto a me non fanno poi questa gran differenza. Non sei ancora un uomo adulto, quindi non sei libero di dire queste parole." Ora il suo sguardo si concentra sul mio. Vorrebbe assumere un'espressione da 'duro', ma non gli riesce poi così bene. Sarà per i lineamenti troppo dolci del suo viso, o perché i suoi occhi, azzurri e limpidi, trasmettono una sensazione di pace e, di quiete, un po' come il mare dopo la tempesta. E io adoro il mare, adoro perdermi in quelle pozze cristalline dove brilla una luce speciale: quella dell'amore.
Afferra la mia mano aiutandomi a scendere dalla muretta. Sono passati cinque anni dalla prima volta in cui mi sono seduta sopra di essa, e nonostante io ara riesca benissimo a calarmi giù da sola, Brian non perde mai l'occasione per aiutarmi. Gli viene spontaneo, la forza dell'abitudine credo. Ogni sera al calar del sole ci sediamo qui, e aspettiamo che quell'immensa stella batta in ritirata. Nonostante lo scenario cambi di giorno in giorno a seconda del tempo, posso assicurarvi che ne vale sempre la pena.
"Comunque", dice prima di rientrare, "spero solo di non soffrire. Se la morte é brutta, vorrei almeno morire...di una morte bella." Scoppio a ridere, e lui con me. Solo Brian poteva mettere la parola 'morte' e 'bella' nella stessa frase. "Non cambierai mai, Brian."

Ottobre 2015

"Skyler, apri la porta!" Continua a battere sempre più forte, ma non può entrare, non più. "Vattene." Vorrei urlare, però non ci riesco. Mi brucia la gola e il mio viso è rigato dalle lacrime.
"Sky. Aprimi, ti prego." M'implora, ma io non so più che farmene delle sue stupide suppliche.
"Non. Osare. Chiamarmi. In. Quel. Modo." Scandisco una parola alla volta, forte e chiaro, per fargli recepire il giusto significato. Le mie gambe riprendono a tremare. Mi accascio a terra, sfinita, con la schiena che preme contro la porta, l'unico ostacolo che mi divide da lui.
"Perché? Dimmi perché." chiedo afflitta. Forse mi sbaglio, ma penso di aver appena sentito un sospiro di frustrazione. Non dovevi farmi questo. Non tu.
"Perché sono un vigliacco. Perché volevo proteggerti da tutto questo. Perché non sono stato in grado di mantenere una promessa. Perché avevo paura, una paura fottuta di guardarti negli occhi e non vedere più te, ma il tuo passato."
"Smettila! Stai mentendo." Riunisco quelle poche forze che mi sono rimaste e grido: "VATTENE VIA!"
Batte un pugno contro la porta con una forza mostruosa tanto da farmi balzare in avanti.
Poi, quando finalmente penso se ne sia andato via, ecco che riappare il suono della sua voce: abbattuta, fragile, persa.
"La verità è che guardavi, ma in realtà non vedevi. Io non sarò mai lui Sky. Mai!"
Non so quanto tempo resto li, seduta a terra. Minuti, o forse ore. So solo che mi piacerebbe tornare indietro nel tempo, quando a dieci anni il mio più grosso pensiero era scegliere l'abito della domenica. Vorrei che la mia vita tornasse ad essere a colori, anziché in bianco e nero. Vorrei non dover soffrire, perché fa schifo. Vorrei chiudere gli occhi e svegliarmi l'indomani con accanto l'uomo della mia vita, il padre dei miei figli e dirgli semplicemente: "Grazie." E invece?
Dicono che se ti affidi all'istinto non sbagli mai. Io invece dico: "Se ora seguo il mio istinto sono fottuta."
Il vero problema è che il mio cervello ha smesso di riflettere, è imprigionato, e io con lui. Il mio cuore ha smesso di battere e le mie lacrime sono diventate ormai un lontano ricordo.
Mi guardo allo specchio e vedo lei, la ragazza che non vuole combattere ed è così fragile da spezzarsi in due. L'ho odiata, tanto. Ho fatto di tutto per mandarla via, ma ho fallito. È ancora qui. Lui ha ragione. Il mio passato ha bussato alla mia porta e io come una stupida l'ho fatto entrare, incurante del pericolo.
Afferro la lametta e l'unica cosa a cui riesco a pensare è il tramonto.
Poi il buio. Finalmente è tornata la pace.

Ciao a tutti. Mi presento brevemente. Mi chiamo Marianna, ho 26 anni, sono felicemente sposata da 3 anni e ho due figlie. Leggere e scrivere sono due delle cose che amo di più al mondo. Con questa storia spero di riuscire ad esaurire un piccolo sogno nel cassetto. Vorrei poterci dedicare più tempo, ma con una bimba di quasi due anni ed un'altra di appena un mese, capite bene che mi risulta un tantino difficile.
Che dire ancora. Ah si...spero di non deludere nessuno e di essere all'altezza delle mie aspettative. Aiutatemi a farmi conoscere. Se vi va. Grazie a tutti.

Ps. Non soffermatevi al primo capitolo. :-)

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