Capitolo 24

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Eccola, sta uscendo. "Skyler?" Sì volta verso di me e mi sorride.
"Ci vediamo domani Olivia." Dice alla ragazza che esce subito dopo di lei. "A domani." Olivia lancia uno sguardo verso di me e poi sussurra qualcosa nell'orecchio di Skyler che a stento trattiene una risata.
"Ciao." Dice mentre mi viene incontro. "Ciao. Tutto bene?" Chiedo.
"Sì sì. Perché?" Alzo le spalle. "Non mi dirai cosa ti ha detto, vero?"
"Segreto professionale." Risponde. Alzo un sopracciglio incredulo. "Certo certo." Mi tira per un braccio costringendomi a seguirla. "Dai andiamo...curioso."
"Com'è andata a lavoro?" Domando.
"Bene. La mia amica, Olivia, ha tirato un calcio sulle palle a Matt. Te ne avevo parlato, ricordi?"
"Lo pseudo maniaco?" Annuisce. "Credo abbia imparato la lezione. Non metterà più piede al Wallas. Certo che voi uomini non vi arrendete molto facilmente." Dice. "Più le donne vi respingono e più voi cercate di acchiappare la preda nemmeno fosse un trofeo."
"Dipende dal trofeo." Rispondo senza pensare. Si ferma un istante e mi guarda negli occhi per testare la mia credibilità. "Tu hai lavorato oggi?" Chiede riprendendo a camminare. Deviare i discorsi è una delle cose che le riesce meglio. "Il venerdì lo studio è chiuso." Mi rendo conto che la mia risposta suona del tutto convenzionale, ma non sono abituato a questo tipo di conversazioni. La mia vita è sempre stata fin troppo banale. "Inutile dire che preferisci ascoltare piuttosto che parlare, giusto Dylan?" Colpito e affondato. "Già. Sono sempre stato così sin da piccolo: introverso e solitario." Ammetto.
"Beh, in questo caso bisogna rimediare subito. Posso farti qualche domanda per scoprire chi si nasconde sotto questo completo...è blu o nero?" Sorrido. "È un blu scuro. Comunque ti concedo cinque domande. Okay?"
"Dieci." Ribatte. "Cinque." Replico.
"Otto." Non vuole arrendersi. "Cinque." -Vediamo chi cede prima.-
"Sette."
"Quattro." Rispondo lasciandola a bocca aperta. "E va bene. Cinque. Hai vinto." Dice avvilita. "Sei." Rilancio a mio sfavore. "Sì!" Grida alzando un braccio in segno di vittoria. "Prima domanda: vorrei sapere la tua età. Scusa, lo so, fa un po pena, ma devo togliermi questo dubbio. Non te lo avrei chiesto, però mi hai regalato una domanda in più e quindi..." Maledetto a me. "Trentotto." Dalla sua espressione deduco si aspettasse tutt'altro. "Pensavi ne avessi di più?" Fa cenno di no con la testa. "Al contrario. Pensavo fossi più giovane, cioè non che tu sia vecchio...Li porti molto bene, ecco tutto." È arrosita. "Prossima domanda."
"Sì, subito. Perché hai scelto di fare lo psicanalista?"
"Quando ero piccolo nella mia classe c'era un bimbo che soffriva di attacchi di panico. Accadeva anche durante le lezioni. All'improvviso non riusciva più a respirare e si sdraiava a terra tremante e con gli occhi iniettati di sangue. Era straziante vedere un bimbo di dieci anni soffrire in quel modo e cosi decisi di raccontarlo a mio padre. Era un dottore, lo è tutt'ora, ma all'epoca non potevo sapere la diffidenza tra Psicoterapeuta, Psicoanalista, Psicologo e via dicendo. Credevo che un dottore avesse il potere di guarire ogni cosa e lui mi promise di aiutare il mio amico e così fece. Passaro giorni, settimane, mesi e a poco a poco mi accorsi che Jhon migliorava a vista d'occhio fino a quando un giorno venne da me e mi disse che mio padre era il suo supereroe. Io ho sempre sognato di essere un supereroe e quindi ecco svelato il perché."
"Credo che Jhon avesse ragione. Anche tu sei stato il mio supereroe Dylan." Ha gli occhi lucidi. "Dai. Un'altra domanda. C'ho preso gusto." In realtà non voglio vederla piangere. "Okay. Cosa fa Dylan Jones oltre ad essere un supereroe?"
"Amo stare all'aria aperta e fare lunghe passeggiate anche se di tempo ne ho ben poco perché il lavoro occupa gran parte della mia giornata. Non che mi dispiaccia, ma qualche volta sento la necessità di staccare la spina e andare via per qualche giorno. Purtroppo non accade spesso e quindi mi accontento di andare al lago e leggere un buon libro oppure cimentarmi in cucina con qualche ricetta eleborata. Fare lo chef sarebbe stata la mia seconda scelta nel caso non fossi riuscito a passare i test di ammissione."
"Davvero? Mmm...si, ti ci vedrei come Executive chef. Nel caso cambiassi idea ti raccomando la signora Garzia come Sous-chef." Ride. "Perché ridi?" Le domando. "Scusami. La signora Garzia è quella che abita sotto casa mia. Capito ora?"
"Starai scherzando?"
"Perché? È un mancato MasterChef sai." La spio con la coda dell'occhio. Sta cercando di essere seria, ma sorride sotto i baffi. "Vorresti appiopparmi la stessa donna che otto volte su dieci mette il sale al posto dello zucchero e che è convinta che le uova alla benedict vadano servite con la Caesar Salad? Abbi pietà ti prego." La supplico. "Beh, in compenso fa degli ottimi pancakes, lo giuro. Quarta domanda: se potessi tornare indietro c'è qualcosa che non rifaresti?" -Sì. Mentirti.- "Probabilmente non salirei più sullo Space Needle. Soffro di vertigini." Confesso. "Non lo avrei mai detto. Quindi non prendi nemmeno l'aereo?"
"Purtroppo si. Per lavoro più che altro. Prendo dei tranquillanti e dormo tutto il volo. Non mi accorgo di nulla. Forza, ultima domanda."
"Come ultima? Ne mancano ancora due." Adesso si arrabbierà di sicuro.
"Mi hai chiesto se prendo l'aereo. Era una domanda anche quella Skyler."
"Ma dai. Così non vale. Non è giusto. Hai imbrogliato Dylan." Rido. "Per niente. Hai fatto tutto da sola Skyler. Io non c'entro." Sbuffa. "La verità è che ti sei pentito di avermi 'donato' una domanda extra. Non c'è problema Dylan. ULTIMA DOMANDA." Dice alzando il tono di voce. "Cinque aggettivi con annessa delucidazione per raccontare la tua vita sino ad oggi." Questa è bella tosta. Lo ha fatto di proposito. "Vieni sediamoci li." Indica una panchina adiacente ad un parco. "Bene. Ora siamo belli comodi. Prego, l'ascolto Mr. Jones." Ha tutta l'aria di una sfida. "Sbaglio o manca qualcosa?" Chiedo per metterla alla prova. Il suo sguardo si fa pungente e risponde senza battere ciglio. "Ho un'ottima memoria Dylan." Afferma.
-Piccola, ma tenace. E brava Skyler.-
"Appagante. Non è stato facile, ma sono sempre riuscito ad ottenere ciò che volevo con le mie sole forze.
Incasinata. Famiglia, viaggi, lavoro, hanno fatto sì che la mia vita non fosse per nulla facile, la definirei quasi ingestibile. Forza di volontà, tanta, pazienza, troppa, ma non rinnego nulla. Rifarei le stesse cose altre cento volte, tranne andare sullo Space Needle per l'appunto.
Divertente. Bisogna saper sorridere alla vita ed esserle grati, sempre, nonostante le mille difficoltà di tutti i giorni.
Unica. La vita è una sola, vale la pena viverla fino in fondo. Ci sono stati momenti belli e altri meno piacevoli, ma mi rincuora sapere che è così per tutti. Si ride, si piange, si scherza, ci si diverte, ci si emoziona, si combatte, ma non ci si arrende. Mai.
Imprevedibile. Perché quando meno te lo aspetti la vita ti ruba una parte del tuo cuore ed è allora che inizi a capire che sotto sotto essere appagati, incasinati, divertenti o unici non è nulla in confronto a quello che hai perso per sempre, e l'unica cosa che ti rimane da fare sarà sempre e comunque vivere. La morte può attendere."

Skyler

"Mi hai fatto commuove." Dico asciugandomi una lacrima dal viso.
"Non era mia intenzione Skyler."
"Ora devo tornare a casa. Grazie per la passeggiata e la chiacchierata." Mi guarda sconcertato. "Ma se ho parlato quasi sempre io..." Dichiara.
"Oh beh, io ho parlato per un anno intero Dylan, non puoi proprio lamentarti." Caccio in fuori la lingua rubandondogli un sorriso. "Senti. Prima che tu te ne vada volevo chiederti una cosa. Non fraintendere quello che sto per dirti, mi hai chiesto di aiutarti e sono qui per questo Skyler. Lo sai che puoi sempre contare su di me." Dice. Annuisco senza rispondere e aspetto che continui. "Un mio amico mi ha invitato ad andare con lui e la moglie nel Massachusetts la settimana prossima, ti andrebbe di accompagnarmi? Staccare la spina fa bene a tutti Skyler. Vedrai che ci divertiremo." Li per li resto un po spiazzata, non mi sarei mai aspettata questa richiesta da parte sua, ma poi azzardo con un insignificante stratagemma. "Ho una richiesta." Dico. "E sarebbe?"
"Vengo a patto che durante il viaggio posso farti la domanda che...qualcuno... mi ha sottratto con l'inganno." Restiamo seri per pochi attimi e poi scoppiamo a ridere.
"Incredibile. E poi vai in giro a lamentarti degli uomini." Alzo le spalle e rispondo con un semplice: "Tuché."

Cosa ne pensate del dottore? Sky cerca un amico, ma non si accorge che in realtà loro due non potranno mai essere dei semplici amici. Dite la vostra. A presto. ,😘😘😘

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