Capitolo 22

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Skyler

Guardo quel biglietto tra le mie mani da quasi quaranta minuti. Sta iniziando a diventare frustrante. "Skyler é pronta la cena." Sarah entra in camera mia con in mano un mestolo da cucina. -Avrà fatto il solito minestrone.- "Non ho appetito." Dico
"Non puoi andare avanti a latte e biscotti Skyler. La zia mi fa a fettine se lo scopre."
"Me la vedrò io. Non preoccuparti. Ora scusami, ma devo fare una chiamata." Sbuffa ed esce chiudendosi la porta alle spalle.
Compongo il numero e aspetto che risponda.
'Skyler?' Resto sorpresa quando sento pronunciare il mio nome.
'Sì. Sono io. Ehm...'
'Va tutto bene?'
'Veramente...no.'
'È successo qualcosa?'
'Sì. Possiamo vederci?' -Di di si. Ti prego. Ti prego. Ti prego.-
'Va bene al Green tra più o meno un'ora?' Tiro un sospiro di sollievo.
'Perfetto. Grazie.'

Dylan

Quando arrivo lei è già seduta ad un tavolo accanto alla vetrina. Il suo sguardo è perso nel vuoto e sembra addirittura aver riperso nuovamente peso. "Ciao." Mi siedo difronte a lei e la guardo. Ha pianto da poco e le sua pelle è arrossata, come se avesse lavato via ogni traccia del suo malessere per minuti interi. "Ciao...cioè volevo dire"
"Puoi darmi del tu Skyler. Non morso mica." È imbarazzata.
"Oh, okay. Come vuole. Cioè come vuoi. Scusa non sono abituata."
"Lo vedo."
"Con te intendo." Rido. "L'ho capito Skyler. Non preoccuparti. Stavo scherzando, ma a quanto pare non mi riesce molto bene." Una cameriera si avvicina al tavolo per prendere le nostre ordinazioni. "Cosa prendi Skyler?"
"Oh. Niente. Sono apposto così. Grazie." Risponde. La cameriera batte la penna sul tavolo spazientita e mi guarda in attesa di una risposta. "Due spremute. Grazie." Segna l'ordine e fa dietrofront fischiettando.
"Che succede Skyler?" Dal suo stato posso solo dedurre che abbia a che fare con Nick.
"Ho lasciato Nick." Dice. Beh, questo non me lo aspettavo.
"Mi ha ingannata. Tradita. Mi ha fatto credere di essere una persona buona e dolce, ma alla fine si è rivelato solo un stronzo traditore." Aggiunge.
"È perché mai?"
"È il fratello, anzi il gemello di..." So casa sta per dire. "di Brian." Abbasso lo sguardo. Sono arrabbiato con me stesso, dovevo dirglielo. Ho sperato fino alla fine di essermi sbagliato, e invece. "Lo hai scoperto tu o te lo ha confessato lui?"
"Me lo hanno detto lui ed Ester. È successo tutto per caso o dovrei dire per sfortuna, ma tanto il risultato non cambia."
"Mi dispiace Skyler." Non può capire quanto. Vorrei poter far qualcosa, ma non ho molto da offrirle a parte...
"Vuoi riprendere la terapia?" Fa cenno di no con la testa. "È solo...io...ho solo bisogno di un amico che mi stia accanto." Una lacrima scende sul suo viso. "Ho paura di farmi ancora più male di quanto io non me ne sia già fatta. Ho bisogno di aiuto, altrimenti..." Ad un tratto si ferma e tira su la manica della felpa. Resto spiazzato. Sul suo polso sinistro c'è una benda macchiata di sangue. -Perché Skyler?- Non pensavo potesse arrivare a tanto. Se solo non fossi stato così codardo avrei potuto salvarla da tutto questo dolore.
"Aiutami Dylan."

Nick

"Questo è l'ultimo scatolone signore. Deve mettere una firma qui e siamo apposto." Impugno la penna e firmo la ricevuta. "Grazie signore. Buona giornata."
"Grazie." Chiudo la porta e mi guardo attorno.
Sono tornato alle origini. Sono di nuovo quello che non volevo essere. Seattle per me era un nuovo inizio e invece è stato la fine di tutto.
"Perché non mi hai detto che saresti tornato?" Mi passa un bicchiere di Scotch e alza a mezz'aria il suo con la mano. "Alle vecchie abitudini." Dice.
"Non credi sia un po presto per bere?" Sfodera il suo sorriso ammaliatore e beve tutto d'un fiato il liquore per poi leccarsi le labbra. So cosa sta cercando di fare: vuole provocarmi. "Non ci provare Trisha."
"Una volta ti piaceva Nick." Sì versa dell'altro Scotch e ne annusa l'aroma prima di scolarsi anche il secondo bicchiere. "Non gradisci più la mia compagnia?" Avanza verso di me e con il dito indice sfiora le mie labbra. Scosto la testa e le offro il mio bicchiere prima di andarmi a sedere in poltrona. "Quanto ti serve Trisha questa volta?" Lei mi guarda con occhi pungenti e poi scoppia in una fragorosa risata. "Nick. Pensi che tutto giri in torno ai soldi come tuo padre? Mi meraviglio di te." Dice. Prende posto sul divano grigio al mio fianco e accavalla le gambe per mettere in evidenza la sua mercanzia. "Non attacca Trisha. Non più."
"So che lo vuoi Nick. Non farti pregare." Appoggia una mano sulla mia gamba cercando di farsi strada, lì, dove un tempo il suo corpo regnava sovrano. L'afferro e la spingo via, ripugnante. "Non mi va più di giocare Trisha. Sono certo che troverai qualcuno che soddisfi le tue voglie. Se non ce altro vorrei restare solo. Grazie."
"Sei uno stronzo Nick, ma ti avverto, non finisce qui." Tuona, poi prende la sua roba ed esce sbattendo la porta.
-Puttana!- Estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans e chiamo Mark.
'Nick. Ti avrei chiamato a breve. Come stai amico?'
'Hai una domanda di riserva?'
'Okay, afferrato il messaggio. Fra due settimane ci sarà l'asta di beneficenza al Palace. Mi dispiace Nick, ma dovrai alzare il culo da quel divano o dovunque tu sia seduto in questo momento e andarci. Sai quanto ci tiene tuo padre a questi eventi diciamo 'umanitari'.'
Ogni anno la stessa storia. Quando la smetterà mio padre di fare il lecchino?
'Fantastico. Non vedo l'ora.' Dico sarcastico.
'Certo. C'è solo un...piccolissimo dettaglio.'
'Vale a dire?'
'Dovrai venire accompagnato. Lo so, è una stronzata, ma tuo padre è convinto che apparire perfetti al di fuori sia l'equivalente a -così trarrò più benefit per l'azienda-.'
'Mi dici una cosa Mark? Come sei riuscito a farti intortare così bene da mio padre?' Lo sento ridere.
'Sua l'azienda, suo il potere, suoi i soldi. Steve non mi lascia molte opportunità. O così o...così. Chiaro, no?'
'No. Non è chiaro per niente. Tu dovresti essere il legale dell'azienda non il suo tuttofare. Che cazzo. Per caso ti ha suggerito anche con chi dovrei presentarmi a questo evento?' Non risponde. 'Parla Mark. So che ti ha fatto un nome. Quale?'
'Cristo. Evelyn. Vuole che tu venga con Evelyn.'
'Mai. Se lo può togliere dalla testa. Abbiamo una figlia, ma non condividiamo lo stesso letto. E poi lei è impegnata con quel cazzone di Mark. Non verrebbe mai e poi mai.'
'Sì sono lasciati. Due settimane fa. Mi dispiace Nick, ma tuo padre ha già combinato ogni cosa. Evelyn è ufficialmente la tua accompagnatrice.'

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