Le coincidenze dell'amore

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Brian

"Come ti senti?" Le chiedo:. Sky si mette a sedere sul letto e fissa un punto non definito della stanza.

"Io non...Non riesco ancora a crederci." La sua risposta non mi sorprende, è fin troppo comprensibile.

Apro le braccia. "Vieni qui. Voglio farti ricordare una cosa."

Mi appoggio allo schienale del letto, apro le gambe e lei si accosta col dorso al mio petto.

Un attimo prima che posi la testa sulla spalla le raccolgo i capelli spostandoli tutti da un lato, prendo il cellulare e seleziono dalla playlist la sua, la nostra canzone.

Sky piega la testa per guardarmi, i suoi occhi sono di nuovo lucidi, proprio come i miei.

"Volevo farlo dalla prima che ti ho rivista. Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sia mancato."

La avvolgo in un abbraccio e unisco le mie mani alle sue. Creda sia arrivato il momento delle spiegazioni, non sarà facile, ma devo provarci.

"Nick venne a bussare alla mia porta una domenica mattina. Sapeva già che ero solo in casa, spiava me e la mia famiglia da più di un mese, e conosceva perfettamente le nostre abitudini. Si presentò con un berretto da baseball, un paio di ray ban neri e la barba lunga. Mai avrei immaginato chi si nascondesse sotto tutto quel camufammento. Mi chiese gentilmente di poter fare una chiamata, la sua moto si era rotta e il suo telefono era scarico. Lo feci entrare, gli prestai il mio cellulare, ma lui al posto di chiamare si mise a fissarmi. Gli chiesi se per caso si sentisse poco bene e lui rispose che ero io quello che a breve si sarebbe sentito male. Tolse berretto e occhiali e quello che vidi per poco non mi fece correre al bagno a vomitare: lui era me, io ero lui, eravamo la stessa identica persona e non riuscivo a capire come fosse possibile. Iniziò a raccontarmi chi fosse, come venne per caso a conoscenza di me e pretese una qualche spiegazione del perché due ragazzi così fottutamente simili non condividevano le stesse cose. Io non sapevo nulla Sky, mia mamma non mi ha mai raccontato la verità su di lui, l'ho scoperto io in seguito. Rovistai per casa giorni interi alla ricerca di un possibile indizio, doveva pur esserci qualcosa che mi collegasse a lui. Riuscii a trovare una scatola nascosta sopra ad un armadio in soffitta, e li dentro c'era tutta la verità: decine e decine di foto mie e di Nick."

"Perché non ne parlasti con i tuoi genitori Brian? Non pensi che avevano il diritto di sapere la verità? Era pur sempre loro figlio."

"Fu Nick a chiedermi di non farlo. Mi supplicò in ginocchio. Suo padre era un uomo troppo potente, conosciuto da tutti e lui non voleva assolutamente provocargli uno scandalo. In realtà, col senno di poi, conoscendo la bestia che si celava dietro quel farabutto, credimi, l'avrei fatto solo per il gusto di vedere la sua faccia su tutti i giornali."

"Continuo a non capire Brian. Come hai fatto a conoscere Steve senza fargli sapere chi eri, come fai a conoscere la vita di Nick, Evelyn o qualsiasi altra persona?"

Questo le farà male. Perdonami Amore mio.

"Perché io e Nick ci siamo scambiati l'identità." Si alza dal mio petto e mi guarda con occhi spalancati.

"Non...Oh, no Brian. Dimmi che non è vero. Perché? Perché diamine l'hai fatto?" Il timbro della sua voce si altera, probabilmente immagina già l'altra parte di verità.

"L'ho fatto per lui Sky, per mio fratello. Lo hai appena detto tu stessa. I miei genitori meritavano di conoscerlo, qualunque fosse il mistero, la verità, che aveva spinto Nick a non far più parte della nostra vita. Ricordi quando ti dissi che andavo via tre giorni a Portland a trovare i nonni?"

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