Capitolo 17

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"Gli occhi feriscono più di una lama."

MarylinEN

Skyler

Guardo il Dottor Jones prendere posto sulla sua poltrona di pelle nera. È un bell'uomo, distinto, e perché no, anche attraente. Non avrà più di quarant'anni e se così fosse lì porta senz'altro molto bene. Indossa sempre una cravatta nera, indipendentemente dal colore dell'abito che porta. La sua statura non va oltre il metro e novanta e il suo corpo è sicuramente stato graziato da madre natura. I capelli sono leggermente brizzolati e i suoi occhi verdi sono grandi, intensi e dolci allo stesso tempo. Di solito sfoggia una leggera barba incolta che non so perché fa sembrare le sue labbra ancora più carnose. Ha un piccolo brillantino all'orecchio sinistro e sul suo anulare spicca una fede d'oro giallo che devo ammetterlo, gli dona molto. "Credo di non averglielo mai detto Dottore, ma lei è davvero un bell'uomo. Sua moglie è molto fortunata." Dico senza vergogna. Mi sorride. "Grazie Skyler. Comunque non sono sposato." Ammette apertamente. "Oh, mi scusi. Credevo fosse una fede quella che porta all'anulare. Mi sono sbagliata."
Mi distendo sulla poltrona e aspetto che parta con la prima domanda.
"Da dove vuoi partire oggi Skyler?" Chiede. Mi aspettavo una domanda più dettagliata, ma fa lo stesso. "Stanotte ho fatto l'amore con l'uomo che amo. È stato bellissimo. Credo non si possa descrivere a parole. Rischierei di sembrare troppo sdolcinata e logorroica. Ha detto di amarmi, anzi per l'esattezza ha detto: "Ti amo Sky." Non può capire l'effetto di quelle parole fuse assieme. Sentivo il mio cuore piangere di gioia."
"Gli hai chiesto tu di chiamarti Sky?" Mi domanda. "A dire il vero no. Però mi aveva già chiamata così anche la sera in cui siamo usciti a cena. Ormai abbreviare i nomi o dare un soprannóme va così di moda. Qualunque sia il motivo a me sta bene Dottore." Dichiaro. "Andava tutto bene. Abbiamo persino dormito assieme. Ma quando questa mattina ho aperto gli occhi era cambiato tutto. Ho rovinato ogni cosa. È colpa mia Dottore." Dico tutto d'un fiato. "E perché avresti rovinato tutto?" -Non piangere Skyler. Non piangere.- "Perché con tutte le notti che l'ho aspettato a spazzar via i miei incubi e apparire nei miei sogni, Brian doveva scegliere proprio questa di notte. L'ho sognato, però non ricordo nulla. Nick ha detto che continuavo a chiamarlo nel sonno e a piangere. Come se non bastasse ha visto la scritta sul mio tatuaggio: Noi siamo Infinito. L'ho fatto due mesi dopo la morte di Brian, volevo un qualcosa che mi tenesse stretta a lui per sempre e ho scelto le sue parole. È brutto da dire, ma dovrebbe ritenersi fortunato che al posto di queste tre parole non ci sia inciso il nome del mio migliore amico. Nick crede che io sia ancora innamorata di Brian. Non me lo ha detto, ma io l'ho intuito lo stesso." Mi asciugo una lacrima dal viso e faccio un paio di respiri per mandar via un po di tensione. "Riusciresti a dirmi cosa provi per Brian adesso e cosa provi per Nick? Solo se te la senti e pensi di sapere la risposta Skyler. Non voglio costringerti." Dice dolcemente. Non mi ero mai posta quella domanda, più per paura credo. Paura della verità. "Ci provo. Così mi schiarisco le idee, come mi ha suggerito Nick." Rispondo. Poi provo a fare quello che mi aiuta a rilassarmi in situazioni come queste: chiudo gli occhi e apro la mente.
-Forza Skyler. Ce la puoi fare.-
"Amo Nick. Oh, lei non può capire quanto. Se non sono con lui continuo a pensarlo costantemente. Pensi che a lavoro tutti mi dicono che ho gli occhi a cuoricino, come nei cartoni. Ora riesco a dare un senso alle mie giornate, riesco a vedere la parte bella della vita, quella che pensavo di aver perso lungo la via. Riesco persino a vedere il mio futuro. Basta che io chiuda gli occhi e...boom, come per magia appare lui, Nick. Quando tempo fa le ho detto che in un certo senso mi ricorda Brian è vero. Giorno dopo giorno in lui trovo qualcosa che mi fa ricordare i bei momenti passati. Una sua carezza, un suo abbraccio, il modo in cui mi parla o sorride. Hanno lo stesso carattere, lo stesso temperamento e un buon cuore. Con questo non voglio paragonarlo a lui, può sembrare così, ma non lo farei mai. È solo che mi piace pensare che Brian abbia fatto si che trovassi una persona che mi facesse star bene allo stesso modo in cui stavamo bene noi due. Vent'anni non si possono chiudere in un libro e metterlo su una libreria accanto agli altri a prender polvere. Verrebbe letto di tanto in tanto, a tempo perso, quando non si sa che fare per passare le giornate e non sarebbe giusto. Amo ancora il mio migliore amico e lo amerò sempre. È stata la prima persona che mi ha vista camminare, il bambino con cui trascorrevo le mie giornate, il primo ragazzo che ho baciato, la mia prima cotta, il mio primo amore. È, e farà sempre parte del mio cuore, ma lui vorrebbe che la mia vita continui ad avere un senso ed è quello che sto cercando di fare. Per lui, per me e per l'uomo della mia vita: Nick." Alzo la testa e guardo se il Dottore per caso non abbia preso sonno. Mi guarda e sorride. "Credo tu non abbia più bisogno di me Skyler." Dice ad d'un tratto. "Sul serio? Perché?" Chiedo esterrefatta. "Semplice. Ora la tua vita ha uno scopo e si chiama: Nick."

Nick

Mark mi piazza davanti un plico di fogli da firmare. Per lo più scartoffie, robe di poco conto, lasciando per ultimo il pezzo di carta più importante. "Ecco. Dovrebbe andar bene. Dagli un'occhiata." Dice. Do una letta veloce. Mi fido cecamente di lui. Nella mia vita ho conosciuto solo due persone di nome Mark: una ce l'ho qui difronte, l'altra era il mio migliore amico.
"Ora Evelyn non può rifiutarsi. Hai tutto il diritto di fare il test del DNA Nick." Mormora. "Tuo padre è al corrente della situazione?" Chiede infine. Già, mio padre. Sto iniziando ad odiarlo. Non reggo più ne il mio ne il suo di gioco. "Sapeva già tutto Mark. Secondo te chi ha detto ad Evelyn dove trovarmi? Mi ha praticamente obbligato a tornare a Boston per prendermi le mie responsabilità di padre. La mia vita è sempre stata li e non posso continuare a starmene qui per un...capriccio. Lo ha chiamato capriccio, ti rendi conto? Come se in questo tsunami mi ci fossi ficcato dentro di mia spontanea volontà. Che stronzata." Ribadisco. Gli passo i documenti firmati e li mette al loro posto dentro la ventiquattore. "E se fosse davvero tua figlia Nick? Come farai? Con Skyler intendo." D'istinto prendo in mano il cellulare con la speranza di trovare una sua chiamata o un messaggio. Zero messaggi. Zero chiamate. "Se è mia figlia farò il mio dovere di padre Mark. Sai bene quello che ho passato io e non lo augurerei al mio peggior nemico, figuriamoci ai miei figli. Skyler è l'unica cosa costante della mia vita. Non rinuncerò mai a lei. Mai. Qualunque cosa accada."

Quando rientro resto sul pianerottolo a fissare la porta di casa sua per alcuni minuti. La sua seduta di psicoanalisi è finita più di tre ore fa, quindi so che se entro la troverei a sgranocchiare qualcosa davanti alla TV con addosso una di quelle T-shirt enormi che lei ama tanto idossare.
Prima o poi dovrà pur parlarmi, non può evitarmi per sempre. O si?
-Fanculo.- Busso alla porta e aspetto che venga ad aprirmi. Sento Bri abbaiare e poi la voce di un uomo. Quando la porta si apre davanti a me appare un ragazzo dalla stazza imponente. -E questo chi cazzo è?-
"Desidera?" Domanda secco. "Sono il fidanzato di Skyler. È in casa?" Alzo il tono di voce di proposito. "Oh. Non sapevo avesse il fidanzato. Piacere io sono David, il fidanzato di Sarah"
"Chi è David?" Sarah compare dal nulla sfoggiando un sorriso da copertina. "Nick, cosa ci fai qui? Pensavo fossi con Skyler." Dice. "E dove dovremmo essere di preciso? Non vedo e non sento Skyler da questa mattina." Mormoro. Lei mi guarda sbigottita per un attimo poi risponde. "È al Club Privè. Oggi è il compleanno di Olivia, stanno festeggiando li." Perché non me lo hai detto Skyler? "Dov'è questo...Club Privè?" Chiedo. "Ti ci portiamo noi. Stiamo andando li."
Mentre li aspetto trovo un messaggio di Skyler sul telefonino. È di cinque minuti fa.

Sono vieta di annunciarti che a mia seduta di psicologia è andata a buone fine. Sky

Spero sia uno scherzo. La chiamo, ma non risponde.

Hai bevuto Sky? Dove sei?

Non risponde più. E a me non resta che aspettare

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