The sound of silence (3° parte)

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(Ciao a tutti. Se avete voglia di guardare il video, vi consiglio di farlo dopo aver letto la terza parte. Solo chi ha letto tutta la storia capirà ogni singola immagine. Grazie di cuore. 😘)

Skyler

"E ora che mi hai vista?"
"Vorrei tornare indietro nel tempo e cambiare il nostro destino."
Sono rimasta con la bocca socchiusa, incapace di rispondere. E volete sapere qual è la cosa più buffa?

Che l'unica persona in grado di farmi
reagire a quell'affermazione era la stessa a cui non sono stata in grado di ribattere.

Un anno fa sarei corsa da lui, mi sarei seduta su quella poltrona di pelle nera e gli avrei posto la medesima domanda: "E se volessi tornare indietro per cambiare il mio destino?"

"Questa è la vita Skyler. In parte il nostro destino è già stato scritto e mi dispiace, da quello non puoi scappare. Però ti resta sempre quell'altra piccolissima parte, quella che scrivi tu, giorno dopo giorno. Tu sei l'unica padrona della tua vita, sei tu ha mischiare il mazzo, l'importante è che qualunque decisione tu prenda...sia dettata dal cuore."
Lui, mi avrebbe risposto così.

"Sky, hai sentito quello che ti ho detto?" Ripongo quel pensiero e scuoto la testa. "Che? Cosa?" Faccio la vaga, non volutamente. "Qualcosa non va? Sembri più pensierosa del solito." "Un pò di sonnolenza. Tutto qui." Decido di mentire, perché Nick sembra essere nervoso e mi ci vuole ben poco per capire il perché.

"Gli piaci ancora." Ringhia a denti stretti. "Continua a guardarti. Perché ti guarda? Ti sta praticamente spogliando con gli occhi." La butto sul ridere. Ovviamente non funziona. "C'è poco da ridere Sky." Ha ragione, eccome se ce l'ha.

La sua gamba destra trema. Ci premo sopra la mano; devo riuscire a domare la sua collera o finisce male. "Calmati, Nick. È normale che mi stia guardando, abbiamo appena finito di ballare assieme. Perché ci hai lasciati ballare se sapevi già in partenza che avresti reagito in questo modo?"

"Perché?" Mi aggredisce. "Beh, vediamo...perché tua mamma era al suo fianco quando me lo ha chiesto? Secondo te se gli avessi risposto con un secco - Scordatelo! - tua mamma non si sarebbe insospettita? Lo venera come fosse il suo salvatore, mi sembra eccessivo."

Alzo gli occhi al cielo, contrariata. Decido di avvicinarmi a lui spostando di poco la sedia e tentare con un approccio diverso.
Segui il tuo cuore Skyler e non sbaglierai mai...

"Lo vedi questo?" Dico mostrndogli l'anello al mio anulare. "Questo, lui o lei", in quel frangente sento il bambino scalciare e così accosto la sua mano al pancione, "l'amore che proviamo l'uno per l'altro Nick, queste sono le cose che contano. Non uno stupido ballo o qualche sguardo di troppo."

Per un attimo il suo volto sembra essere velato di preoccupazione, ma si rilassa subito. Poi, con occhi fiammeggianti e una certa impazienza, mi chiede: "Balli con me?" Accetto, senza pormi altre squallide domande che entrano ed escono dalla mia mente come un uragano.

Mentre danziamo annuso la freschezza della sua acqua di colonia: ipnotica e letale per i miei estrogeni.
Amo Nick. Punto. "Lo sai che non mi hai mai detto qual è il tuo colore preferito?" Chiede interessato.
"Il mio colore preferito." Ripeto nella mia testa. E ora come glielo spiego?

"Di solito c'è una linea rosso fuoco all'orizzonte, al di sopra di un rosa aranciato, ed entrambi si mescolano bene con l'azzurro e qualche piccola sfumatura di verde. Una forte luce gialla sovrasta su di loro e delle soffici nuvole bianche sporcano qua e l'armonia dei colori."

"Il mio colore preferito non esiste, Nick." Ed è vero. "Cosa vuol dire che non esiste, Sky?" Non potrebbe mai capire. È il tramonto Nick, ma esiste solo in senso figurato e mi riporta indietro nel tempo e io non voglio più guardare nel mio passato.

"Sono un pò stanca. Vorrei sedermi." Distolgo apposta lo sguardo dal suo, mi dispiace leggere in quelle pozze cristalline un ombra di delusione. "Oh, okay. Come preferisci."

Torniamo al nostro tavolo. Dylan ha ripreso a parlare con mio padre e questa volta l'argomento è...Non ci credo. Ancora le pecore. Buon Dio, mio papà non si arrende davvero mai?
"Vado a prendermi qualcosa da bere, vuoi che ti porti qualcosa?"

Un whisky doppio. Liscio. Grazie.
"Mmm...magari un cupcake al cioccolato, grazie amore." Se non posso bere almeno mi rimpilzo di dolci. "Perfetto." Prima di andare schiocca un bacio sulle mie labbra: inaspettato e romantico.

Riprendo a gustarmi la conversione tra Dylan e Carl. Non capisco se Dylan sia davvero interessato alle baggianate che mio padre a tirato fuori scavando nella parte più repressa della sua mente, oppure se per galanteria si finge entusiasta di scoprire le tecniche di mungitura di vacche e quant'altro.

Ora lo prendo un pò ingiro. "Papà, scusa l'intromissione, ma...sarei curiosa di sapere"
"SKY." Non appena sento quella voce mi pietrifico all'istante. Le stesso grido disperato. Forte. Devastante. Ester scatta subito in piedi, seguita a ruota da Thomas, Susun e Carl.

Per un brevissimo istante cerco gli occhi di Dylan, poi mi volto nella giusta direzione: quella di Nick.
Sta correndo. Troppo in fretta. Perché? "Cosa...? NICK!" Grido. Un dolore atroce corre lungo la mia spalla.

La testa inizia a pulsare e non so come, sono riuscita a proteggere la pancia con entrambe le braccia non appena ho visto Nick saltarmi addosso. Tutti gli invitati hanno gli occhi fissi su di me, su di noi. La musica si è stoppata. "Nick." Lo chiamo. È ancora sopra di me. "Cosa ti è preso? Alzati...non respiro."

"S-sk-sky." Balbetta. Non si muove. Perché non si muove? D'un tratto ritorno a respirare. Vedo mio padre in piedi difronte a me che regge Nick a peso morto ed Ester fissare il mio vestito.

Sangue. Il mio vestito è imbrattato di sangue. "Non è mio." Dico. Non è mio. Non è mio. Nick. "Nick?" Mi alzo, avvicinandomi a lui. È ancora tra le braccia di mio padre e non..."Papà? Non si muove. Nick?" Lo chiamo. "NICK??" Urlo.

Thomas viene in soccorso e Dylan con lui. Continuo a chiamarlo. "Nick?" La sua camicia è sporca di sangue. Ha gli occhi aperti. Sono rigidi. Paralizzati. "Perché non risponde?" Chiedo. "Nick, figliolo. Mi senti? Nick?" Thomas non ottiene risposta.

"Che succede? Dylan, Thomas? Qualcuno vuole rispondere?" Le mie corde vocali urlano, mentre Thomas sussurra a Dylan di portarmi via.
"Qualcuno chiami un ambulanza. Gli hanno sparato."
"Skyler, vieni via." Dylan cerca di prendermi per un braccio, ma io mi dimeno scivolando a terra, al fianco di Nick.

"Nick! Nick!" La mia mano trema mentre sfioro il suo viso. "Non ci provare Nick. Cazzo rispondi!"
"Vieni via Skyler." Due braccia mi aiutano ad alzarmi. Grido un'ultima volta, ma lui non risponde.

L'incubo è iniziato Skyler. Non è vero. Non è possibile. "NICK!"
Nessuno parla. Nessuno osa muoversi. Mia mamma corre ad abbracciarmi. Io non riesco a muovere più un muscolo. Lascio cadere le braccia lungo il corpo e fisso il vuoto. "Skyler. Tesoro mio. Andrà tutto bene." Piange.

Io no. Perché non riesco a piangere? Riesco solo a distinguere le fitte laceranti nel mio petto da quelle nel mio ventre. Iniziano piano, poi sempre più forte. Più acute. Più intense. "I-il bam-bambino mamma."
"Cosa Skyler? Il bambino cosa? Ti senti male?"

"Skyler? Guardami. Cosa ti senti?" Un liquido caldo corre lungo le mie gambe. No. No. No no no no no. "Io, io credo che...mi, mi siano rotte le acque Dylan."

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