The sound of silence (1° parte)

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Nick

"Gli piaci ancora." Sto iniziando ad innervosirmi. "Continua a guardarti. Perché ti guarda? Ti sta praticamente spogliando con gli occhi." Sky ride. "C'è poco da ridere Sky." Cerca di bloccare il tremolio della mia gamba destra con la sua mano. È inutile, non funziona.

"Calmati, Nick. È normale che mi stia guardando, abbiamo appena finito di ballare assieme. Perché ci hai lasciati ballare se sapevi già in partenza che avresti reagito in questo modo?"

"Perché?" Sbotto. "Beh, vediamo...perché tua mamma era al suo fianco quando me lo ha chiesto?" Vorrei mantenere un tono di voce il più possibile pacato, dato il contesto in cui ci troviamo, ma mi risulta assai difficile.

"Secondo te se gli avrei risposto con un secco -Scordatelo!- tua mamma non si sarebbe insospettita? Lo venera come fosse il suo salvatore, mi sembra eccessivo." Mormoro. Lei alza gli occhi al cielo e si avvicina un pò di più a me accostando la sua sedia alla mia.

"Lo vedi questo?" Alza la mano sinistra dove all'anulare spicca l'anello di fidanzamento. "Questo, lui o lei", dice posando la mia mano sul pancione, "l'amore che proviamo l'uno per l'altro Nick, queste sono le cose che contano. Non uno stupido ballo o qualche sguardo di troppo."

Forse ha ragione lei. Forse. "Balli con me?" Le chiedo. Spero aiuti a scaricare un po di tensione.
Ci uniamo agli altri invitati. Sarah e David hanno organizzato un bel matrimonio. Oggi non fa eccessivamente troppo caldo e l'immenso parco della villa adibito per l'occasione è variopinto di colori.

Alla fine Sarah, indecisa tra il verde, il rosa e il giallo come colore predominante, ha scelto di unirli assieme e il risultato è uno strano incontro di sfumature. "Lo sai che non mi hai mai detto qual è il tuo colore preferito?" Le domando a passo di danza.

Mi lascio guidare dalla mia dama, io, devo ammetterlo, non sono mai stato un eccellente ballerino. "Il mio colore preferito non esiste, Nick." Le sposto una ciocca di capelli che è scivolata dall'acconciatura ricadendo sul suo viso. "Cosa vuol dire che non esiste, Sky?"

Risponde deviando l'argomento. "Sono un pò stanca. Vorrei sedermi."
"Oh, okay. Come preferisci." Ci incamminiamo al nostro tavolo, mano nella mano. Mia mamma sta parlando insieme a Susan, ormai è quasi un'ora che continuano a discutere sui preparativi del nostro matrimonio.

Credo stiano prendendo qualche spunto da quello degli sposi. Spero solo trovino un punto di incontro. A quanto pare hanno gusti ed idee un tantino differenti.

Le grida di due bambini attirano subito la mia attenzione. Si stanno rincorrendo sul prato, o meglio, si stanno acciuffando nel prato. A quella scena non posso non farmi scappare un sorriso.

"Vado a prendermi qualcosa da bere, vuoi che ti porti qualcosa?" Sta ammirando il tavolo dei dolci. So già quale sarà la sua risposta. "Mmm...magari un cupcake al cioccolato, grazie amore."
"Perfetto." Schiocco un bacio sulla sue labbra e mi dirigo per primo alla postazione dei superalcolici.

Io non so cosa accade di preciso in quell'istante per far si che il mio sguardo andasse a finire proprio su quella siepe di rose bianche. Percepii una strana sensazione, sembrava quasi di vivere una di quelle scene a rallentatore dei film. Quelle dove in cinque secondi, forse anche meno, si riesce a mettere a fuoco ogni più piccolo particolare. E funzionò, perché non appena lo vidi mi bastarono tre miseri secondi per capire chi era e chi stava cercando. Feci marcia indietro, con i battiti del cuore in accelerazione. I miei occhi non lo persero di vista un solo attimo. Che cazzo...No no no. Non arriverò mai in tempo. "SKY!" Gridai così forte da sovrastare persino la musica. Attirai l'attenzione di tutti e nutrii la speranza che questo potesse bastare a fargli cambiare idea. E invece no. Sky mi guardava impietrita. C'ero quasi. Mi avventai su di lei. "NICK!"

Skyler (Qualche ora prima)

Sembro un confetto. Le tre ore spese dentro il negozio di abiti da cerimonia sono valse a qualcosa. Sto rivaluntando il rosa pastello, dopotutto almeno non sembro un carciofo ripieno.

"Skyler, sos panico sposa. Hai dieci minuti per farla calmare. Sbrigati, la cerimonia sta per iniziare." Non faccio in tempo a voltarmi che Elliot è già sparito. Vatti a fidare dei Wedding Planner. Di solito non sono loro quelli che placano gli animi?

Afferro al volo il bouquet di rose e corro...okay, cammino a passo spedito nella camera della sposa.
"Sarah? Posso?" È seduta a bordo del letto e si fa aria sventolando le mani. "Mi manca l'aria. Non ce la farò mai." Dice. Inspira ed espira velocemente, quasi fosse in procinto di partorire.

Così non andremo da nessuna parte. "Sarah, calmati. Fai dei respiri lunghi e profondi." Chiude gli occhi e fa quello che le dico. "Brava. Ancora. Inspira più che puoi e butta fuori l'aria lentamente."
"E se tra un mese scopro che non è l'uomo della mia vita?" Domanda cogliendomi alla sprovvista.

Mi associo a lei prendendo un bel respiro di incoraggiamento e le rispondo a cuore aperto.

"Brian un giorno mi disse che l'anima gemella la riconosci da tre cose: dai battiti del tuo cuore, da come riesce a parlarti attraverso uno sguardo e da ciò che provi quando lui o lei sfiora le tue labbra. Se senti le cosiddette farfalle allo stomaco, un leggero formicolio correre lungo il tuo corpo e pensi che che amore è l'equivalente di viversi, allora è la persona che stavi aspettando da tutta una vita Sarah."

"Non posso sapere se David è l'uomo della tua vita. A questa domanda puoi rispondere solo tu. Però, e su questo ci metto la mano sul fuoco, vedo come lui ti guarda e credimi, è amore con la A maiuscola." Sta per mettersi a piangere. "È no! Conserva le lacrime per altri trenta minuti. Almeno dopo il: Sì lo voglio."

"Grazie, Skyler. Ti voglio bene."
"Come siamo messi qua?" Alzo il pollice verso Elliot e poi mi rivolgo nuovamente a Sarah. "Pronta?"
Annuisce. "Pronta. Come sto?" Chiede sistemandosi il vestito. "Sembri una nuvola. Bellissima."

Usciamo insieme dalla stanza andando incontro alle altre damigelle e a Jack, il padre di Sarah, mio zio, che per stemperare la tensione sta facendo dei piccoli saltelli sul posto.
"Bene. Ci siamo tutti." Interviene Elliot.

"Non c'è tempo per un breve ripasso, ricordati", si riferisce a me, "che non appena le porte si aprono e parte la musica devi entrare subito." E come dimenticarlo? L'ho provato e riprovato mille volte fino alla nausea.
"Va bene." Rispondo.

"Vado alla mia postazione. Un minuto Sarah, e poi parte la magia." Mi trattengo dal scoppiargli a ridere in faccia. Parte la magia? Siamo ad un matrimonio, mica ad Hogwarts. Non appena Elliot si allontana spio all'interno del salone.

Sposo: avvistato. Nick: fuori campo. Peccato. Sto per richiudere la porta quando mi ritrovo a fissare l'uomo in terzultima fila accanto a mio cugino. Non può essere. Mi giro di scatto verso Sarah, già pronta sottobraccio di Jack, e le inveisco contro.

"Che cazzo ci fa Dylan al tuo matrimonio, Sarah?" Mio zio mi guarda perplesso, Sarah invece sorride a denti stretti. "Scusami, perdonami, Skyler. Dovevo dirtelo, ma tra i preparativi del matrimonio e quelli per lo spostamento a Londra me ne sono dimenticata."

Continua. "Il padre di David e quello di Dylan lavorano assieme, credo siano soci di una qualche fondazione, sarebbe dovuto esserci lui al ricevimento, ma all'ultimo è dovuto partire per New York e così Dylan è venuto in sua rappresentanza. Ti prego non ti arrabbiare."

"Non ti arrabbiare? È un po troppo tardi, non credi?" Calmati Skyler. È il giorno più bello della sua vita, non rovinare tutto. Sbuffo. "Uuuuhhhh. Vaffanculo. Almeno questo concedimelo." Non riesco e non posso aggiungere altro.

Le porte si aprono e la musica ha inizio. Ecco, mi ha vista. D'altronde era inevitabile. Conto fino a tre ed entro e...che Dio mi aiuti.

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