Nick
Sono dentro ad un incubo. Non è vero. Ditemi che quello che vedo è frutto della mia fantasia.
"Nick. Ciao figliolo. Ti trovo in gran forma." Le parole di Frank entrano ed escono dalla mie orecchie. Non voglio sentire. Non voglio vedere. "Nick? Va tutto bene? Sembra tu abbia visto un fantasma." Vorrei urlare ad Evelyn di stare zitta, ma per una volta lei non ha colpe. Guardo mio padre dritto negli occhi, ma lui da buon attore resta impassibile. Lo sapeva, certo che lo sapeva. -Questa me la paghi. Lo giuro.- "È tutto okay Evelyn. Frank, Loren, sono felice di rivedervi. Non sapevo sareste venuti, mio padre si sarà dimenticato di dirmelo. Troppi impegni per la testa, vero papà?" Non risponde. Che faccia tosta. "Lascia stare tuo padre, non c'è nessun problema. Ora siamo qui. Posso presentarti due miei amici? Il Dottor Dylan Jones e Skyler Carey. Sono stati così gentili da unirsi a noi per questo splendido evento." Dice Frank. Riporto lo sguardo su di lei. Non è più la mia Sky. È così cambiata. -Perché fa così male?- "Dottor Jones, Mrs. Carey." La mia voce è roca. Fa troppo male vederli insieme, qui, difronte a me. "Non sapevo fossi fidanzato Nick." Dice Loren. -Che cosa? No.- "Siete davvero una bella coppia." Aggiunge. "Oh, hanno anche una figlia. Lisa. Se ci sarà occasione ve la faremo conoscere, vero Evelyn?" -Sta zitto papà. Sta. Zitto.- "Ma certo. Con piacere." Risponde Evelyn. "Dottor Jones, Frank mi ha parlato a lungo di suo padre Adam. So che è uno dei soci fondatori del Central Hospital qui a Boston e che fa numerosi convegni sullo studio della psiche mentale. Dev'essere un uomo incredibilmente stimato e ne ha tutti i meriti a quanto pare." Inerviene mio padre. "Aiutare le persone in difficoltà dovrebbe essere il compito di ognuno di noi, diciamo che mio padre ha dedicato anni di studi per far si che tutti avessero la loro possibilità di vivere una vita migliore." Replica il dottore. Le loro mani sono ancora saldamente strette e Skyler sembra esserne felice. "Ammirevole. Davvero. Quanto tempo si ferma qui a Boston con la sua compagna? Sarei curioso di saperne di più sulla fondazione di cui mi accennava Frank poc'anzi: la O.F.R."
"Non staremo molto. Gli impegni di lavoro mi costringono a rientrare presto. Sono sicuro che Frank riuscirà a esporle tutto nel giro di un'ora se le interessa." Il sorrisetto beffardo dipinto sul volto di mio padre non fa che aumentare la mia collera.
"Signori e signore un attimo di attenzione prego." La voce di Carl al microfono si espande per la sala facendo zittire tutti gli invitati. "Come ben sapete l'asta si è conclusa più di un'ora fa, ma qualcuno mi ha chiesto di fare uno strappo alla regola e quindi eccomi di nuovo tra voi." Se solo avessi saputo che c'era anche lei...ormai è troppo tardi per tornare indietro. "Qui in mano come potete vedere ho una chiave. È più che altro un oggetto simbolico perché quello che sto per offrirvi è un tantino troppo ingombrante per poter essere qui difronte a voi. È ora di spendere un bel po di soldi signori, Nick Parker aggiunge a quest'asta di beneficenza la Motu Tipaemaua, isola privata dell'Oceano Pacifico nella Polinesia Francese." Mentre Carl continua a parlare vedo gli occhi di mio padre trafiggermi da parte a parte. "Nick, perché lo hai fatto?" Mi chiede Evelyn. Non le rispondo. Cedo per l'ennesima volta e ripongo lo sguardo sulla donna che ha stravolto la mia vita. Con una mano copre la sua bocca come a voler strozzare il dolore procuratogli. I suoi occhi sono lucidi, ma resistono ancora e non cedono più come accadeva una volta. "Base d'asta 3 milioni. Prego, fate le vostre offerte signori e signore."
"Tre milioni e mezzo." Urla una donna. "Quattro." Rilancia un uomo poco distante da me. "Quattro e due."
"Quattro milioni e mezzo."
"Chi offre di più signori?" Chiede Carl. "Quattro milioni e otto."
"Quattro e otto per il signore."
"Cinque milioni."
"Cinque milioni per la bella signora qui difronte a me. Cinque e uno. Cinque e due."
"Sette milioni." Mi giro di colpo verso quella voce. "Sette milioni. Bene. Sette milioni e uno. Sette milioni e due. Sette e tre. Aggiudicata per la cifra di sette milioni al signore li infondo. Prego venga pure avanti. Un applauso signori, grazie."
Mentre mi passa a fianco dice qualcosa, ma non riesco a sentire, gli applausi sovrastano su tutta la sala.
"Congratulazioni." Carl gli stringe la mano. "Vuole dirci il suo nome?"
"Dylan Jones."
"Bene Mr. Jones. Le consegno la chiave che ripeto, non è che un simbolo in rappresentanza di ciò che lei ha conquistato. Domani ci troveremo con lei e gli altri acquirenti delle aste precedenti per svolgere le pratiche necessarie. Intanto le auguro di godersi delle splendide vacanze."
"Può contarci. Grazie mille." Risponde. "Un altro applauso meritato per Mr. Jones che ha contribuito ad arricchire la somma da devolvere in beneficenza."
Lo vedo avanzare dritto verso di me. Gli occhi che sembrano sputare veleno e la mascella contratta non promettono nulla di buono. "Congratulazioni Dottor Jones." La mia voce è piatta, insignificante. Gli tendo la mano, inutilmente. Credo trovi ripugnante persino ricambiare un gesto così banale. Sfiora la mia spalla con una mano e avvicina il suo viso al mio per dirmi qualcosa all'orecchio. "L'amore rende l'uomo debole, non vigliacco." Resto pietrificato. Questo è uno di quei casi dove un vero uomo tirerebbe fuori le palle per affrontare il suo avversario, ma io avrei già perso in partenza.
"Vieni. Ti riaccompagno nella tua stanza." Quando mi volto vedo Dylan avvolgere il suo braccio attorno a Skyler. La sta portando via. Da me. Li seguo con lo sguardo sotto l'occhio vigile di mio padre che freme di rabbia e odio. Un odio profondo contro quella che pensavo fosse la mia donna, la mia Sky. Avanzo di qualche passo, ma vengo fermato dalla sua voce prorompente. "Dove stai andando Nick?"
"A riprendermela."
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Con Gli Occhi dell'Amore
ChickLitE se a vent'anni vi portassero via una parte del vostro cuore? Riuscireste a sopravvivere? Skyler non ha mai chiesto nulla dalla vita, per lei è sempre stata perfetta così com'era. Una famiglia amorevole, un lavoro come cameriera del Wallas, un chih...