Skyler
"Non è così che si fa? Si cerca in ogni modo di nascondere quello che si prova alle persone che, più di ogni altre, avrebbero bisogno di conoscere i nostri veri sentimenti."
"Skyler, è tutto okay? Ti vedo pensierosa." Cancello il messaggio e appoggio il telefono sopra il bancone.
"No, va tutto alla grande mamma."La osservo mentre si attinge a preparare una cheesecake ai lamponi. È inutile, io e io fornelli non avremo mai un buon rapporto. Ci provo, lo giuro. Metto le dosi giuste, i condimenti appropriati, un pizzico di amore e passione, ma nulla.
Il risultato non cambia. Cucino proprio da schifo e me ne vergogno. L'unica cosa che mi riesce sono le omelette al formaggio. Se vi starete chiedendo come sia possibile, vi do subito una delucidazione.
Avete mai provato a fare la stessa cosa per più di 150 giorni consecutivi? Ecco, io si. E la colpa è solo di quella zucca matta del mio migliore amico.
Diceva che dovevo imparare a tutti i costi a fare un'ottima omelette al formaggio se volevo trovarmi un marito.Baggianate. La verità è che era il suo piatto preferito e dato che la sua voglia di cucinare era sempre pari a zero decise di sfruttarmi a dovere. Peccato che tre volte su cinque gli presentavo davanti un quadro di Picasso.
Più che un omelette sembravano uova superstrapazzate aggrovigliate a del formaggio molle. Era una cosa immangiabile, inguardabile e vomitevole.
"Le mangio solo perché mi fai pena Sky"
Dato che anch'io avevo un orgoglio, mi rimboccai le maniche mettendomi d'impegno. Giorno dopo giorno, sempre di più, e alla fine riuscii nell'intento.
"Finalmente! L'allieva ha superato il maestro. Ottimo lavoro amore."
Amore...già, ogni tanto si lasciava sfuggire quella parola e io mi sentivo sempre oltre il settimo cielo.
"Sono arrivati." Urla mio padre dalla finestra del soggiorno.
Oggi Nick usciva dall'ospedale. Avrei voluto riportarlo a casa io, ma lui ieri sera mi ha espresso un piccolo desiderio:"Vorrei che tu mi aspettassi a casa nostra insieme a Hope. Nella sua cameretta."
Mi precipito da lei. È sveglia. Ogni giorno che passa assomiglia sempre più a Nick. Non che mi dispiaccia, anzi, però accipicchia...qualcosa dalla mamma potevi anche prenderla Hope.
Nick appare sulla soglia della porta. Ha rasato la barba e riesco a sentire perfettamente la fragranza della sua colonia. "Ciao piccola." Parla a voce bassa, forse crede che Hope stia dormendo.
"Perché non entri?" Gli chiedo. "Mi credi se ti dico che mi tremano le gambe e non riesco a muovermi?"
Mi avvicino a lui, ma non troppo. Allungo un braccio e lui afferra la mia mano.Resta ancora lì, esitante. "Vieni. Una bellissima bambina desidera conoscere il suo papà." Faccio forza, riuscendo finalmente ad attirarlo verso di me. Ci scontriamo, volutamente, ma senza farci male.
Fronte contro fronte. Nick intreccia le sue mani alle mie, sento il suo respiro e percepisco tutta la sua tensione. "Mi sei mancata." Sussurra. "Anche tu."
Hope inizia a piangere. Ci guardiamo e sorridiamo all'unisono.Lo lascio andare e a piccoli passi arriva difronte alla culla. Guarda Hope senza battere ciglio, incantato. Senza che io aggiunga o dica altro la prende in braccio e quello che fa mi lascia senza parole.
Look into my eyes, you will see
What you mean to me
Search your heart, search your soul, and when you find me there you'll search no more
Don't tell me it's not worth tryin' for. You can't tell me it's not worth dyin' for, You know it's true
Everything I do, I do it for you
Look into my heart, you will find
There's nothin' there to hide
Take me as I am, take my life
I would give it all, I would sacrificeNick canta, e sa cantare anche bene. Non me lo aveva mai detto e mai lo avevo sentito prima d'ora. Hope ha smesso di piangere, in compenso però ci pensa la sua mamma.
"È stupenda." Dice. "Grazie Sky, mi hai reso l'uomo più felice al mondo."*****
Notte. Buio. Io non ho mai avuto paura del buio, ora invece si.
Piove e sono in mezzo alla strada, scalza, con indosso solo una vestaglia da notte. Provo a fermare l'unico taxi che vedo arrivare in lontananza. Ci riesco. Quando salgo il tassista non dice nulla riguardo al mio abbigliamento, ne si lamenta delle gocce d'acqua che ricadono grondanti dai miei capelli e dal mio corpo sul suo sedile. "321 Marion St?" Mi domanda.
"Come fa a saperlo?"
"È il mio lavoro signorina." Da gas e parte sfrecciando tra le strade di Seattle. D'un tratto i fari di una moto puntano dritti verso di noi. "Attento!" Grido senza neppure pensarci.
Chiudo gli occhi, il mio respiro si arresta e sento il cuore aumentare la sua corsa.
"Siamo arrivati." Com'è possibile? Solo adesso mi rendo conto di non avere contanti, non posso pagare. "Non si preoccupi, mi pagherà la prossima volta." Dice il tassista, come se avesse letto nei pensieri. "La ringrazio." Rispondo mortificata. Scendo dal taxi e corro verso l'entrata. La porta scorrevole si apre e le luci si accendono una volta messo piede dentro.
Salgo piano dopo piano correndo, fino a che non leggo la targhetta appesa al muro con su scritto: 18°.
Le mie gambe si muovono in automatico fino ad arrivare all'appartamento 1808. Mi sorprendo nel trovare la porta semiaperta. Forse sapeva che sarei venuta? Entro senza esitare e percorro un lungo corridoio dove una luce rossa soffusa si diffonde tutto intorno. Una volta raggiunta la mia meta busso alla porta, ma non ottengo nessuna risposta. Decido di proseguire, entrando. Le luci sono accese, mi guardo attorno, ma non c'è nessuno. Non c'è più. Il mio istinto mi precede facendomi urlare. Mi sento piccola, piccolissima, e sento il peso del mondo sotto i miei piedi. Le gambe non mi reggono più e così, tra un pianto intrattenibile e grida insopportabili, mi lascio cadere a terra, nel vuoto più assoluto: quello del mio cuore."Sky? Sky svegliati. Sky mi senti?"
Mi sveglio di soprassalto mettendomi a sedere sul letto. Sento delle leggerissime goccioline di sudore scendere lungo la mia schiena e altre più ingenti scorrono dalla fronte sul mio viso."Hai avuto un incubo. Stai bene?" Faccio un piccolo cenno di si con la testa, ma a Nick non basta. "Che ti succede Sky? È un paio di giorni che sei strana, distratta, quasi assente. È per quello che è successo?"
Non sentendo risposta prosegue. "Ne abbiamo già parlato. La polizia farà il suo lavoro, ti prometto che non la passerà liscia, ma tu devi cercare di tranquillizzarti piccola. Da quant'è che hai ripreso ad avere gli incubi?"
"Da...da un pò. Vado a prendere un bicchiere d'acqua, tu ritorna pure a dormire. Arrivo subito."
Mentre vado in cucina passo per il salotto e mi soffermo a guardare la bottiglia di Scotch piena per metà sopra il carellino. Non sono mai stata un amante dei liquori, tranne in rare occasioni.
Ora però ne sento l'esigenza. L'acqua non aiuta a dimenticare. Ne bevo un piccolo sorso direttamente dalla bottiglia e poi un altro ancora, ma questa volta più lungo. Strizzo gli occhi non appena sento la mia gola bruciare. "Cazzo!"
Siedo sul divano e lego i capelli a casaccio. Scorgo il mio cellulare sopra il tavolino e so per certo che è ancora acceso perchè ormai ho preso l'abitudine di non spegnerlo, non si sa mai.
Lo prendo, scorrendo velocemente il dito sulle ultime chiamate in entrata. Non posso farlo. Ma voglio farlo.
Poi penso a quell'unica soluzione che mi resta e a quel punto non ci penso più. Agisco e basta.Aspetto. Aspetto. Aspetto e...
"Pronto?"
Porto una mano davanti alla bocca e trattengo il respiro."Pronto? Chi parla?"
Non riesco a parlare e non voglio parlare.Io volevo solo...ascoltare e ricordare.
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Con Gli Occhi dell'Amore
ChickLitE se a vent'anni vi portassero via una parte del vostro cuore? Riuscireste a sopravvivere? Skyler non ha mai chiesto nulla dalla vita, per lei è sempre stata perfetta così com'era. Una famiglia amorevole, un lavoro come cameriera del Wallas, un chih...