Capitolo 15

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"Essere ingannati da noi stessi è come essere amati dal vostro peggior nemico."

MarylinEN

Nick

"Skyler? Merda." Chiudo la porta senza pensare. Sono in preda al panico. Non adesso. Non ora.

"Mr Parker si sente bene?"

Jenny mi guarda allarmata. Devo fare qualcosa. Ora. Subito.

"Jenny va in sala riunioni e resta li fino a che non te lo dico io. Entra pure da qui. Adesso." Annuisce senza rispondere e cammina, anzi corre verso la porta che porta alla sala riunioni.

Guardo il quadro appeso alla parete alla mia destra. È l'unica cosa che posso fare. Appoggio entrambe le mani al muro appena in tempo. Sento la porta che si apre e poi la sua voce.

"Nick. Che cavolo sta succedendo?"

Le do le spalle. Non so nemmeno se mi abbia visto.

"Nick, ma cosa...Oh, Mio Dio!"

In quel preciso istante chiudo gli occhi e scaglio un pugno con tutta la rabbia che ho dentro contro la cornice del quadro.

Centinaia di frammemti di vetro si scagliano ovunque, compreso il mio viso. La mia mano destra è ricolma di sangue e sento i pezzetti di vetro pungere nella pelle viva.

"Nick, cos'hai fatto? La tua mano. Perché?" La sento avvicinarsi.

"Resta ferma li dove sei. Resta. Li. Dove. Sei." Prununciare quelle parole fa un male atroce. Peggio del dolore che ho inflitto alla mia mano di cui non mi importa minimamente.

"Nick. Guardami. Dimmi cosa succede." Supplica.

Cazzo!

"Vattene Skyler. Va via. Non è il momento. Non sono in me e ho paura delle mie stesse reazioni. Ti prego, vattene."

Ti prego perdonami.

"Posso aiutarti. Ho visto Evelyn uscire e"

Mi sta scoppiando la testa. "Fuori di qui! ORA!" urlo.

Sento qualcosa cadere a terra e subito dopo la porta che sbatte. Se ne andata.

Skyler

Sono entrata dentro ad un tunnel da cui non riesco più ad uscire. Anzi, credo si essere intrappolata in un tornado. Continuo a girare. Sempre più forte. Sempre più veloce.

Eccolo, sta arrivando. Lo sento. L'attacco di panico sta iniziando. Non mi accadeva da oltre un mese. Mi manca l'aria. Non respiro. Vorrei urlare, ma la mia voce è intrappolata dentro di me da qualche parte.

Mi siedo sul divano e rovisto dentro la borsa. Devono esserci. Non le trovo. Svuoto tutto il contenuto della borsa sopra il tavolino e getto a terra quello di cui non ho bisogno.

Quando vedo la boccetta l'afferro all'istante. Prendo una pastiglia e la mando giu senza nemmeno aver bisogno di un bicchiere d'acqua. Respiro a fondo. Respiro. Respiro.

Perché mi ha trattata così? Cosa gli ho fatto? Le lacrime iniziano a scendere. Pensavo si fossero esaurite una volta e per sempre e invece sono ancora qui. Chiudo gli occhi. Dimentico chi sono e cosa ho fatto fatto per meritare tutto questo dolore. Un ultimo profondo respiro e il sonno ha la meglio.

Quando riapro gli occhi è notte fonda. Bri dorme pacifico tra le mie gambe e fa un verso strano quando lo sposto per potermi alzare. Raccolgo il cellulare da terra e sono sorpresa nel trovare svariati messaggi e chiamate di Nick.

Dobbiamo parlare. Ti prego rispondimi.

Sono uno stronzo. Lascia che ti spieghi Skyler.

Rispondi. Non ce la faccio più ad aspettare.

Skyler, ti prego. Starò sveglio tutta la notte. Sai dove trovarmi. Perdonami.

In questo momento vorrei essere nello studio del Dottor Johns. Lui saprebbe darmi il consiglio giusto. Lo ha sempre fatto e continua a farlo ancora oggi. Sono tentata di chiamarlo. Ho il suo numero per le emergenze. L'ho usato solo due volte da quando lo conosco.

"Non so che fare." Dico tra me e me. Cosa mi direbbe in questo caso?

Dai Skyler. Lo sai benissimo.

È vero. Lo so. "Affronta il problema Skyler. Combattilo. Abbatti il nemico a testa alta, sempre. Nessuno può sconfiggerti se tu attacchi per prima. Veloce. Sicura. Spietata. Non avere paura. Tu sei la tua vera forza."

Okay. Ha vinto dottore. Come sempre.
Busso alla sua porta. Non apre nessuno. Riprovo e sento qualcuno avanzare verso di me.

"Skyler." sussurra non appena mi vede. L'occhio ricade sulla sua mano destra. È fasciata e sporca di sangue.

"Vieni. Entra."

Credevo di trovare la casa sottosopra e invece è tutto al suo posto, in perfetto ordine.

"Sediamoci sul divano." dice.

La luce del lampadario mette in risalto i graffi che ha sul viso. Non sono tanti, ma odio doverli vedere ancora una volta. Mi ricordano quelli di Brian. Solo che i suoi erano più profondi, più marchiati e molti, molti di più.

"Lasciami parlare, Nick. Lasciami il diritto di dirti quello che penso poi puoi raccontarmi quello che vuoi." Annuisce. Spero che mantenga la promessa.

"Penso che tu sia uno stronzo e un egoista, ma penso anche che tu non lo sia. Non so perché hai reagito in quel modo, non so perché invece di affrontare il problema, perché C'È un problema, tu mi abbia sbattuto la porta in faccia. Sai, credo che nella vita di ognuno di noi capitino i giorni si è quelli no. Oggi per te dev'essere stato uno di quelli: NO. NO. NO. Non hai idea di quanti ne abbia avuti io. Non puoi immaginare quanti giorni avrei voluto sbattere la porta in faccia alle persone a cui tengo di più. Non hai idea di quante volte nell'arco di una giornata abbia pensato che i miei problemi potessero aiutarmi a scacciare via i veri problemi e non sai nemmeno quante volte abbia sbagliato teoria. Praticamente sempre. Ma quando arrivi al punto di non riuscire più a guardarti allo specchio, perché ciò che vedi è l'esatto opposto di ciò che dovresti essere, reagisci. Combatti. Lotti. Affronti tutto e soprattutto tutti. Ho visto la tua ex ragazza piangere e per un istante, un brevissimo istante, ho rivisto me stessa. E lo odiata. Troppo forse. Mi sono chiesta cos' era potuto succedere perché arrivasse a tanto. Magari era solo triste, o magari era dispiaciuta di lasciarti andare per sempre, o forse, e questa è l'ipotesi che più mi spaventa, lei ti rivuole ancora. Non chiedermi il perché, a questo dovresti rispondere tu, ma so che non lo farai. Perché? Semplice, non vuoi ferirmi. Deludermi. Farmi star male. Scegli tu. Di opzioni ce ne sono a migliaia. Sono venuta qua con l'intento di affrontarti, di sfidarti, perché è quello che mi avrebbe consigliato il Dottor Johns, ma ora che sono qui, ho capito il vero senso di tutti quei consigli. Dovevo ammettere al mio nemico che la sua avversaria è innamorata di lui. Qualunque sia la causa che ti ha spinto a compiere quel gesto la affronteremo insieme, perché nessuno, e ripeto, nessuno, è in grado di abbattere i propri demoni da solo."

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