Skyler
Poco prima
Devo parlargli. Anzi, dobbiamo parlare. Stavo per fare...Dio, non ci voglio nemmeno pensare. Prendo l'unico paio di jeans che ho portato via dal trolley, il maglione bianco e mi vesto alla svelta. Non asciugo neanche i capelli, perderei troppo tempo e non posso permettermelo.
Indosso le Converse bianche, sfilo la scheda inserita nel display -mi manca solo di restare chiusa fuori- e apro la porta per andare da lui.
"Va da qualche parte Mrs Carey?" Indietreggio per lo spavento. "Mr Parker, cosa ci fa lei qui?" Il padre di Nick irrompe nella mia stanza senza preoccuparsi di chiedere il permesso. "Io veramente stavo uscendo." Lui alza gli angoli della bocca sforzando un sorriso che definirei quasi tenebroso. "Sarà libera nel giro di dieci minuti Mrs Carey. Devo solo chiarirle alcune cose." Dice, puntando i suoi occhi neri su di me, come se volesse intimorirmi. -quest'uomo mette i brividi- "Non la seguo." Rispondo. "Sono qui per proporle un accordo, ma prima voglio che risponda a questa mia domanda: è veramente innamorata di mio figlio?" Traggo un respiro profondo e butto fuori l'aria lentamente. "Sì." -Sì, sì, sì. Mille volte si.- Lui annuisce. "Bene, forse sarà più dura da accettare, ma vedo che ha già trovato qualcuno con cui poterlo rimpiazzare." -ma come parla? Cosa sta dicendo?- "Le farò il riassunto della situazione, partendo dalle origini, magari dopo sarà più facile per lei accettare la mia proposta. Dunque", inizia, prendendo posto sulla poltrona dove fino a qualche minuto prima c'era seduto Dylan. "le racconto io chi è mio figlio, il suo passato e il suo presente così finalmente potrà capire tante cose.
Io e mia moglie non potevamo avere figli e così decidemmo di adottare un bambino. Come lei ben sa le pratiche per le adozioni sono lunghe, quasi interminabili e così mi affidai ad un amico. Lui conosceva una donna, la cui vita era fatta di alcool, droghe e prostituzione. Ci disse che non poteva più prendersi cura del figlio, che non era più in grado di badare a lui e che se ne voleva sbarazzare. Movimentai un esercito, i soldi non sono tutto, ma a volte fanno miracoli. Diedi alla donna una cospicua somma di denaro e nel giro di qualche giorno Nick era a tutti gli effetti nostro figlio. Era bellissimo, con due grandi occhi azzurri e un buffo ciuffo di capelli neri. Aveva da poco iniziato a camminare e io e mia moglie eravamo pazzi di gioia. Finalmente il nostro sogno si era concretizzato: essere una vera famiglia. Gli anni passarono velocemente, Nick cresceva a vista d'occhio e a sedici anni era già un ragazzone attorniato dal solito gruppetto di adolescenti innamorate. Era un figlio esemplare, buono e generoso con chiunque, ma tutto cambiò nel giro di pochi mesi. La morte della madre lo portò a chiudersi in se stesso fino a quando un giorno incontrò un certo Luke, li iniziarono i veri guai. Beveva di nascosto, faceva uso di droghe pesanti, entrava e usciva di casa a qualsiasi ora e venni addirittura a sapere che frequentava Street Club sotto falso documento. Furono mesi difficili, cercai di aiutarlo in tutti i modi, ma lui era cocciuto e diceva che la sua vita ora era fatta di questo. Il giorno in cui conobbe Evelyn, io riavetti indietro mio figlio. Per molto tempo sono stati solo ottimi amici, lei gli fece conoscere il mondo della moda e per qualche anno Nick accettò di fare il modello. Credo più che altro per far felice lei. Erano una bella coppia, in tutti i sensi, ma quando venne a conoscenza del suo tradimento abissò di nuovo. Scrivere e leggere lo aiutarono molto, devo ammetterlo. Io però volevo di più, mio figlio meritava il massimo e lo convinsi a lavorare con me." Sì ferma per prendere fiato e si accerta che io sia presente nel suo discorso. "Era un venerdì pomeriggio. Lo ricordo come se fosse oggi. Ci trovavamo a Seattle da qualche giorno per questioni di lavoro e lui si presentò nel mio studio bianco quanto un lenzuolo e con le gambe tremanti. Mi disse di aver visto il suo clone. Li per li non capii, e credetti scherzasse, ma lui insisteva, era certo che per Seattle girava un ragazzo identico a lui. Lo aveva seguito e quindi scrisse su un pezzo di carta il suo indirizzo cercando di convincermi ad andare a vedere con i miei occhi, ma io da stupido non lo feci. Un paio di mesi più tardi ritornato a Seattle vidi la foto di Brian sul giornale. Non riuscivo a crederci. Nick aveva ragione. Cercai per ore quel pezzo di carta, l'unico indizio che mi riconduceva alla verità e alla fine lo trovai. Mi presentai a casa Collins e mostrai loro una foto di Nick. La loro reazione fu straziante persino per me che mi ritengo un bastardo senza cuore. Nick era stato rapito e io e mia moglie eravamo stati ingannati. Ester e Thomas pretesero di conoscere loro figlio e io acconsentii. Non avevo altra scelta. Per giorni interi non chiusi occhio, se qualcuno avrebbe scoperto la verità la colpa sarebbe ricaduta solo su di me. Non c'erano prove che quella donna avesse rapito Nick e agli occhi degli altri la 'bestia' sarei stata io. Pregai Nick di convincerli a tacere, avrei pagato qualsiasi cifra pur di avere il loro silenzio e ci riuscì. Non so come o casa gli disse, ma io ripresi a vivere la mia vita serenamente, Nick no. Sapevo che andava dai Collins spesso e non glielo impedìi, a patto che nessuno sospettasse qualcosa. Per precauzione lo feci pedinare e indovina? Mio figlio si vedeva di nascosto con l'amica di suo fratello. Tu. Skyler Carey." Pronuncia il mio nome con una cattiveria inaudita. "Tu hai cambiato le carte in gioco. Tu hai scombussolato la vita di mio figlio. Tu hai preteso un amore da fiaba e sempre tu mi hai costretto a rendere la vita di mio figlio un inferno." Ho la bocca secca. "Nick non sarebbe mai dovuto venirti a cercare, ma credo che all'inizio la sua fosse solo curiosità. Tu l'hai spinto ad andare oltre e non posso permetterti di farlo ancora. Lui ha una figlia e sono certo che le cose con Evelyn prima o poi si aggiusteranno, ma tu devi farti da parte Skyler. Lui non ti darà tregua fino a che non gli darai il colpo di grazia."
"Perché? Non può obbligarmi a fare una cosa così meschina." Sogghigna. "Oh, posso e come. La Scott&Adams ti dice niente?" Mormora. Ho le vertigini. Mi siedo sul letto e per quel che posso cerco di continuare la conversazione. "È...è la società dove lavora mio padre." Dico con filo di voce. "Bene. Ecco la mia proposta. Tu fai in modo che Nick ti disprezzi a tal punto da odiarti e io eviterò a tuo padre un bel pò di rogne."
"Chi mi dice che non stia mentendo solo perché non vuole vederci assieme?" Sì alza dalla poltrona e come se nulla fosse si sistema giacca e cravatta. "Non sfidarmi ragazzina, non ti conviene. Te l'ho già detto prima: i soldi fanno i miracoli. Se volessi potrei distruggerti nel giro di cinque minuti, però mi fido. Sono certo che farai come ti è stato imposto. Buon rientro a Seattle è salutami il dottore."
Perché io? Perché noi?
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Con Gli Occhi dell'Amore
ChickLitE se a vent'anni vi portassero via una parte del vostro cuore? Riuscireste a sopravvivere? Skyler non ha mai chiesto nulla dalla vita, per lei è sempre stata perfetta così com'era. Una famiglia amorevole, un lavoro come cameriera del Wallas, un chih...