Capitolo 50

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Skyler

6 Marzo 1994

Mia amata Catherine, dove sei? E perché, mi chiedo mentre siedo in una casa buia, ci hanno costretto a separarci? Non conosco la risposta a queste domande, per quanto mi sforzi di comprendere. La ragione è semplice, ma la mia mente mi obbliga a scartarla, e l’angoscia tormenta ogni ora della mia veglia. Senza di te sono perduto. Non ho anima, sono un vagabondo senza casa, un uccello solitario che vola senza meta. Sono tutte queste cose e non sono nulla. Questa è la mia vita senza di te, tesoro mio. Vorrei con tutto il cuore che mi insegnassi come ricominciare a vivere. Cerco di ricordare come eravamo un tempo, sul ponte spazzato da vento della Happenstance. Ricordi come ci lavoravamo insieme? Mentre la ricostruivamo, siamo diventati parte dell’oceano, perché sapevamo era stato l’oceano farci incontrare. In momenti come quelli capivo il significato della vera felicità. Di notte navigavamo sul mare oscuro, e guardavo il chiaro di luna riflettere la tua bellezza. Ti guardavo ammaliato, e in cuor mio sapevo che saremmo rimasti insieme per l’eternità. E’ sempre così, mi chiedo, quando due persone si amano? Non lo so, ma se la mia vita da quando mi sei stata portata via può servire da inizio, credo di conoscere la risposta. D’ora in poi, so che sarò solo. Penso a te, ti sogno, ti evoco quando ho più bisogno di te. E’ tutto ciò che posso fare, ma non mi basta. Non sarà mai abbastanza, lo so, ma che altro mi resta? Se fossi qui, me lo diresti tu, ma anche questo mi è stato sottratto. Tu avevi sempre le parole adatte per alleviare il mio dolore. Sapevi sempre come farmi sentire bene. E’ possibile che tu sappia come mi sento senza di te? In sogno mi fa piacere pensare di si. Prima di incontrarci, vagavo per la vita senza una direzione, senza una ragione. So che, per qualche motivo, ogni paso che ho fatto da quando ho imparato a camminare era un passo verso di te. Eravamo destinati ad incontrarci. Ma ora, solo in questa casa, sono giunto alla convinzione che il destino può ferire una persona con la stessa forza con cui può benedirla, e mi ritrovo a domandarmi perché, fra tutte le persone del mondo che avrei potuto amare, dovevo innamorarmi di una donna che mi sarebbe stata portata via.

Garrett

"Ho visto che avevi evidenziato questa parte del libro, e quindi fra tutte le frasi, parole o lettere, ho deciso di leggerti questa. Devo confidarti una cosa. Arrivati a questo punto me ne vergogno un pò, ma so che mi perdonerai. Questa è la prima volta che leggo Le parole che non ti ho detto. Dopo aver visto il film in televisione e aver pianto per più di dieci minuti o pensato bene di evitarli altro dolore inutile. Lo sai che io sono un amante dei lieto fine e questo...beh cavoli, questo è proprio orribile, amore."

"Skyler? Puoi uscire un attimo?"
"È mia mamma. Torno subito. Ti lascio il libro in custodia, guai a te se ti azzardi a perdermi il segno."

Esco dalla stanza di Nick dove ad aspettermi ci sono mia mamma ed Ester che hanno entrambe la stessa preoccupazione stampata in volto.
"Ciao Ester. Hope? Sta bene?"

"Sì, benissimo. È con Thomas, sta dormendo. È davvero un' amore di bambina." E mentre lo dice i suoi occhi si riflettono sotto una luce diversa: quella della felicità.

"Senti, tesoro", quando mia mamma inizia con Senti tesoro so già dove andrà a parare, "questa sera ho invitato Dylan a cena da noi. È il minimo che potessi fare dopo quello...", non riesce neppure a dirlo tanto le sembra surreale.

"Beh, mi hai capita. Verrai anche tu Skyler, non puoi vivere perennemente dentro questo ospedale. Hai una bambina a casa che ti aspetta e", no ti prego, ancora lacrime no. Intervengo giusta in tempo.

"Va bene, ci sarò. Poi ritorno qui per la notte."
"Starò io qui stanotte Skyler. Hai bisogno di riposare. Per piacere."

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