Capitolo 38

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Skyler

Avete idea di quante cose una donna riesca ad accumulare nel corso della sua vita? Vestiti, pantaloni, gonne, maglie di ogni genere, intimo, scarpe, borse, bigiotteria, oggetti vari, ecc.
Bè, d'altronde è comprensibile. Noi donne siamo fatte così: quando ci affezioniamo ad una cosa poi è molto difficile che ce ne disfiamo.

Poco ci importa se il nostro armadio fa difficoltà persino a chiudersi o la scarpiera resta semiaperta perché c'è sempre quel paio di décolleté di troppo che ormai è passato persino di moda. Noi custodiamo tutto. Fine.
C'è solo una piccolissima cosa che mi sfugge in tutto questo.

Come può mia cugina, a soli venticinque anni, avere una quantità industriale di roba? Che cavolo, è inconcepibile.
"Cristo Santo Sarah, ma dove tenevi tutta questa roba? In camera tua ci sono degli scomparti segreti per caso?" Dico mentre percorro una gara ad ostacoli tra gli scatoloni per raggiungere il divano.

"Venti, ventuno e ventidue. Pensavo di più. Ventidue scatoloni, quattro valige e tre sacchi Sarah. Un guinnes world records in pratica." Sì gratta la testa sconcertata. "Sei sicura che sia tutta roba mia?"

"Vorrai scherzare?! Hai visto il mio armadio, no? A malapena riuscirei a riempire quattro scatoloni."
"David mi ammazzerà."
"Oh, lo credo anch'io. Gli hai detto di venire con un pullman, no perché dubito che voglia fare dici giri per portare tutta questa roba." Evidenzio l'ovvio, beccandomi un'occhiataccia delle sue.

"Ritieniti fortunata che nel tuo grembo ci sia mio nipote, altrimenti ti avrei già azzannata." Copro la pancia con le mani. "Non ascoltare tua zia. È matta sai."
"Ehi, non ci provare. Altrimenti mi odierà ancor prima di venire al mondo. A proposito, quand'è che sai se è maschio o femmina?"

"Tra un paio di settimane. Però non credo di volerlo sapere. Voglio la sorpresa."
"Come non vuoi saperlo?", mette lo scotch sul ventiduesimo scatolone e poi ci si siede sopra, "E io come faccio a sapere se devo comprare qualcosa di rosa -come spero- o di azzurro?"

Sorrido. "Esistono i colori neutri Sarah. Bianco, giallo o verde per esempio." Fa una faccia contrariata. "Che palle Skyler!" Sbuffa. "E va bene. Come vuoi. Uh, questo dev'essere David." Dice mentre bussano alla porte. "Auguri." Sussurro. Sposta alcune scatole con una delicatezza sopraffine, vale a dire con quatto calci, e poi apre la porta.

"Signora Garzia."
"Ciao Sarah, Skyler é in casa per caso?"
"Sì. Prego entri pure, scusi il disordine, ma sto per trasferirmi."
"Madre de Dios. Hai svuotato l'appartamento." Visto? Che vi avevo detto?
"Ciao Maria." La saluto non appena la vedo entrare.
"Ciao tesoro. Come stai?"

"Bene, grazie. Vieni, accomodati." Batto una mano sul divano per farle capire di raggiungermi li. "Oh, sono di fretta. Ho lo stufato sul fuoco. Sono venuta solo per darti questa." Mi mostra una busta che tiene salda tra le mani. "Io...", tentenna, "Mi dispiace Skyler, non so come dirtelo...forse sarà la vecchiaia che avanza, ma mi sono sempre dimenticata di dartela."

La guardo perplessa, raggrinzando la fronte. "Che cos'è?" Non sarà una multa spero? Finita per sbaglio nella sua cassetta della posta.
"Me la lasciata Nick il giorno in cui se ne andato. È una lettera. Per te."
Nick? Lettera? Devo essere sbiancata di colpo perché vedo Sarah precipitarsi verso di me.

"Skyler? Stai bene?" Inizia a darmi qualche piccolo schiaffo sul viso. Ma che diamine! "Sarah, cosa fai? Smettila." Allontano le sue mani dal mio viso e prendo fiato. "Sto bene. Calmati." La rimprovero. "Dammi pure la lettera Maria." La raggiungo evitandole di scavalcare gli scatoloni.

"Non sei arrabbiata con me, vero tesoro?"
"Non ti preoccupare. I tuoi dolci mi piacciono sempre, quindi..." Le si illuminano gli occhi. "Ti farò il miglior dolce che tu abbia mangiato. Promesso." Prendo la lettera e accompagno Maria alla porta.

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