Dylan
"Tra una settimana parto per il Canada. Starò via sei mesi." Ecco, l'ho detto. Ci sono riuscito. Skyler è ancora lì, ferma. Con una mano si tiene salda alla balaustra di legno mentre l'altra penzola nel vuoto.
Il soffio improvviso del vento sposta la sua chioma e la spinge a salire gli ultimi due scalini frettolosamente.
Rispondimi. Di qualcosa. Ti supplico.
Ma non lo fa, rientra in casa ed io resto ancora seduto su quel divano, inerme. Perché si comporta così?E perché non riesco a trovare una possibile risposta alle sue azioni?
Inizio davvero a non comprenderla più e per me tutto questo è quasi avvilente.Sono sempre stato in grado, sin da piccolo, di leggere dentro l'anima delle persone. Aiutare gli altri aiutava me stesso a rendere completa la mia vita.
Era bello, anche gratificante se vogliamo, ed è per questo che ho intrepreso la stessa carriera di mio padre. Volevo essere come lui, forte e agguerrito, specie nelle situazioni più complesse e angustianti.
Con Skyler è sempre stato tutto molto amplificato. Non nego che all'inizio ho temuto di non farcela, di non riuscire a salvarla, perché è questo che lei mi ha ripetuto per mesi e mesi: "Dottor Jones lei deve salvarmi."
Lo dicono in molti, ma mai nessuno si è definito caprio espiatorio di tutta una vita. Lei si addossava colpe su colpe, errori, eventi negativi. Qualunque malefatta era esclusivamente colpa sua.
Ci sono volute parecchie sedute prima che lei iniziasse a vedere la vita attraverso una prospettiva diversa e quanto siamo arrivati insieme al punto di non rottura ecco che i cocci si sparpagliano di nuovo, e stavolta in milioni di pezzi.
Impossibile ricomporli tutti nuovamente. C'era bisogno di un aiuto, non solo psicofisico. Qualcuno doveva riuscire a scavare dentro il suo cuore e farle capire che autodistruggersi non equivale a rinascere, semmai a il contrario.
Ci ho provato. Lei ha chiesto il mio aiuto e io sono corso da lei. Voleva un amico? Ho provato ad essere anche quello, cosa che non ho mai fatto per nessun altro.
Però evidentemente devo aver fallito. Mi sono spinto troppo oltre, amicizia e amore non sempre vanno a pari passo anche se il più delle volte vogliamo autoconvincerci del contrario.
Ho portato per anni una fede al dito con la speranza di ritrovare un amore pulito e profondo come quello che ho assaporato giorno dopo giorno con Rose.
È talmente buffo il fatto che io dica a chi ho di fronte di non aver paura dell'amore quando io per primo sono stato schiavo di me stesso privandomi di amare un'altra donna.
L'ho fatto per Rose, lei era la sola ed unica donna della mia vita. Una promessa è pur sempre una promessa e dovrebbe restare tale anche dopo la morte.
Invece il mio cuore ha fatto tutto da solo, bensì la mia mente lo scongiurava di resistere, di non cedere a cotanta bellezza. Non ha voluto ascoltarmi.
Ha scelto lei e sceglierebbe lei altre cento volte. Ahimè o la netta sensazione di averla persa proprio per aver ceduto così miseramente. Perdonami Skyler, Dio solo sa quanto mi mancherai.
"Dottor Jones, la cena è quasi pronta. Entri dentro o si prenderà un accidennti con tutto questo vento."
In effetti non ha tutti i torti, inizia davvero a far freddo. "Arrivo Susan."Quando prendo posto a tavola Skyler è seduta difronte a me, ma ciò non le impedisce di porre lo sguardo altrove.
Per gran parte della cena evita appositamente di parlarmi.Può ingannare i suoi genitori, ma non me. Lo fa apposta. Cos'è, un modo per dirmi quanto sono stato vigliacco per non averle raccontato le favole della mia vita?
È stata lei ad escludermi dalla sua, non io. Ha fatto la sua scelta e se tornasse indietro rifarebbe tutto tale e quale. Il perché? Me lo sono chiesto troppe volte.
L'unica conclusione a cui sono arrivato è quella della sua folle paura. Paura di svegliarsi e non trovate più accanto quegli occhi: gli occhi dell'amore. Quell'amore unico e folle che per ora ha provato solo per un uomo: Brian.
"Avete fatto gli auguri a Dylan? Oggi è il suo compleanno." Per la prima volta si scontra con il mio sguardo e non soddisfatta infierisce ulteriormente. "Ops! Scusa Dylan, forse preferivi non dirlo. Sai, noi qui siamo soliti festeggiare i compleanni."
"Perché non ce l'ha detto Dylan? Susan fa delle torte di compleanno squisite. All'inizio sbagliava le dosi, specie con lo zucchero. Ho rischiato di diventare diabetico all'incirca...sempre." Commenta Carl.
"Poi però con gli anni è migliorata. Ogni tanto scambia lo zucchero con il sale, ma otto volte su dieci riesce nel suo intento." Susun non perde tempo e controbatte alle piccole perfidie del marito.
"Taci tu, Carl. Vogliamo parlare del tuo tacchino ripieno all'ultimo ringraziamento? Oltre ad averlo quasi bruciato hai messo il peperoncino al posto del pepe, e non un pizzico, ma mezzo barattolo."
Dovrei ridere, però lo trovo difficile date le circostanze. "Credo di aver sentito Hope, scusatemi." Dice Skyler alzandosi da tavola. Carl e Susan ne approfittano per farmi gli auguri, mentre io continuo ancora a pensare...
"Con permesso. Vado un attimo al bagno." È l'unica scusa che ho trovato per poter andare da lei.
La porta della sua camera è semiaperta. Intravedo Hope nella culla che dorme pacifica e Skyler seduta nel letto che stringe tra le mani il peluche."Skyler?" La chiamo. Non ottenendo risposta decido di entrare e sedermi accanto a lei. "Parlami. Cosa succede?" Resta in silenzio ancora per pò, fino a che la sento chiedermi: "Perché?"
"Perché, cosa?" Ribatto.
"Perché dovevi innamorarti proprio di me? Perché io e te non riusciamo ad essere dei semplici amici? Perché ho paura di sentire la tua mancanza quando te ne andrai? E poi, perché cavolo te ne vai?"All'ultima domanda proprio non riesco a non sorriderle. Sa essere catastrofica e dolce nello stesso momento ed è una delle cose che più mi divertono in lei.
"Perché non provi a rispondere tu?" Le chiedo, senza nessuna pretesa. Però l'effetto che ottengo è leggermente diverso da quello che avevo immaginato.
"Oh, piantala una buona volta Dylan." Lancia a terra il peluche e si distende sul letto coprendosi il volto con entrambe le mani. "Cosa vuoi sentirti dire, Skyler?"
Arrivati a questo punto manca solo una cosa. Ho paura a dirlo, ma ho anche capito che vuole sentirselo dire. "Che ti amo?" Ce l'ho fatta, incredibile.
"Ti amo Skyler, più di quanto tu creda e più di quanto tu voglia credere. Ma le cose non cambiamo, ed ecco il perché della mia partenza. Mi ostino a starti vicino pur consapevole di far soffrire entrambi, ma un lato di me è egoista e spera ancora che tu un giorno possa far parte della mia vita. Mi hanno offerto di collaborare ad un progetto a Toronto e io ho accettato. Farà bene a me starti lontano e farà bene a te e alla tua famiglia Skyler. Io non ti chiedo nulla, e se mai ti ho fatto capire il contrario ti chiedo scusa. Ho sognato, e sognare a volte rende bello l'impossibile. Ti auguro tutto il bene del mondo perché te lo meriti. Per me sei e sarai sempre la mia piccola grande donna."
Tito un lungo respiro. Quello che avevo da dire l'ho detto. Non aspetto una sua risposta, perché so già che non arriverà. Lascio la sua stanza e senza volerlo mi soffermo qualche attimo di troppo sull'uscio della porta. Il tempo necessario per far si che io la senta piangere.
Perdonami. Perdonami davvero Skyler.E adesso? Cosa succederà? Preferite Nick o il Dottor Jones?
Un saluto a tutti quelli che continuano a leggere volentieri la mia storia. Vi ringrazio. 😊😀
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Con Gli Occhi dell'Amore
ChickLitE se a vent'anni vi portassero via una parte del vostro cuore? Riuscireste a sopravvivere? Skyler non ha mai chiesto nulla dalla vita, per lei è sempre stata perfetta così com'era. Una famiglia amorevole, un lavoro come cameriera del Wallas, un chih...