La passione ha il tuo nome. Capitolo 71

1.5K 82 4
                                    

Emily.

Una mano delicata mi sfiora i capelli e aprendo gli occhi lo vedo disteso accanto a me, dicendo con un tono che cela malizia, <<mia moglie mi attende nuda. Non lo avrei nemmeno immaginato>> <<non attendevo te, ero solo presa dal caldo e per lo sfinimento mi sono addormentata>> <<lo immagino il tuo sfinimento dopo gli eventi di questa notte>> e abbassa gli occhi sul mio corpo. Avvertendo il suo sguardo come se mi trapassasse fino a voler guardare dentro la mia anima, ho un presentimento e mi copro meglio con le lenzuola. Lui avvicinandosi al mio viso, chiude gli occhi e inalando <<qui c'è puzza di sesso e giusto per capire, spero non ti dispiaccia se do una controllata. Apri le gambe>>. Indignata, allontanandomi da lui dico <<tu sei pazzo, non lo farò mai, tu hai dei problemi>>. Eric strappandomi il lenzuolo con forza dal corpo <<il problema è anche tuo. Aprile>> grida fuori di se. I suoi occhi scintillano dalla rabbia ed io spaventata, tento di scappare ma lui mi afferra per le caviglie e in un attimo mi ritrovo schiacciata a pancia in giù sul letto: i polsi bloccati dietro la schiena da una sua mano, le gambe divaricate tenute ferme dalle sue ginocchia, e mi tocca senza riguardo. Per la violenza del suo gesto, urlo e lui avvicinandosi al mio orecchio, <<mi correggo, puzzi di lui>> <<tu stai vaneggiando e con questo hai alimentato di più il mio odio verso di te!>> <<Il tuo non potrà mai essere rapportato al mio. Inizia a pregare>>. E con tutta la brutalità di cui è capace, in quella posizione, tenendomi il viso affondato nel letto, mi penetra. Tanto è il dolore e l'umiliazione, che mi blocco e tra le urla supplico sul serio che finisse in fretta, ma lui continua per un tempo interminabile diventando sempre più aggressivo a tal punto da essere certa che mi stesse dividendo in due. Poi sentendomi liberare i polsi credo che avesse finito, invece girandomi come fossi uno straccio, lui continua. Le mie urla e i muscoli rigidi del mio corpo lo rendono ancora più malvagio e spalanca la bocca affondando le zanne nella carne del mio collo, non riesco più a emettere nessun grido, si frena tutto nella gola e fissando la porta che vedo sdoppiarsi e allontanarsi, il mio cervello si perde nel vuoto: è questo che si sente mentre si muore per mano di un Vampiro? Niente! Penso, ma lui mi riporta alla realtà afferrandomi per il mento e girandomi la testa verso di lui, fissa lo sguardo nel mio: davanti ai miei occhi si riflettono sprazzi d'immagini di me e Carl che facciamo l'amore. Sta manipolando il mio cervello e nell'alternarsi della realtà all'immaginazione, lui dice <<guardami! Guardami mentre rilascio il mio marchio. Guardami mentre vivi quest'emozione>> e con un'ultima decisiva e bestiale azione, finisce. Resto lì, scomposta sul letto e lo vedo riabbottonarsi i pantaloni, poi piegarsi sulle gambe al mio fianco e parlandomi con tono glaciale, <<nel tuo mondo questo si definisce abuso, ma nel mio si chiama prendere ciò che mi appartiene e se vuoi un consiglio appena vado via, corri a nasconderti in una chiesa. Perché ti giuro che tornerò a prenderti al crepuscolo e ti lascerò all'alba di ogni giorno e lo farò finché non mi sarò stancato di te>>. Dai miei occhi esce una lacrima, perché non riesco a capire da cosa fosse scaturita tale violenza o forse sì! Le lenzuola avevano l'odore di Luca e lui aveva creduto che avessi fatto sesso con lui. Eric stringendo i denti e la mano a pugno che teneva sul letto, mi gira le spalle e sparisce. Sono accusata di un tradimento che non ho commesso e la sua meschinità e cattiveria lo hanno indotto a inculcarmi immagini che stessi facendo certe cose con Carl, solo per sconvolgermi il cervello e farmi sentire lurida dentro, perché quel mostro sapeva della stima e dell'affetto che avessi per il fratello.

Sporca e dolorante, piango con i singhiozzi, recandomi al bagno, odiandolo per non avermi dato la morte che adesso desidero più di prima. Mentre mi ripulisco, strofinandomi energicamente, procurando altro dolore alla mia carne, mi ripeto: arriverà.

In accappatoi mi siedo sul letto e chiamo Matteo per chiedergli di non passare da me in serata. Il mostro l'aveva giurato e non voglio che nessuno fosse coinvolto quando sarebbe successo. Matteo però non risponde, provo a chiamare Luca ed anche lui non risponde. Li ha uccisi! Per colpa mia, i miei amici hanno pagato anche loro, lo scotto di aver portato un Vampiro nella loro vita. E non potrò mai accusarlo di quegli omicidi perché lui mi avrebbe manipolato fino a farmi passare per pazza. Addolorata, debole e dolorante fisicamente, nascondo il viso tra le mani, ma improvvisamente sono afferrata dal letto. Urlo di paura mentre sono lanciata contro la parete. Stonata, resto distesa sul pavimento. <<Emily!>> è lui. Il mio carnefice ha deciso di picchiarmi anche, prima di abusare ancora di me, penso con il cuore accelerato dalla paura, poi vedo la mia camera piena di Vampiri che annusano ogni cosa. Alex, dice <<c'è traccia di un mutaforme>> mentre lui sollevandomi tra le braccia, mi porta sul letto facendomi gemere di dolore, non sapendo dire quale parte del corpo mi facesse più male. Pablo avvicinandosi, mi chiede di guardarlo negli occhi, appena cattura il mio sguardo, sento come se ci fosse una connessione tra lui e me, poi lasciandomi, fissa Eric dicendogli, <<lei non l'ha visto, perché teneva gli occhi chiusi>> <<trovatelo e portatelo da me! Adesso andate>>. Spariscono tutti, e lui prendendo un telo umido dal bagno, si siede al mio fianco e inizia a pulirmi il sangue che mi esce dal naso, <<perché lo stai facendo?>> <<Perché odio le cose sporche e i cattivi odori>> vedendo i suoi occhi scintillare, dico <<ti fa gola il mio sangue vero? Perché non lo prendi come hai già fatto?>> <<Di poche gocce non mi accontento, ma tra poco né prenderò fino a trasformarti>> <<io non voglio diventare come te, e poi non funzionerà perché dentro mi hai già ucciso>> <<il tuo cuore batte mi serve solo quello>> <<ti odio Eric>> dico tra le lacrime, <<è pur sempre un sentimento, Emily>>. E mi scopre le gambe tastandole ed io rabbrividisco di terrore ma spero con tutta me stessa che questa volta diventasse un barbaro e mi lasciasse morta come Adriana. Invece facendo una perfetta visita medica, dice <<non hai nulla di rotto>> <<hai anche una laurea in medicina?>> domando sprezzante, <<in veterinaria, ma risale a qualche secolo fa, per me il concetto di ossa rotte di un'umana o di una vacca è uguale>>. Quel tono di superiorità offensiva e arrogante, m'istiga e cacciando via le sue mani dal mio corpo, mi richiudo l'accappatoio dicendogli <<in effetti, l'umana come la vacca, possono restate ingravidate, partorire e allattare, entrambe sono dei mammiferi perfetti. Invidiabili dalla tua razza di non morti perché è l'unica esperienza prodigiosa e straordinaria che non vivrete mai>>. Per una volta, da quando lo conosco, rimane a fissarmi senza parole, ma non sopportando più la sua vista, mi volto dandogli le spalle. <<Dannazione>> dice scattando dal letto, poi sparisce. Resto distesa priva di vitalità e con la mente concentrata su un solo pensiero: voglio morire.

La Passione ha il tuo nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora